La risposta di Yougme Moon per essere differente dal gregge
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Hai un blocco emozionale? Prova EFT
Quello che segue è un guest post di Manuel Dalla Pozza, giovanissimo autore, esperto e tecniche energetiche per il benessere personale e appassionato di Eft. Manuel, è anche autore del corso multimediale di EFT “la bibbia di eft” risponde ad una domanda che spesso ricevo: “Se per avere successo è opportuno governare le proprie emozioni e trasformarle in energia positiva, creatività e produttività, Come posso fare a superare velocemente un arrabbiatura con un collega o una paura verso qualcosa?” Buona lettura! Cos’è Eft? Eft è una sigla che sta per “Emotional Freedom Tecniques” (tecniche per la libertà emozionale), in poche parole, se hai problemi di gestione delle emozini, siano esse paure, rabbia, astio o altre emozioni negative, eft è una tecnica proprio adatta a questo: imparare a gestirle al meglio. Come funziona Eft? Parlando in termini semplici e concisi, eft lavora al livello energetico, e non quello mentale, in pratica il lavoro viene svolto direttamente sul corpo e non sul pensiero, mi spiego meglio: vedendo una persona noti subito l’aspetto fisico, i lineamenti degli occhi, il colore della pelle, i capelli ecc… ma in profondità, tutto il nostro corpo è composto da cellule… e quest’ultime di cosa sono composte a livello profondissimo? Da energia… Ecco, eft lavora a questo livello, fluidifica lo scorrere dell’energia attraverso i meridiani, con delle stimolazioni fisiche. In un certo senso EFT lavora ad un livello ancora più profondo rispetto al livello mentale. EFT si basa sugli stessi principi dell’agopuntura cinese. Questa tecnica prende il nome dal suo fondatore, l’ingegnere statunitense Gary Craig il quale, dopo circa 30 anni di studi sulle tecniche energetiche per il benessere, a partire da una tecnica chiamata TFT, ha creato un sistema di auto-aiuto semplice, rapido ed efficace. diversamente dall’agopuntura EEFT è un sistema che, una volta appreso, può essere utilizzato semplicemente da chiunque. L’energia nel nostro corpo scorre tramite i meridiani energetici, dei “micro tubicini” in profondità in cui passa l’energia. Questi tubicini hanno degli “sbocchi” più esterni (cioè verso la pelle) che eft sfrutta per “riequilibrare” lo squilibrio emozionale. Eft si basa su questo principio fondamentale, e sul presupposto (lo stesso presupposto della medicina cinese) che se hai un problema, questo ha una natura energetica ed è il sintomo di un blocco nel fluire dell’energia nel tuo corpo. E questo può essere curato attraverso la stimolazione della parte esterna del tuo corpo. Se tu hai una paura innaturale e/o troppo esagerata (per esempio le fobie) rispetto a qualcosa questo può significare che l’energia non sta scorrendo bene lungo i meridiani… c’è un “ingorgo” un blocco 🙂 Quindi i passi successivi sono localizzare dove c’è l’ingorgo energetico (cioè trovare il problema, es: paura dell’acqua), poi analizzare bene il problema scovando il blocco specifico e poi trattare con eft per riequilibrare lo squilibrio emozionale. Per riequilibrare basta stimolare “picchiettando” , cioè attraverso delle pressioni opportunamente codificate, i punti di uscita dei principali meridiani energetici (tubicini in cui fluisce l’energia) rimanendo focalizzati sul problema specifico, in questo modo ad ogni pressione (battere con le dita la zona del meridiano) viene piano piano smossa energia e si libera il “canale”. In cosa consiste la tecnica ? La tecnica, che ti ripeto si fonda sugli stessi principi dell’agopuntura, consiste nel picchiettare con le dita alcuni punti specifici del proprio corpo. Questa è la base del funzionamento di eft, se vuoi sapere tutto in dettaglio ti invito a visionare il link https://www.labibbiadiEFT.com . Eft funziona? Domanda da un milione di dollari. Mi permetto di esporti solo una considerazione. Ho imparato a mie spese che ci sono cose nella vita che funzionano con quasi tutti ma MAI con TUTTI, quindi la risposta migliore è PROVARE sulla tua pelle senza avere pregiudizi negativi che possono influenzare il tutto. Con me funziona, mi ha aiutato tantissimo in molti momenti difficili della vita, mi ha permesso di sviluppare e portare avanti negli anni un sogno, con altre persone non funziona, dicono che non cambia nulla, perdono solo tempo (anche se poi si nota che già prima di iniziare a picchiettarsi con eft affermavano “per me non funziona”… e sappiamo bene come sono le profezie autoavveranti 🙂 )… In conclusione, lascia stare quello che ti dicono gli altri, sia io che il tuo migliore amico, la tecnica ti interessa, pensi possa aiutarti? Benissimo, studia ed inizia ad applicare, pratica in maniera corretta per almeno 30 giorni fatti bene e poi scegli… “si, voglio continuare” oppure “no, non mi ci trovo”… ed infine puoi fare come faccio io “un bel mix, eft con visualizzazione, pnl ecc…” 🙂 Come capire se si sta facendo un buon lavoro? E’ molto semplice, pero’ bisogna seguire i passi senza saltarne uno. PRIMA di iniziare il processo con eft bisogna scrivere la propria situazione attuale riguardo il problema da trattare… es: se hai paura dell’acqua, scrivi “Data odierna. Appena penso ad immergermi in acqua mi sale una tensione pazzesca, rischio di svenire.. poi magari mi capita di andare a vedere un amico in piscina e ho mancamenti, palpitazioni nonostante sia a 10 metri dall’acqua… la vedo e sto male, calo di pressione e svengo… ” ecc… DOPO un tot di tempo di lavoro (30 giorni, 60 gg quando è per te più congeniale) riscrivi la tua attuale situazione provando a fare ed andare nei posti scritti PRIMA, così puoi verificare tutti i minimi passi avanti compiuti, mi raccomando, sii specifico e dettagliato! Maggiori miglioramenti noti e meglio stai lavorando, se noti pochi cambiamenti significa maggior lavoro da svolgere 🙂 Come gestire gli autosabotaggi? Se non hai voglia di praticare eft, trovi mille scuse per non metterti all’opera, probabilmente ti stai autosabotando! Ecco come fare. Picchiettati su “anche se non ho voglia di fare eft, anche se trovo mille scuse per non fare eft.. ecc…”, vedrai che la motivazione aumenterà! Altri consigli per lavorare bene con eft Bevi tanta acqua prima di trattarti, bisogna essere idratati. Fai sempre la preparazione, serve per evitare l’inversione energetica, cioè lavorare con eft focalizzandosi sul problema MA non ottenere risultati perchè l’inversione è in atto! La più importante… SENTI L’EMOZIONE, prova l’emozione, se non senti nulla Eft non serve a nulla! (sempre il discorso lavoro a vuoto… l’emozione significa trovare il problema specifico) ================================= Articolo di Manuel Dalla Pozza ================================= Manuel Dalla Pozza Ideatore e Gestore di MA Miglioriamoci Adesso Autore di “La Bibbia di Eft“

Impara a gestire al massimo con il One Minute Manager
One Minute Manager di Kenneth Blanchard e Spencer Johnson (1981) è un piccolo e prezioso volume che risolve uno dei maggiori problemi di tutti: la gestione del tempo. Dopo decenni di ponderosi tomi sulla scienza del management e sul comportamento organizzativo, The One Minute Manager ha portato una ventata d’aria fresca. La psicologia comportamentale degli anni Ottanta assume la forma semplice e accattivante di un racconto: un giovane cerca in tutto il mondo l’esempio di un grande manager, ma non riesce a trovarne uno che unisca alla simpatia e al buon rapporto con i dipendenti la determinazione e l’attenzione per i risultati. La risposta gli viene da un manager che lavora non molto distante da lui e che accetta di incontrarlo subito per parlare del suo modo di gestire il personale; ed è a questo punto che inizia l’allegoria del manager in un minuto. La diffidenza nei confronti di un metodo di gestione del personale che richiede soltanto un minuto è naturale e spontanea, ma il successo di vendita di questo testo indica che ci deve essere qualcosa di realmente fondato in questa teoria. Gli elementi principali della gestione one minute sono tre: Assegnazione degli obiettivi one minute Concordate gli obiettivi (non più di cinque o sei) con le vostre risorse e scriveteli su singoli pezzi di carta. Da questo momento in poi le risorse conoscono esattamente i loro compiti e le aspettative del capo. Questo tipo di assegnazione degli obiettivi funziona perché “la fonte principale di motivazione delle persone è il riscontro riguardo ai risultati”. Lode one minute Le risorse dovrebbero leggere spesso gli obiettivi e fornire resoconti dettagliati sullo stato del lavoro; questo perché il manager possa “sorprendere la risorsa intenta a compiere bene qualcosa”, la lode one minute sarà l’immediato riscontro positivo riguardo all’azione svolta. La sua efficacia è legata alla motivazione: è raro trovare qualcuno che sappia fare tutto subito e bene, “per questo motivo, il segreto per formare qualcuno nello svolgimento di un nuovo compito consiste […] nel coglierlo mentre fa qualcosa più o meno bene, fino a che non impara” Sgridata efficace Se una persona non svolge bene un compito, pur avendo le competenze necessarie, il manager provvederà a rivolgerle una “sgridata efficace”. Questo richiamo è nei confronti dell’azione o del comportamento, mai della persona; dopo il rimprovero, il manager dovrà ricordare alla risorsa quanto i suoi standard siano apprezzati. Le “sgridate efficaci” funzionano poiché sono la forma più equa di riscontro nel correggere un rendimento inferiore alla media. Una volta che gli obiettivi sono stati fissati e le aspettative sono trasparenti, di norma la persona capisce quando il rimprovero è giusto e il manager viene rispettato per aver “detto la pura verità”. Inoltre, poiché il rimprovero è rapido e focalizzato su una specifica azione genera meno risentimento. La gestione dell’one minute manager esprime in maniera simbolica il concetto che gestire le persone può essere meno complicato di quanto pensiamo. Non c’è bisogno di riunioni fiume per discutere obiettivi e problemi. Occorre investire un po’ di tempo nello stabilire gli scopi, ma successivamente i contatti fra il capo e i subordinati possono essere ridotti al minimo. Essere chiari sugli obiettivi salva una grandissima quantità di energia che può essere impiegata efficacemente in altri settori. Si potrebbe osservare che le strutture organizzative orizzontali e l’enfasi con cui oggi si parla del lavoro di team, rendano questo libro meno attuale; tuttavia senza le competenze basilari nella gestione del personale, i veri leader difficilmente otterranno qualche risultato. Essi dovranno creare degli ambienti di lavoro rilassati in cui la gente disponga di tutto il tempo necessario per perseguire degli obiettivi importanti, inoltre ciascuno sa esattamente qual è il suo ruolo: così emergeranno sia la trasparenza che la chiarezza di intenti. Puoi acquistare questo libro direttamente on line da questo : “Link” Kenneth Blanchard è uno fra i consulenti manageriale più conosciuti al mondo. Nato negli Stati Uniti nel 1939 si è laureato alla Cornell University in Governement and Philosophy completando il suo dottorato in amministrazione e management. Nei primi anni ottanta è professore di Leadership and Organizational Behavior alla University of Massachusetts di Amherst. Scrive e conduce molte ricerche nell’area della leadership, della motivazione e della gestione dei cambiamenti. Nel 1982 insieme a Spencer Johnson sviluppa il concetto del “One Minute Manager” che lo porta a pubblicare una serie di libri tradotti in più di 20 lingue ottenendo, così, un successo in tutto il mondo. Il suo fenomenale best-seller L’One Minute Manager (scritto con Spencer Johnson) ha venduto più di nove milioni di copie ed è stato tradotto in 25 lingue. “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”. (Kenneth Blanchard) Puoi Trovare tutti i suoi libri in questa pagina Piaciuto il nostro articolo ? invialo a chi pensi possa fare piacere ! [email_link] Articolo di Luciano Cassese Hai trovato interessante questo articolo? Lasciaci un commento ! o invia l’articolo a qualcuno a cui potrebbe interessare Ti interessi di formazione professionale? Vuoi avere la possibilità di scaricare meteriale gratuito per la tua formazione? Registrati subito ! E’ Gratis ! Avrai la possibilità di Accedere ad una grande quantità di Materiale professionale per la tua Formazione: Slide, Corsi gratuiti, articoli, audio, video, downloads software, strumenti per la tua formazione, e tanto altro! Potrai, creare un profilo personale, partecipare attivamente ai Forum e inviare commenti a tutti gli articoli che trovi su professioneformatore.it, messaggi privati, emails. Iscriversi al nostro portale è facilissimo e NON COSTA NULLA basta inserire il proprio Nome ed indirizzo mail nell’apposito modulo alla fine di questa pagina e accettare i termini della privacy, selezionare il pulsante iscriviti e cliccare su “ok”. Le tue informazioni personali non saranno, mai in nessun caso, cedute o vendute a terzi. I dati personali da te forniti al momento della registrazione, sono utilizzati al solo fine di eseguire l’accesso e la newsletter.

4 abitudini lavorative che ostacolano la produttività
Quanto riusciamo ad essere produttivi ogni giorno? Quanta parte del nostro tempo lavorativo viene impegnato realmente in attività utili che ci aiutano a produrre reddito e quanta altra parte è impiegata in attività inutili e di contorno? Questa è una domanda che mi sorge spesso negli ultimi tempi. In particolare da quando ho appreso il principio dell’80/20 di Pareto. Per chi non conosce il principio di Pareto, questo si può sintetizzare in una affermazione “il 20% di cause determina ‘80% degli effetti” . Nel 1897 Pareto (Matematico vissuto a cavallo degli ultimi due secoli), studiando la distribuzione dei redditi, ha dimostrato, attraverso una serie di calcoli, che in una data regione solo pochi individui possedevano la maggior parte della ricchezza. Questa osservazione ha ispirato la cosiddetta “legge 80/20”, una legge empirica nota anche con il nome di principio di Pareto (o principio della scarsità dei fattori), e che è sintetizzabile nell’affermazione: la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause . Per farla breve questo rapporto dell’80/20 può essere applicato in natura a tutti i fenomeni distributivi. Naturalmente i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche e sono solo indicativi, ma è interessante notare come molti fenomeni abbiano una distribuzione statistica in linea con questi valori. A titolo di esempio si noti come la distribuzione mondiale del reddito procapite si avvicini a tali valori, in informatica ‘80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. In medicina l’80% dei decessi è causato dal 20% delle malattie e di questi esempi se ne possono trovare infiniti. Anche la gestione del tempo segue questo principio dell’80/20. Tutti noi abbiamo le nostre abitudini (o se preferisci “routine”) quotidiane. Delle tantissime attività che svolgiamo ogni giorno, come immagini bene, solo una piccola parte di queste è realmente produttiva. È stato calcolato da alcuni studi americani che nell’arco di una giornata lavorativa le persone sprecano in media il 40% del proprio tempo solo per le comunicazioni (mail, telefono, etc etc) ed utilizzano a fini produttivi molto meno del 30% del loro tempo disponibile. Anche tu probabilmente come tanti arrivi in ufficio un po’ prima delle 9.00 ti metti alla scrivania, forse chiami il bar e prendi una tazzina di caffè intorno alle 9:30 o 10:00, controlli, skype, Facebook, o qualche altro social al quale sei iscritto per poi immergerti nella lunga lista delle e-mail appena arrivate (di cui l’80% è spam). Ed eccoci qui! mentre, tutti sanno che, trascorrete del tempo per giocare a Farmville o per leggere gli ultimi aggiornamenti degli amici sulla bacheca di facebook, sono attività che fanno perdere tempo, rallentano il lavoro e influiscono negativamente sulla nostra produttività generale, non tutti sanno che tante altre abitudini, possono rallentare nella stessa misura il nostro lavoro. In questo articolo ti propongo una lista di 4 abitudini lavorative che frenano la produttività personale. 1. Riunioni Le riunioni portano via veramente tanto tempo ma, quasi tutti sostengono che sono un male necessario, anche se perdere ore ogni settimana in conversazioni che potrebbero essere fatte semplicemente tramite mail, può rivelarsi davvero frustrante. Le riunioni sono tuttavia una fase cruciale della vita aziendale. Durante le riunioni ci si confronta, nascono nuove idee e si prendono decisioni importanti. Una riunione non dovrebbe mai durare troppo tempo per essere realmente produttiva. Occorre quindi che chi gestisce la riunione tenga a mente una serie di regole da far rispettare a tutti i partecipanti come: Rispettare sempre un ordine del giorno, darsi un tempo massimo per prendere decisioni ed evitare comportamenti quali, essere impreparati, arrivare in ritardo, essere rumorosi, lasciare il cellulare acceso: Le riunioni di aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori (non quelle in cui c’è da prendere una decisione) potrebbero inoltre essere ridotte notevolmente di numero utilizzando sistemi di project management e software per la condivisione delle informazioni. Il mercato oggi è veramente pienissimo di strumenti del genere: Google Docs, group office, php groupware, centraldesktop, consentono di tenere traccia dello stato di avanzamento dei lavori di ogni progetto. Questi software, sono tutti strutturati con una lista dettagliata delle tappe e delle scadenze del progetto, in aree di lavoro condivise, in cui ogni membro del team può avere accesso alle informazioni e valutare lo stato di avanzamento dei lavori, senza dover chiedere agli altri. In questo modo si possono recuperare quelle ore precedentemente perse negli incontri settimanali. 2. Lavorare fino a tardi Se sei una di quelle persone che si sentono dei gran figoni quando lavorano fino a tardi, oppure sei uno di quelli che pensano che hanno fatto tutto il loro dovere solo quando stanno al pc fino alle 9,30 di sera, è bene che tu sappia che ti stai sbagliando alla grande. Lavorare fino a tardi non fa bene a te, non fa bene alla tua produttività, non fa bene alla tua azienda! Anzi è un comportamento che fa male alla salute. Lascia che ti chieda una cosa: quanto senti di essere realmente produttivo, dopo le 5,00 del pomeriggio? La produttività personale diminuisce al passare del tempo, perche tutti noi abbiamo bisogno di riposo. Le probabilità che tu sia realmente produttivo dopo le 5.00 del pomeriggio sono bassissime, la stanchezza ti porterà a distrarti di continuo e rischi di sprecare molto più tempo. Oltre a provocare stress, lavorare fino a tarda ora equivale a non andare a letto presto cosa che, viceversa, fa molto bene alla salute. Se non smetti di lavorare almeno due ore prima di andare a dormire, ti ritroverai in uno stato di agitazione, ed eccitazione, indotto dallo sforzo compiuto per prolungare l’attenzione sulle questioni lavorative. Se poi questa, diventa un’abitudine, aumenti le probabilità di ammalarti e di perdere altre ore di lavoro. Lavorare fino a sera va bene solo quando è strettamente necessario ma, se lo facessi abitualmente nella speranza di recuperare ore di lavoro perse a causa di riunioni o altri piccoli impedimenti, sappi che stai solo causando a te (e alla tua azienda) un disservizio. 3. Bere troppo caffè Ti piace bere il caffè ? pensi che sia utile a renderti sveglio e produttivo? Bene vorrei farti notare che la caffeina non dà un’energia durevole, e se con molto zucchero ancora meno. La caffeina ha un effetto eccitante di circa 30 minuti. Lo zucchero nel tuo caffè se preso spesso è probabile che contribuisca a farti diventare “iperteso”, in quanto agisce sui tuoi livelli di insulina che si tramutano in grasso. In altre parole, non è proprio il miglior modo per potenziare la tua attività. Fai piuttosto una colazione equilibrata, ricca di fibre e vitamine e prendi poco caffè, vedrai che la tua giornata sarà sicuramente più ricca di energia. 4. Pranzare alla scrivania Forse, potresti essere percepito come più impegnato e produttivo dal tuo capo, quando non fai una pausa pranzo completa ma, sei effettivamente più produttivo? Probabilmente no. Per un motivo, cosa accadrebbe se parte del tuo panino (o peggio del tramezzino ripieno di maionese) cadesse su un importante report o sulla tua tastiera? Se ti distraessi mangiando vicino a importanti progetti di lavoro, la tua attività ne sarebbe inevitabilmente compromessa. E a meno che non avessi una camicia di ricambio nella tua auto, potresti ritrovarti ad un incontro di lavoro con una macchia di pomodoro in tua compagnia. Inoltre, mangiare alla scrivania aumenta le probabilità di mangiare di più, dal momento che non lo fai consapevolmente, con il rischio di indebolire il cuore, compromettendo così anche la tua attività lavorativa. Infine, mangiare alla scrivania è contrario a tutte le norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro. Sulla scrivania non andrebbe consumato alcun pasto: cracker, grissini, muffin, brioches, niente di niente. Tutte le briciole delle cose che consumi finiscono negli anfratti della tastiera e sotto la tua postazione di lavoro. Le scrivanie degli uffici diventano così il terreno adatto allo sviluppo di milioni di batteri. Secondo un recente studio americano condotto su quasi 4000 prelievi, realizzati tra pc e telefoni, si è scoperto che si annidano più batteri in una tastiera del computer che in una tavoletta di un wc . I computer e i telefoni d’ufficio hanno mostrato percentuali significative di germi potenzialmente patogeni (patogeni sono quei germi che trasmettono le malattie agli uomini) del 67 % sui telefoni e 69 % sui pc. Risorse Vuoi approfondire il tema della gestione del tempo ? Vuoi diventare un vero esperto di questa materia ed essere un grande manager di te stesso ? 20 consigli di time management Puoi cominciare a sviluppare questa competenza ora gratuitamente scaricando il report 20 consigli di time management da questo indirizzo https://www.professioneformatore.it/time-management/ Questa risorsa è gratuita e messa a disposizione di tutta la comunità degli iscritti a professioneformatore.it Zen To Done Inoltre posso suggerirti di acquistare il capolavoro di Leo Babauta “Zen To done” tradotto in italiano da Leonardo di Paola e Viviana Taccione , Costa solo 9,70 ma il suo valore è ben più elevato.

Manager: generare competenze o trasferire competenze?
Sono attratto dai molteplici spunti di formazione ed informazione che nel tempo ho avuto modo di acquisire in merito. Lavoro come area manager per una società finanziaria quindi i risultati che ci si attende da me sono prettamente numerici e con cadenza mensile. La pressione e la velocità sono davvero elevate. Gestisco anche un gruppo di dieci persone e devo riuscire a fare in modo che anche il team produca risultati in linea con le aspettative dell’azienda. (altro…)