Chi è un FuffaFormatore?
Uno che dice di essere esperto su un determinato argomento (generalmente su molti) e che è capace di insegnartelo. Molto spesso fa un altro lavoro per “campare” e in realtà non è né davvero esperto né tantomeno capace di insegnartelo.
E anche se fosse realmente esperto ma non capace di insegnare, sarebbe un FuffaFormatore lo stesso, perché gli mancherebbe l’essenza di questo lavoro, il trasformare le conoscenze in qualcosa di facilmente comprensibile e applicabile.
Che male fa?
Ma non è un semplice sfigato che si atteggia, senza dare vero valore al pubblico di riferimento?
E’ un po’ peggio di così. Perché il nostro mondo della formazione non è ancora così maturo da riconoscere un FuffaFormatore da uno serio. Quindi il rischio è che si parli male della formazione solo per essersi imbattuti nel personaggio sbagliato. Purtroppo, con la tecnologia e il web a portata di tutti, mistificare le apparenze è fin troppo facile.
Cerca gli indizi.
Ecco perché mi son dato da fare per schematizzare gli indizi a cui prestare attenzione quando entri nel mondo di un formatore. Attenzione: sono solo indizi, non prove!
Non puoi essere certo al 100% del fatto che ti trovi di fronte a un FuffaFormatore, sta al tuo buon senso valutare la quantità (numero) degli indizi e la loro qualità (rilevanza).
Eccoli.
Standard bassi.
Nel senso che fanno solo (o quasi) le cose più facili da fare, quelle che ti posizionano nella mediocrità. Nella media, appunto, invece che nell’eccellenza.
Ecco due esempi giusto per farti capire il discorso degli standard:
A. Citazionisti.
Molti FuffaFormatori pubblicano citazioni sulle loro bacheche social Facebook e/o Instagram.
E nel 90% dei casi, quello è tutto il loro marketingJ Sì lo so che fa ridere, ma ti garantisco che è così.
Se gli chiedi: “Che strategie di marketing stai usando? Qual è il tuo funnel?”. Loro rispondono: “Pubblico delle belle citazioni motivazionali su Facebook, con delle belle immagini!”. Azz, dei grandi.Questa, come tutte le cose facili, non fa la differenza nella vita di nessuno, a iniziare da quella di chi le posta. Il web è pieno di citazioni e così le librerie piene di libri di citazioni (anche io ne ho scritto uno: “365 ispirazioni quotidiane – Se solo potessi ogni giorno”.).
B. Ebookisti
Anche qui, io ne ho scritto uno (“Il Nocciolo Duro”) ma…è in buona compagnia di svariati altri libri di carta… L’ebook può essere il primo step, ma… dimmi il nome di un ebook di uno dei grandi della formazione italiana o internazionale!! Non c’è vero? Però scommetto che mi sai dire il nome di decine di libri famosi. Ecco, ho detto tutto.
Ripeto un concetto importante: non ci sono equivalenze in quello che dico.
Ovvero: pubblicare un ebook o mettere citazioni sui social NON significa avere standard bassi, ma fare solo queste cose e vendersi come esperto, sì.
Tuttologi.
Se sono coach, sono coach di life, business, sport, carriera e amoreJ. Tutto.
Se sono formatori, allora spaziano dall’organizzazione aziendale alla P.n.l. (“Faccio anche un po’ di P.n.l.” J). Dal Project Management alla Sicurezza, dal team building (senza mai aver fatto parte di un team) alla leadership (senza mai aver gestito manco un collaboratore).
Esperienze.
Sul loro curriculum (come io sul mio) scrivono che hanno seguito i corsi di… e segue elenco dei soliti noti italiani – me incluso, a volte – ed esteri, a iniziare da Robbins. Ma a seguire un corso non ci vuole nulla, basta pagare e presentarsi in aula. Infatti, partecipare a dei corsi e leggere libri è una galassia molto, molto diversa dal conoscere a fondo un tema e avere le competenze per insegnarlo (andragogia e public speaking in primis). Se vuoi valutare qualcuno, cerca le esperienze di aula e i risultati, non i corsi che ha seguito.
Scopiazzano
Poiché non hanno standard abbastanza alti da creare qualcosa di originale, un modello formativo o una tecnica particolare, si innamorano delle scorciatoie. E copiare e scopiazzare è una di queste (senza citare le fonti, ovviamente). Anche qui, doveroso dire che tutti ci ispiriamo o prendiamo spunti, incluso il sottoscritto. Come si suol dire: non c’è nulla di completamente nuovo da inventare. Ma ispirarsi e copiare sono concetti diversi (potrei fare il nome di almeno due formatori che, in questo momento, hanno sul loro sito una versione parziale del mio programma di Public SpeakingJ. Ma io non gli do alcuna importanza).
Gureggiano.
Atteggiarsi non è una cosa che ho mai amato. Ma può essere sopportabile se fatto da qualcuno che i risultati li ha avuti e li ha davvero. Ma quando vedo delle “pulci che hanno la tosse” (cit.), provo quasi compassione per loro. Eppure, qualcuno li prende sul serio per il solo fatto che dicono di essere fichi e in gamba. Ma l’incoerenza delle azioni parla a voce molto più alta di quello che insegnano. E se parliamo di crescita personale, atteggiarsi a guru è il segno che quella roba lì la insegnano, ma non ci sono passati attraverso.
Overpromising.
Promettono il sogno, quello che tutti vorremmo, per vendere più facilmente.
Questi sono i più pericolosi, se conoscono (e usano) anche le tecniche manipolative, ipnotiche, persuasive. Una brutta razza, la più difficile da abbattere perché creano proseliti che non hanno capito dove sono finiti e lasciano sul campo persone a cui hanno spillato tutto lo spillabile.
Alla prossima, My friend!
Max
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ciao caro!
scusa, ma la caffettiera non è in piazza dei martiri???
vorrei venire, ma il giorno dopo ho un corso a roma e debbo vedere se devo partire il giorno prima o no.
se posso, vengo volentieri, se fai anche un corso sulla lettura veloce, tienimi aggiornato
🙂
ciao carissimo!
🙂
1abbraccio
Josè
Ottimo Josè
La caffetteria è vero è a piazza de martiri. Ma il proprietari hanno in gestione anche un locale (molto bello devo dire) a via filangieri al primo piano. E’ un locale utilizzato per gli eventi di formazione, meeting e convegni. Vedi di fare un salto che in fondo non siamo troppo lontani da casa tua. Ciao
quali sono gli studi scientifici che dimostrano questo? Ad esempio se io rallento la lettura capisco di più e più in profondità, posso aumentare la velocità nelle parti di testo che conosco già e quindi lì va bene il colpo d'occhio, ma per parti nuove e complesse mi sembra più produttivo rallentare.
ciao Stefania e grazie per il tuo interesse! Se mastichi l’inglese posso consigliarti qualche articolo che parla di questo. In particolare ti segnalo: Extensive Reading: Speed and Comprehension” (Bell 2001). Bell è comunque uno solo dei tanti che hanno evidenziato la correlazione tra lettura lenta e scarsa comprensione, già verso la fine dell'800 un francese, un tale Javal, giunse a conclusioni analoghe. Comunque poi verso la fine del post ti segnalerò un paio di articoli di bibliografia. In un metodo di studio organico, la lettura veloce ci consente di fare una panoramica generale e di cogliere i nessi tra le varie parti del testo, successivamente utilizzando lo strumento delle mappe mentali si riesce a ridurre la complessità e a memorizzare a lungo termine.
Se hai altre domande chiedi pure.
Un saluto e a presto!
PS: di seguito la bibliografia di cui ti parlavo:
– Richard, W (1982). Improving Reading Speed in Readers of English as a Second Language. JALT Journal, 4,
– Bell, T (2001). Extensive Reading: Speed and Comprehension.The Reading Matrix, Vol 1, No 1, April 2001.
Floriana Pagliano
Psicologa
http://www.florianapagliano.it
info@florianapagliano.it
è vero il carattere lo costruiamo negl’anni ma l’imprinting è genetico,pertanto ognuno di noi ha un data base gia scritto che si modifica nel tempo nel bene o nel male(parere soggettivo).