6 consigli per sviluppare il pensiero positivo nella tua vita
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Successo: che cosa è veramente?
Oggi voglio proporti una riflessione intorno al tema del successo. Proviamo insieme a scoprire cosa in genere viene denominato successo e cosa dovrebbe essere. In molti identificano il successo con il raggiungimento di un obiettivo professionale. Il tuo obiettivo potrebbe essere diventare fondatore di una società di successo oppure avere una posizione molto importante in una grande azienda. Mettiamo il caso che dopo molti anni di duro lavoro, preoccupazioni e di stress fisico e mentale, tu raggiunga il tuo risultato, raccogliendo ricchezza e prestigio. Possiamo dire che tu abbia raggiunto il successo? Probabilmente è una questione di opinioni e molti pensano che questo sia il successo. Io sono convinto che una buona definizione di successo debba coinvolgere anche il tema della felicità. Non basta, in altre parole, raggiungere un obiettivo materiale per raggiungere il successo. Il successo non è fatto esclusivamente di conquiste esteriori. (altro…)

Verso felicità seguendo il tuo Scopo
Quante volte ti capita di sentire di non essere completamente soddisfatto? Ti sei laureato, hai un buon lavoro, fai una discreta vita sociale eppure non sei completamente soddisfatto. Forse non stai seguendo i desideri più profondi e alcune volte c’è bisogno addirittura di una scossa forte per sentire che non sei sulla strada giusta. Ci sono fondamentalmente tre modi in cui si può manifestare la tua insofferenza per il percorso fin qui fatto. Il primo modo si verifica quando nella tua via accade qualcosa che la scuote nelle fondamenta, per esempio un incidente, la perdita del lavoro e cose di questo tipo. Il secondo modo è costituito invece dal verificarsi di una opportunità che però ti cambia la vita, potrebbe essere ad esempio l’incontro è il matrimonio con l’anima gemella. La terza maniera in cui si ottiene il cambiamento è la crescita. Un giorno ti senti di non trovare più senso nelle cose che facevi mentre cresce la necessità di partire per altre sponde. Questi tre tipi di situazioni sono capaci di scardinare i modelli mentali a cui ti sei adeguato, magari seguendo la tradizione di famiglia, compiendo scelte che non erano tue ma di modelli culturali dominanti. Tutte cose che possono segnare per lungo tempo la vita della maggioranza delle persone. Quando per uno dei motivi suddetti qualcosa ci dà una scossa, succede che il modello imposto dall’esterno comincia a disgregarsi e diventa più importante la nostra bussola interiore che comincia contestualmente a migliorare. La domanda allora diventa: da cosa è costituita la tua bussola interiore, cosa è esattamente che bisogna seguire per condurre se stessi sulla strada giusta? La risposta è molto semplice, la strada è indicata dalle emozioni. E’ un meccanismo che nasce con noi ma che col tempo disimpariamo. (altro…)

Change Management : è possibile scoprire e crescere i “Talenti”?
Il 4 febbraio ho partecipato ad un convegno sul Change Management e sul ruolo dei Talenti rispetto a quello dei Normali nelle fasi di cambiamento di un’azienda. E’ stata dapprima proposta una definizione di Change Management ed una definizione di Talento o persona talentuosa, successivamente sono state presentate esperienze che traevano spunto dal mondo reale, grazie agli interventi di responsabili HR di note aziende del paese. Il focus era incentrato sul come impiegare o tenere “in casa” una persona di talento, posto che questa persona già possedesse i requisiti per essere considerata di talento; marginalmente e quasi in chiusura di lavori, si è affrontato un tema a mio avviso altrettanto importante: la responsabilità sociale dell’azienda, della famiglia e della scuola finalizzate a generare o a far emergere il talento nella persona. A questo proposito, con l’intenzione di lanciare una provocazione che spero possa sfociare in un confronto, mi sono preso la briga di invitarvi alla lettura di un articolo tratto dal numero 204 di FOCUS ottobre 2009, intitolato “Le tre chiavi per il successo”. Nel suo articolo l’autrice fa riferimento al successo raggiunto da grandi performer nel campo sportivo, artistico ed imprenditoriale, indicando che studi scientifici hanno identificato il successo come un mix di tre componenti fondamentali: impegno, appartenenza sociale e caso. In merito all’impegno, si deve conseguire una pratica di almeno 10.000 ore (che equivalgono a dieci anni di duro lavoro, con obiettivi sempre nuovi e sfidanti) per potersi considerare virtuoso in un campo della vita; la tensione verso l’eccellenza e la motivazione giocano qui un ruolo fondamentale. La famiglia fornisce una cultura alla relazione con il mondo esterno e insegna al giovane a porsi con rispetto ma con determinazione nel sostenere le proprie tesi o nell’affermazione delle proprie idee. Il caso è quella componente random che agevola chi sa approfittarne. Ora, la mia provocazione è questa: possiamo traslare questi concetti al mondo dei lavoratori talentuosi? Oggi una persona di talento in ambito lavorativo (in questa sede intendo un dipendente, quadro o dirigente, non l’imprenditore) potrebbe essere un brillante laureato, colui cioè che ha impiegato correttamente le diecimila ore di tempo (dalla scuola superiore sino all’università), ma il discorso può e, a mio avviso, deve essere esteso alla costruzione del talento sul campo, quindi dovremmo considerare che occorrono altre diecimila ore di pratica on the job… Chi si assume la responsabilità sociale ed aziendale di far sviluppare con anni di pratica competenze e talento in capo alla persona? Quanto può essere lungimirante un’azienda, in un’ottica di controllo dei costi, di puntare su un laureato e dedicargli il tempo necessario affinchè possa esprimere il suo talento nel lavoro/nell’azienda? Chi si assume la responsabilità di investire questi sforzi in una persona piuttosto che in un’altra? Ed ancora, un brillante laureato che ha conseguito il titolo nei giusti tempi può diventare un talento? Può essere una persona capace di autogenerare motivazione per lunghi periodi, di tendere verso l’eccellenza? Ricordo che uno dei tre fattori citati dall’autrice dell’articolo è l’impegno costante per anni e questo necessita senz’altro di un’elvata dose di automotivazione… Ed altresì, un giovane laureato non brillantissimo ma fortemente motivato sul lavoro, curioso, osservatore, ambizioso, può arrivare ad essere un elemento giudicato talentuoso e su cui puntare? Quanto contano, quindi, le potenzialità insieme/in opposizione a dati oggettivi come, ad esempio, il voto di laurea? Ed ancora, i responsabili delle risorse umane hanno sempre la possibilità di “annusare” un talento tra quest’ultima categoria di laureati? Che cosa ne pensate? Articolo di Riccardo Borgna Riccardo Borgna Associato AFP Associazione Formatori Professionisti https://it.linkedin.com/in/riccardoborgna foto in alto: Looking Glass / Fernando de Sousa on flirk Hai trovato interessante questo articolo? Lasciaci un commento ! o invia l’articolo a qualcuno a cui potrebbe interessare Ti interessi di formazione professionale? Vuoi avere la possibilità di scaricare meteriale gratuito per la tua formazione? Registrati subito ! E’ Gratis ! Avrai la possibilità di Accedere ad una grande quantità di Materiale professionale per la tua Formazione: Slide, Corsi gratuiti, articoli, audio, video, downloads software, strumenti per la tua formazione, e tanto altro! 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“I Segreti della Mente Milionaria” di T. Harv Eker – Recensione
Quello che segue è un guest post di Raffaele Ciruolo, PNL practitioner, e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi. Raffaele ci posta La recensione di un interessante e nuovo testo di Harv Eker. “Il vostro reddito può crescere solo nella misura in cui crescete voi! Se volete cambiare i frutti per prima cosa dovete cambiare le radici. Se volete cambiare quello che è visibile dovrete cambiare ciò che è invisibile. I vostri pensieri conducono ai vostri sentimenti. I vostri sentimenti conducono alle vostre azioni. Le vostre AZIONI conducono ai vostri RISULTATI.” ( T. Harv Eker, dal libro “I Segreti della Mente Milionaria”) T. Harv Eker, mettendo in pratica gli stessi principi che insegna, è passato da nullatenente a multimilionario in soli 2 anni e mezzo! Attualmente è un leader mondiale nello sviluppo di metodi che portano alla ricchezza. Eker è fondatore e presidente di Peak Potentials Training, la scuola di crescita personale che ha avuto lo sviluppo più rapido in Nord America. Oltre 500.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo hanno partecipato ai suoi seminari. Io ho letto con molto interesse il best-seller “I Segreti della Mente Milionaria” di Eker e lo considero uno dei migliori libri sulla ricchezza: infatti contiene anche molti utilissimi consigli pratici. All’inizio di questo post ho inserito una citazione che, a mio parere, riassume bene il senso generale del discorso: per creare la ricchezza materiale è indispensabile partire dall’atteggiamento mentale (psicologia della ricchezza). Per prima cosa devi cambiare i tuoi pensieri rivolgendoli verso il successo, il denaro, la crescita e l’abbondanza. Non a caso il sottotitolo è “Il gioco INTERIORE della ricchezza”: il tuo mondo interiore crea il tuo mondo esterno. Tuttavia ciò che fa veramente la differenza è L’AZIONE: può essere utile visualizzare la ricchezza nella tua mente (come suggerisce il famoso libro “The Secret”), ma poi è necessario compiere azioni concrete per muoversi verso quella direzione. Se non ti muovi, rimani dove sei. Per stimolare ad agire Eker suggerisce di ripetere ad alta voce una serie di affermazioni positive: “AGISCO nonostante la paura”. “Agisco nonostante i dubbi”. “Agisco nonostante la preoccupazione”. “Agisco nonostante mi senta a disagio”. “Agisco quando non sono ben disposto”. Mi è piaciuta soprattutto la seconda parte del libro, in cui sono descritti i cosiddetti “files della ricchezza“, ossia gli atteggiamenti mentali che distinguono i ricchi dai poveri e dalla classe media. Li elenco brevemente: “1) Le persone ricche pensano “Io creo la mia vita“. Le persone povere pensano:”La vita mi accade.” 2) I ricchi giocano al gioco dei soldi per vincere. I poveri giocano al gioco dei soldi per non perdere. 3) I ricchi SI IMPEGNANO ad essere ricchi. I poveri vogliono essere ricchi. 4) Le persone ricche pensano in grande. Le persone povere pensano in piccolo. 5) Le persone ricche si concentrano sulle opportunità. Le persone povere si concentrano sugli ostacoli. 6) I ricchi ammirano le altre persone ricche e di successo. I poveri sono maldisposti nei confronti delle persone di successo. 7) Le persone ricche frequentano persone ricche, positive e di successo. I poveri frequentano delle persone negative e che non hanno successo. 8) Le persone ricche sono disposte a promuovere se stesse e il loro valore. Le persone povere hanno un’opinione negativa della vendita e della promozione. 9) Le persone ricche sono più grandi dei propri problemi. Le persone povere sono più piccole dei loro problemi. 10) I ricchi sono estremamente ricettivi. I poveri sono scarsamente ricettivi. 11) Le persone ricche scelgono di farsi pagare in base ai risultati. Le persone povere scelgono di farsi pagare in base al tempo. 12) Il pensiero del ricco “include”. Il pensiero del povero “preclude”. Le persone ricche pensano per inclusione (botte piena e moglie ubriaca). 13) Le persone ricche sono focalizzate sul valore del loro patrimonio netto. I poveri si concentrano sul reddito del loro lavoro. 14) Le persone ricche sanno gestire molto bene il loro denaro. I poveri riescono bene nel gestire male il denaro. 15) Le persone ricche fanno in modo che i loro soldi lavorino per loro anche di notte. I poveri lavorano sodo per i soldi. 16) Le persone ricche AGISCONO nonostante la paura. I poveri si lasciano bloccare dalla paura. 17) Le persone ricche continuano ad imparare e a crescere. I poveri pensano di sapere già.” ( T. Harv Eker, dal libro “I Segreti della Mente Milionaria”) In conclusione desidero sottolineare che non basta riprogrammare la mente (creando nuovi “files mentali” più produttivi e funzionali). Devi assumerti la piena RESPONSABILITA’: che tu sia ricco o che tu sia povero, dipende da te. E’ indispensabile anche LA FORMAZIONE: devi acquisire valide competenze teoriche per guadagnare ed investire, ma soprattutto è essenziale saperle APPLICARE (trasformandole in abilità pratiche). Un caro saluto. Raffaele Ciruolo Personal coach, PNL practitioner e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi https://langolodelpersonalcoaching.blogspot.com/ https://successomentale.com/ https://www.facebook.com/pages/Successo-Mentale-Positivo/288010427884575
Ottimo. Sono perfettamente daccordo con quanto scritto … ma è pieno di errori ortografici!!! Pensiamo positivo: meno male che non l’ho scritto io…
Tu che critichi.. d’accordo e non daccordo
Tu che critichi la critica. Dopo i puntini di sospensione inizia un nuovo periodo (una nuova frase), ragion per cui avresti dovuto scrivere: “Tu che critichi..D’accordo e non daccordo”.
Bravo Manuel si vede che sei un cultore del pensiero positivo: il tuo articolo contiene il succo di quello che servirebbe a tutti nella vita. Se tutti ci impegnassimo a fare queste cose il mondo sarebbe molto più bello da vivere, da vedere e da guardare. Peccato però che questo articolo contenga un sacco di errori ortografici perchè imbruttiscono i contenuti che sono molto validi. Perchè non lo rimetti a posto? Complimenti!
Sì, così è bravo:-)
..a parte tutti gli errori , sei sulla buona strada del P.P. si vede che ti piace e ti ci butti a capofitto! Ma forse non sai che se sei arrivato al P.P. era tempo per te di cambiare atteggiamento nei confronti della vita. Ed ecco che l’Onnisapienza e subconscio collegato al conscio ti ha portato fin qui. Prosegui anche quando sei caput, credimi anche se pensi positivo e sempre difficile vedere la parte buona della cosa. Io mi sono documentata e piano piano i miracoli avvengono…. Buona fortuna sia ! PS. Mai dire non ma sempre pensare il no! perchè l’universo non lo riconosce e allora il pensiero: NON VOGLIO AMMALARMI verrà letto come : VOGLIO AMMALARMI.
il pensiero giusto è quello rivolto al positivo : Io godo di ottima salute ! CIAO
Ottimi spunti e suggerimenti Grazia
magari impara l’italiano prima di scrivere su internet……..
Non importa come abbia scritto. È il concetto che conta. Certo che un italiano corretto è la base… ma se ci soffermiamo su questo, siamo negativi già in partenza…
Ottimo articolo!
Nel 95% delle persone prevalgono la negatività ed il pessimismo.
Un po’ di suggerimenti per pensare positivo non guastano.
Purtroppo però cercare di cambiare il proprio modo di pensare costa fatica, e la gente preferisce continuare a lamentarsi piuttosto che darsi da fare attivamente per migliorarsi.
Saluti
Complimenti…un articolo bellissimo. Se la maggior parte delle persone seguissero delle linee guida simili, potremmo avere la possibilità di vivere in un mondo migliore.
Ivan
ciao Viaggio in treno e guardo fuori
son tornato dall’india in autostop, son partito senza alcuna pressione per non conoscere l’ansia e la depressione. son arrivato libero e bello portando allegria al mio cervello, son ripartito camminando lentamente come mi ha suggerito la mia mente… viaggio in treno e guardo fuori..vedo il mondo a colori per capire gli errori..son felice delle vita per avermela costruita…ogni giorno è festivo per la mente del creativo…disegno con la mente per tenermelo ben prese… se capisci la sua “danza” la tua vita è una vacanza..gratta e vinci non appartiene alla teoria di leonardo da vinci…vendi la tua libertà per non avere difficoltà…la notizia del TG è falsa e finta costruita in differita per comunicare una ferita…….
se volete un giorno continuo
sportivamente lamberto bottaro
bravo Lamberto
Bravo
Grazie per la condivisione
per essere positiv,i bisogna prima avere delle giuste motivazioni.
motivazioni realistiche degne di fiducia che abbiano un fondamento solido , il resto viene da se in automatico
altrimenti diventa difficile
Maurizio sono pienamente d’accordo con te quando dici che “bisogna prima avere delle giuste motivazioni”. Io aggiungerei che ognuno può darsi da se le giuste motivazioni stabilendo per se stesso dei GRANDI obiettivi, sufficientemente MOTIVANTI.
Ciao, pensare positivo e’ alla base x realizzare la nostra vita anche perché “NOI siamo quello che pensiamo di essere”
Tutto molto interessante, sono insegnamenti di cui ho bisogno
Tante belle parole.per carità molti punti sono utili.ma io sono dell’idea che se sbagli in partenza,rimetterti in careggiata e duro.
Condivido il commento di tutti, se mi permettete un ammonizione:
non dobbiamo naufragarci su un errore ortografico di chi sta cercando di mettere il suo mattone in un argomento importante che può aiutare a comprendere molte persone che c’è la possibilità di vivere in un modo migliore soltanto cambiando il proprio atteggiamento. .
I punt 5 e 6 a mio avviso sono determinanti. Pensare positivo è il punto di partenza. Tutto il resto viene da solo.
Grazie … ma come metto in pratica ora, minuto per minuto nella mia vita quotidiana ?
Ciao Ary
Non esiste una formula minuto per minuto per applicare questi consigli.
La strategia è quella di cominciare da uno o due di questi consigli, cercare di tenerlo sempre a mente e di agire di conseguenza. Appena sarà diventato una abitudine avrà modificato il tuo modo di pensare, puoi passare ad un nuovo consiglio.
Ciao. I consigli erano utili, grazie. Mi hanno dato un po’ più di fiducia. Comunque, dopodomani parto per un viaggio in auto di 13 ore verso la Spagna…hai qualche consiglio su come superare l’ansia da viaggio? Grazie in anticipo, spero che tu risponda presto!