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Bisogni educativi speciali BES, DSA e PDP facciamo un po’ di chiarezza
L’articolo che segue è un articolo di Cinzia Parmi Insegnante e autrice del sito Mammastyle.it
Essere genitore oggi non è certo semplice: fra i salti mortali per riuscire a portare il bambino a scuola e arrivare al lavoro in tempo; i mille corsi pomeridiani e i variegati campus estivi, è difficile star dietro a tutto quello che circonda la crescita di un figlio.
Man mano che le varie realtà si fanno avanti, si prende confidenza con le diverse sfaccettature di ogni situazione: se il bimbo sta male, si scopre che il genitore ha diritto a dei giorni di permesso dal lavoro, se il bambino vuole imparare a nuotare occorre sottoporlo a una visita medica con elettrocardiogramma,… e se il ragazzo presenta particolari problematicità a scuola è un BES.
Prima che le maestre diano questa comunicazione alla famiglia, molti genitori non sanno nemmeno che, dal 2012, anche in Italia c’è una normativa che regolamenta i Bisogni Educativi Speciali, meglio noti come BES.
E la prima e naturale reazione alla scoperta che questa realtà riguarda il proprio figlio è chiedersi quali siano i problemi del bambino, se lui sia diverso dagli altri e – se sì – in che cosa.
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Autostima: 5 Steps per incrementare la tua autoefficacia percepita
Ti sei mai chiesto qual è il tuo livello di autostima?
Riusciresti a darti un buon voto?
Sai cos’è l’autoefficacia percepita?
Ti piacerebbe conoscere il tuo stato di autoefficacia percepita?
L’autoefficacia percepita è un costrutto riguardante un processo cognitivo che è stato identificato dallo psicologo inglese Albert Bandura nel 1986.
L’autoefficacia percepita riguarda una serie di percezioni soggettive rispetto a:
Alle proprie aspettative di ottenere un esito positivo in determinate situazioni
alla pregnanza emotiva del compito in questione
alle qualità possedute ed alle proprie abilità reali
alle condizioni esistenti per lo svolgimento dello specifico compito
ai canoni di competenza percepita a riguardo dell’esclusivo frangente
È utile conoscere che le credenze che ciascuna persona ha riguardo la propria autostima ed efficacia nella gestione dei vari eventi va ad influenzare diversi livelli cognitivi. La suggestione ricade sulle aspirazioni, sugli sforzi messi in campo per l’ottenimento del risultato desiderato sulle scelte che verranno effettuate ed infine sulla qualità della prestazione e sulla capacità di gestire lo stress.
Le convinzioni di autostima innescano differenti meccanismi in base al tipo di azione considerata di volta in volta. (altro…)
Diventa un leader di successo in 10 steps
Vuoi diventare un leader di successo e fare la differenza, ottenendo incredibili vantaggi?
Ti piacerebbe essere in grado di guidare il tuo team verso i migliori traguardi?
Sai quanto conta circondarti ed attrarre persone di qualità per incrementare la tua attività?
La parola leadership letteralmente significa conduzione, guida, direzione e il leader è colui che conduce, guida, dirige.
Si può diventare leader in qualunque campo.
Un leader infatti, non è necessariamente un manager, può essere anche un genitore, un coach, un docente.
Per essere un vero leader devi essere capace di attrarre persone, in ragione delle tue competenze e delle soluzioni che sei in grado di prospettare rispetto ai problemi. (altro…)
Personal Branding: Fai di te stesso un Brand
L’idea di rendere se stessi un brand, da imporre sul mercato non è certo nuova. Non solo i testi americani degli ultimi 10 anni ne parlano tantissimo, in Italia abbiamo degli esempi molto chiari nei settori della moda (per esempio Giorgio Armani, Versace etc.), nel campo della produzione alimentare (Giovanni Rana, Fini, Bauli) .
Gli esperti americani di marketing sostengono da anni che quella di creare Marche collegate ad un nome proprio di persona sia una strategia buona non soltanto per le grandi imprese ma per tutti e ogni azienda dovrebbe essere supportata da un marchio che identifica l’attività economica con l’imprenditore stesso. In altre parole il personal branding è la tendenza comunicativa dei prossimi venti anni.
L’idea alle spalle di questa strategia è che un nome debba immediatamente richiamare alla mente dei consumatori un certo tipo di prodotto e di esperienza.
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