Tre semplici passi per costruire una grande autostima
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Hai un blocco emozionale? Prova EFT
Quello che segue è un guest post di Manuel Dalla Pozza, giovanissimo autore, esperto e tecniche energetiche per il benessere personale e appassionato di Eft. Manuel, è anche autore del corso multimediale di EFT “la bibbia di eft” risponde ad una domanda che spesso ricevo: “Se per avere successo è opportuno governare le proprie emozioni e trasformarle in energia positiva, creatività e produttività, Come posso fare a superare velocemente un arrabbiatura con un collega o una paura verso qualcosa?” Buona lettura! Cos’è Eft? Eft è una sigla che sta per “Emotional Freedom Tecniques” (tecniche per la libertà emozionale), in poche parole, se hai problemi di gestione delle emozini, siano esse paure, rabbia, astio o altre emozioni negative, eft è una tecnica proprio adatta a questo: imparare a gestirle al meglio. Come funziona Eft? Parlando in termini semplici e concisi, eft lavora al livello energetico, e non quello mentale, in pratica il lavoro viene svolto direttamente sul corpo e non sul pensiero, mi spiego meglio: vedendo una persona noti subito l’aspetto fisico, i lineamenti degli occhi, il colore della pelle, i capelli ecc… ma in profondità, tutto il nostro corpo è composto da cellule… e quest’ultime di cosa sono composte a livello profondissimo? Da energia… Ecco, eft lavora a questo livello, fluidifica lo scorrere dell’energia attraverso i meridiani, con delle stimolazioni fisiche. In un certo senso EFT lavora ad un livello ancora più profondo rispetto al livello mentale. EFT si basa sugli stessi principi dell’agopuntura cinese. Questa tecnica prende il nome dal suo fondatore, l’ingegnere statunitense Gary Craig il quale, dopo circa 30 anni di studi sulle tecniche energetiche per il benessere, a partire da una tecnica chiamata TFT, ha creato un sistema di auto-aiuto semplice, rapido ed efficace. diversamente dall’agopuntura EEFT è un sistema che, una volta appreso, può essere utilizzato semplicemente da chiunque. L’energia nel nostro corpo scorre tramite i meridiani energetici, dei “micro tubicini” in profondità in cui passa l’energia. Questi tubicini hanno degli “sbocchi” più esterni (cioè verso la pelle) che eft sfrutta per “riequilibrare” lo squilibrio emozionale. Eft si basa su questo principio fondamentale, e sul presupposto (lo stesso presupposto della medicina cinese) che se hai un problema, questo ha una natura energetica ed è il sintomo di un blocco nel fluire dell’energia nel tuo corpo. E questo può essere curato attraverso la stimolazione della parte esterna del tuo corpo. Se tu hai una paura innaturale e/o troppo esagerata (per esempio le fobie) rispetto a qualcosa questo può significare che l’energia non sta scorrendo bene lungo i meridiani… c’è un “ingorgo” un blocco 🙂 Quindi i passi successivi sono localizzare dove c’è l’ingorgo energetico (cioè trovare il problema, es: paura dell’acqua), poi analizzare bene il problema scovando il blocco specifico e poi trattare con eft per riequilibrare lo squilibrio emozionale. Per riequilibrare basta stimolare “picchiettando” , cioè attraverso delle pressioni opportunamente codificate, i punti di uscita dei principali meridiani energetici (tubicini in cui fluisce l’energia) rimanendo focalizzati sul problema specifico, in questo modo ad ogni pressione (battere con le dita la zona del meridiano) viene piano piano smossa energia e si libera il “canale”. In cosa consiste la tecnica ? La tecnica, che ti ripeto si fonda sugli stessi principi dell’agopuntura, consiste nel picchiettare con le dita alcuni punti specifici del proprio corpo. Questa è la base del funzionamento di eft, se vuoi sapere tutto in dettaglio ti invito a visionare il link https://www.labibbiadiEFT.com . Eft funziona? Domanda da un milione di dollari. Mi permetto di esporti solo una considerazione. Ho imparato a mie spese che ci sono cose nella vita che funzionano con quasi tutti ma MAI con TUTTI, quindi la risposta migliore è PROVARE sulla tua pelle senza avere pregiudizi negativi che possono influenzare il tutto. Con me funziona, mi ha aiutato tantissimo in molti momenti difficili della vita, mi ha permesso di sviluppare e portare avanti negli anni un sogno, con altre persone non funziona, dicono che non cambia nulla, perdono solo tempo (anche se poi si nota che già prima di iniziare a picchiettarsi con eft affermavano “per me non funziona”… e sappiamo bene come sono le profezie autoavveranti 🙂 )… In conclusione, lascia stare quello che ti dicono gli altri, sia io che il tuo migliore amico, la tecnica ti interessa, pensi possa aiutarti? Benissimo, studia ed inizia ad applicare, pratica in maniera corretta per almeno 30 giorni fatti bene e poi scegli… “si, voglio continuare” oppure “no, non mi ci trovo”… ed infine puoi fare come faccio io “un bel mix, eft con visualizzazione, pnl ecc…” 🙂 Come capire se si sta facendo un buon lavoro? E’ molto semplice, pero’ bisogna seguire i passi senza saltarne uno. PRIMA di iniziare il processo con eft bisogna scrivere la propria situazione attuale riguardo il problema da trattare… es: se hai paura dell’acqua, scrivi “Data odierna. Appena penso ad immergermi in acqua mi sale una tensione pazzesca, rischio di svenire.. poi magari mi capita di andare a vedere un amico in piscina e ho mancamenti, palpitazioni nonostante sia a 10 metri dall’acqua… la vedo e sto male, calo di pressione e svengo… ” ecc… DOPO un tot di tempo di lavoro (30 giorni, 60 gg quando è per te più congeniale) riscrivi la tua attuale situazione provando a fare ed andare nei posti scritti PRIMA, così puoi verificare tutti i minimi passi avanti compiuti, mi raccomando, sii specifico e dettagliato! Maggiori miglioramenti noti e meglio stai lavorando, se noti pochi cambiamenti significa maggior lavoro da svolgere 🙂 Come gestire gli autosabotaggi? Se non hai voglia di praticare eft, trovi mille scuse per non metterti all’opera, probabilmente ti stai autosabotando! Ecco come fare. Picchiettati su “anche se non ho voglia di fare eft, anche se trovo mille scuse per non fare eft.. ecc…”, vedrai che la motivazione aumenterà! Altri consigli per lavorare bene con eft Bevi tanta acqua prima di trattarti, bisogna essere idratati. Fai sempre la preparazione, serve per evitare l’inversione energetica, cioè lavorare con eft focalizzandosi sul problema MA non ottenere risultati perchè l’inversione è in atto! La più importante… SENTI L’EMOZIONE, prova l’emozione, se non senti nulla Eft non serve a nulla! (sempre il discorso lavoro a vuoto… l’emozione significa trovare il problema specifico) ================================= Articolo di Manuel Dalla Pozza ================================= Manuel Dalla Pozza Ideatore e Gestore di MA Miglioriamoci Adesso Autore di “La Bibbia di Eft“

Comunicazione: 7 segreti per dare di te un’immagine irresistibile
Sapevi che la comunicazione passa per il 55% attraverso il linguaggio del corpo e la gestualità? Sai qual è l’immagine che comunichi di te? I movimenti dei tuoi occhi, i gesti che compi, le posizioni che assumi, l’atteggiamento con cui ti poni in una relazione, sono tutti modi in cui invii messaggi ai tuoi interlocutori in maniera spesso inconsapevole. Ciò che la mente umana fa in ogni momento è formulare dei giudizi in merito a ciò che ci circonda e alle persone che incontriamo. Basta una frazione di secondo e il gioco è fatto. (altro…)

Video per la formazione : Vincere cambia tutto!
L’appuntamento con “Video Per la formazione”, visto anche il successo riscontrato e i commenti entusiasti dei lettori di professioneformatore.it diventa appuntamento fisso su queste pagine web. Ti ricordo che la rubrica è realizzata grazie alla partnership con “Il Cinema Insegna” – Formazione e crescita personale attraverso le scene dei film. Il filmato che ti propongo questa settimana è una clip tratta dal film “Glory Road – Vincere cambia tutto”, un film di James Gartner con Josh Lucas, Derek Luke, Austin Nichols (USA, 2006). Sacrificio, Motivazione e Spirito di squadra FEEDBACK Piaciuto il filmato ? In che occasione lo useresti ? Vorresti suggerirne qualcun altro ? Vorresti trovare un filmato in particolare su queste pagine ? LASCIAMI UN COMMENTO ! RISORSE Sei interessato ad avere video per le tue aule? Vuoi stupire i tuoi corsisti con filmati selezionati ed eccezionali ? Vuoi farti ricordare dai tuoi clienti ? Clicca qui

Perché sorridere ti porta al successo?
Quante volte hai sentito dire che se sorridi la vita ti sorriderà? Quante volte hai sentito dire che, per avere successo, bisogna essere positivi e sorridere alla vita? Suppongo veramente tante ! Già solo se leggi professioneformatore.it l’avrai sentito un sacco di volte! Quasi fino alla noia ! Ma …. È vero? Funziona davvero così? Un po’ dappertutto, sia sui libri di self Help, che periodicamente arrivano da oltre oceano, sia dai tanti formatori come me, che cercano di aiutare la persone a esprimere tutto il loro pieno potenziale, si sente dire che per avere successo nella vita, ed ottenere ciò che si vuole bisogna necessariamente sorridere e mostrare positività. Ma è proprio così? Ma non si può essere semplicemente se stessi? Giorni addietro, mi trovavo a passeggiare per via Chiaja con Sergio, un mio caro amico dei tempi del liceo che mi sollevava proprio questa obiezione dicendo: “ma perchè diamine non me ne posso stare in grazia di Dio e manifestare tranquillamente il mio stato d’animo. Sono stanco di questa diffusa cultura all’ottimismo. Ci sono un sacco di cose che non vanno per il verso giusto: i rifiuti, l’inquinamento, la cultura consumistica, perché dovrei fare la parte dell’americano positivone, che non si rende conto dei problemi seri dell’umanità e sorride sempre”. Ti sembra familiare? Anche alcuni miei lettori in passato mi hanno sollevato obiezioni simili. Ecco perché ho deciso di scrivere due righe sull’importanza del sorridere per ottenere quello che si vuole dalla vita. Prima di parlartene però vorrei fare una premessa ed invitarti ad avere un atteggiamento critico. Non credere a nulla di quello che leggi in questo post ma, con metodo scientifico appena puoi verifica tu stesso quello che ti dico. Adesso mettiti comodo e leggi con calma. Una piccola premessa : è tutta Questione di comunicazione Indiscutibilmente, la vita ci pone, ogni giorno, innanzi a delle sfide. Grandi o piccole che siano, la vita ci pone delle sempre delle sfide. Una commissione nuova, il traffico, arrivare puntuali in ufficio, incontrare un nuovo cliente, passare negli uffici di una pubblica amministrazione per ottenere dei certificati, sono tutte piccole sfide che quotidianamente affrontiamo. È mia personale convinzione, (e non solo mia, c’è una vastissima letteratura in merito) che, gli esseri umani affrontano e vincono le loro sfide attraverso la comunicazione. Pensaci bene! Questo è valido sia nella vita privata che nel lavoro. Quando abbiamo un problema nella nostra vita privata in famiglia o con la fidanzata riusciamo a superarlo veramente e a riportare l’armonia solo parlando, confrontandoci e cercando una soluzione basata sull’amore e la stima reciproca. Quando abbiamo un problema al lavoro (una sfida per l’appunto), e non riusciamo ad interagire con un cliente difficile, o con il nostro capo, nella maggior parte dei casi questo è un problema di comunicazione. Non riusciamo a comunicare efficacemente il nostro valore e le nostre capacità, le nostre idee oppure non riusciamo a comprendere le esigenze di chi ci sta di fronte. La nostra principale attività al mondo è la comunicazione. La comunicazione scritta ed orale ha cambiato il corso della storia, ha liberato gli schiavi, ha fatto scoppiare guerre, ha creato nuove nazioni, ha reso possibile il progresso scientifico e tecnologico, ha portato pace dove c’erano le guerre, ha causato il successo e il fallimento di tanti. L’uomo è un animale che comunica, continuamente! Il primo assioma della comunicazione del resto recita in questo modo: “non possiamo non comunicare” e questo è molto vero! Anche quando sei in silenzio stai comunicando, comunichi una volontà chiara di non parlare, di non esprimerti o, un distacco. Una delle cose che ho imparato quando ho cominciato questo mestiere più di 10 anni fa è che la comunicazione non è fatta solo di contenuto ma anche e sopratutto di contenitore. Cioè quando comunichiamo con qualcuno non è tanto importante quello che diciamo (il contenuto per l’appunto), quanto il modo in cui lo diciamo, (il contenitore). Ti faccio un esempio: se vedi una scena una ragazza dice ad uomo “ti stai comportando proprio male sai!” che significa questa frase ? Dipende dal modo in cui viene formulata! Se ci pensi un attimo questa frase può avere almeno due significati completamente opposti a seconda del tono e dell’espressione del viso con le quali viene pronunciata. Se la ragazza in questione ha un tono nervoso, parla a scatti, con voce alta, e il viso è aggrottato in una smorfia di rigida tensione, vuol dire che sta seriamente rimproverando il suo interlocutore, ed è in atto una situazione di conflitto. Viceversa, se la stessa frase è accompagnata da un’espressione del viso ammiccante, con la testa leggermente piegata verso il basso, lo sguardo che punta verso gli occhi del suo interlocutore, un tono di voce caldo e un volume basso, può voler significare tutt’altro, Come ad esempio la presenza di un rapporto intimo tra i due e semmai l’approvazione di di una asserzione o l’accettazione di un invito precedente formulato dal ragazzo. La stessa frase come vedi può significare rifiuto/conflittualità oppure accettazione/complicità. Due significati completamente opposti! Allo stesso modo se senti un uomo pronunciare una fare del genere : “mio fratello è proprio un gran figlio di ….“puoi attribuire un significato positivo o negativo solo interpretando il tono e l’espressione facciale di chi pronuncia questa frase. Nel trattare le abilità comunicative è necessario dare il dovuto risalto a tutti gli elementi che contribuiscono a rendere efficace la comunicazione. Quando si sente parlare di comunicazione, la nostra mente pensa al linguaggio tradizionale, alle parole, come lo strumento comunicativo per eccellenza. In genere tendiamo a sottovalutare tutti gli altri elementi che utilizziamo per trasmettere il nostro messaggio con più forza. Questi strumenti sono: le parole, i toni di voce, il linguaggio non verbale (rappresentato dalla gestualità, dalla posizione del corpo, dalla mimica facciale, dal sorriso, dal contatto visivo ecc.). Una immagine vale molto di più 1000 parole ! Se andiamo a valutare l’efficacia comunicativa degli strumenti indicati scopriremo delle belle sorprese. Già negli anni sessanta un grande scienziato Albert Mehrabian si pose il problema di capire quale fosse il livello di efficacia comunicativa dei tre strumenti che avevano a disposiIone le persone : parole, toni della voce, gestualità ed espressioni. Nei suoi studi egli osservò come, in una normale comunicazione, la ricezione del messaggio (ma sarebbe più corretto parlare di efficacia comunicativa) sia data solo per il 7% dalle parole, per il 38% dai toni di voce e per il 55% dal linguaggio non verbale cioè i movimenti del corpo e le espressioni del viso. Cosa vuol dire questo ? Che nella comunicazione non è importante quello che diciamo ma come lo diciamo. E, se vogliamo avere relazioni positive dobbiamo curare bene il modo come ci rapportiamo agli altri. Come mai si dice che le emozioni sono contagiose? Una cosa che mi sono sempre chiesto è : “come mai la comunicazione non verbale ha così tanto peso nell’economia complessiva della comunicazione ? ” La risposta mi è venuta qualche anno dopo i miei primi studi di comunicazione quando ho scoperto il lavoro di Goleman sull’intelligenza emotiva (in questa pagina trovi anche una interessante recensione di uno dei suoi libri più famosi), che per me è stato non solo illuminante ma, una vera e propria fonte di ispirazione. Per Goleman alcuni comportamenti dell’uomo compresa la comunicazione non verbale sono il frutto di qualcosa di istintivo e inconsapevole. Appartengono alla parte emotiva dell’intelligenza umana, che è anche la parte predominante e più primordiale. La comunicazione non verbale è così qualcosa che nasce con l’evoluzione della specie umana. La nostra mente razionale è gestita dalla parte più giovane (in termini evolutivi) del nostro cervello. Le cellule del nostro cervello deputate a produrre e gestire pensieri razionali (del tipo se a =b e b=c anche a=c) sono localizzate nei lobi pre-frontali apparteneti a quella parte di cervello, la neocorteccia, che solo gli uomini hanno sviluppato. Gli animali, i rettili, i mammiferi e persino i primati non ce l’anno. Diversamente la parte più antica del cervello l’archeocorteccia, quella parte di cervello che l’uomo condivide con i rettili e i mammiferi è deputata a gestire informazioni a carattere emotivo. E quali sono le informazioni a carattere emotivo? Sono tutte quelle informazioni legate alla sopravvivenza, dell’individuo o della specie. Ad esempio quando tocco il fuoco e mi scotto la mano, quella sensazione di dolore mi fa ricordare per tutta la vita che il fuoco è una cosa pericolosa, viceversa il sapore del delle cose un po grasse e dolci ci piace un po a tutti perchè il latte materno (nutrimento e sopravvivenza)che era dolce e grasso. Goleman si spinge anche oltre e spiega come mai le reazioni emotive (quando ci incazziamo di brutto) sono difficili da gestire e esplodono senza darci la possibilità di controllarle. Diversamente dalla mente razionale che è il prodotto della parte più giovane del cervello e è molto lenta, la parte del cervello che gestisce le informazioni a carattere emotivo è veloce è reattiva perché è deputata alla funzione più importante del corpo : la sopravvivenza. Del resto le cellule del cervello deputate alla gestine di queste informazioni emotive l’amigdala è localizzata nella archicorteccia in continuità con le cellule del cervello che gestiscono il movimento. Quando siamo bambini e ci scottiamo con il fuoco apprendiamo una informazione a carattere emotivo(fuoco=dolore=rischio di sopravvivenza). La prossima volta che avvicinano la mano ad una sorgente di calore immediatamente e istintivamente staccano velocemente la mano dalla fonte di calore. Cosa succede ? La mano tocca la fonte di calore, l’amigdala percepisce un pericolo e immediatamente manda il segnale di movimento alle cellule che gestiscono il movimento. Il tutto senza elaborare l’informazione. Questo tipo di meccanismo è un meccanismo reattivo basato sul modello stimolo -risposta. Ad uno stimolo corrisponde una risposta immediata e istintintiva. Le emozioni sono il nostro pilota automatico per la sopravvivenza. L’uomo si è evoluto fino ad arrivare in cima alla catena alimentare grazie alla sua capacità di comunicare. Facci caso! L’uomo non ha artigli, non ha zanne, non é veloce nella corsa. Fisicamente è una schiappa. È il più debole degli animali della savana. Tuttavia grazie alla sua capacità di comunicare ė diventato il padrone del pianeta (con tutti gli effetti negativi del caso). Grazie alla capacità di comunicazione l’uomo ha potuto cacciare in gruppo, costruire utensili scambiando elementi di informazione, scappare ai grandi predatori. Ma questo è stato reso possibile non dalla comunicazione verbale ma, piuttosto dalla mimica facciale. Recenti studi hanno dimostrato che gli uomini, prima di parlare già utilizzavano da millenni le espressioni del viso. Solo gli uomini hanno una gamma di espressioni ed una mimica facciale tanto ricca. Anche gli animali hanno una comunicazione non verbale, hanno una gestualità con la quale comunicano ma, non hanno la ricchezza delle espressioni facciali unica degli uomini. E questa capacità di comporre espressioni con il viso ha permesso agli uomini di sopravvivere. Infatti, se pensi che gli uomini primitivi che vivevano nella savana, quando percepivano un pericolo, come la presenza di un grande predatore disegnavano sul loro volto l’espressione della paura. Chiunque si trovava nei pressi, immediatamente capiva che stava per succedere qualcosa di sgradevole e cominciava ad agitarsi, pronto a scappare. La comunicazione non verbale è un tipo di comunicazione molto veloce in quanto comunica emozioni attraverso una immagine. Non c’è bisogno di spiegare. Pensa a quegli uomini primitivi se quando dovevano dare l’allarme (in silenzio per non indispettire l’animale feroce ) iniziavano a dire aiuto aiuto sta arrivano una bestia che mi sembra un leone. È molto più lento e goffo dell’immagine di un volto impaurito. La comunicazione ed in particolare la mimica facciale è un modo immediato di trasmettere emozioni. Fa tu stesso la prova . Fai la faccia della paura e pronuncia un suono senza senso “ah” con tono tremolante in un luogo affollato. Tutti si gireranno nella tua direzione con un’espressione almeno preoccupata, qualcuno dirà anche “che succede”. Ecco perchè le emozioni sono contagiose ! Perchè fanno parte del programma di sopravvivenza del genere umano. Allo stesso modo si trasmettono anche le emozioni positive. Se ascolti delle persone ridere di gusto dopo un po’ ti verrà da ridere anche a te. Se non mi credi prova a vedere questo video del dottor Madan Kataria un medico indiano che ha inventato lo yoga della risata. Ti assicuro che se guardi i suoi esercizi finalizzati a ridere senza motivo, ti verrà da ridere anche a te. Ecco perché sorridere ti porta al successo! E così siamo arrivati alla fine di questo lungo articolo, a formulare una risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio: perchè sorridere ci porta al successo? Semplice perché ci aiuta a comunicare emozioni positive. E così se quando ti rechi presso un ufficio del Comune sorridi, trasmetti all’impiegato una emozione positiva che lo fa predisporre in uno stato d’animo sereno. Viceversa se ci vai con un’espressione crucciata, trasmetti una emozione negativa che nella sua mente si trasforma in un messaggio di pericolo. Se l’impiegato è sereno sarà felice di aiutarti ma se percepisce un pericolo istintivamente farà di tutto per ostacolarti. E la cattiva notizia è che il suo comportamento è inconscio, inconsapevole. Lui non sa che sta recependo una emozione negativa e non sa perché guardandoti percepisce una emozione negativa. Ma inconsciamente farà di tutto per combatterti o quantomeno allontanarti. Allo stesso modo quando incontri un nuovo cliente se sorridi , predisporrai il tuo interlocutore in uno stato emotivo aperto all’accoglienza in quanto sta percependo una emozione positiva. Lui sarà più disposto ad ascoltarti e a darti credibilità. Semplice ! Nelle piccole sfide che la vita ogni giorno ci pone, abbiamo due scelte, contrapporci e combattere, ponendoci come un potenziale pericolo verso i nostri interlocutori di tutti i giorni oppure, provare a comunicare emozioni positive e trovare tanti piccoli alleati. Se sorridi sarà più semplice chiudere un contratto con un nuovo cliente, sarà più semplice farsi aiutare da un impiegato di un ufficio pubblico a disbrigare una pratica amministrativa, sarà più facile ottenere tutti i piccoli risultati che messi insieme uno dopo l’altro disegnano la strada verso il raggiungimento dei tuoi tanti obiettivi.
sì, piaciuto, darei un consiglio a chi vuol aumentare-rammentare oserei dire la propria stima in sè, ecco:
prendete un lato di voi da bambino/bambina che vi piace, una cosa minima va bene lo stesso e scrivetela su un fogliettino tipo post-it ed incollatela dentro il vostro portafogli o diario o borsetta, vi ricorderà chi siete!
buon cammino
pippo 8
Ciao Pippo grazie per questa tip davvero utile e immediata
Ciao Luciano,
bell’articolo hai dato numerosi spunti di riflessione mi è piaciuto e cercherò di metterlo in pratica specie dove dici che occorre saper gestire gli stati d’animo in questo trovo un pò di difficoltà sono emotiva..
Quello che mi sento di consigliare e che faccio io stessa quando mi trovo a dover superare un ostacolo che vedo difficoltoso è ripensare a un momento difficile a come sono riuscita a superarlo e ripensare alla soddisfazione che ho provato.
Poi mi dico “se in quell’occasione c’è l’ho fatta riuscirò anche in questa” e mettere in atto di buona lena tutti gli accorgimenti necessari senza pensar troppo e soffermandomi sui piccoli progressi che ottengo.
Così esco dalle difficoltà, non bisogna dar retta alle paure e timori che albergano dentro ciascuno di noi e per far ciò la concentrazione e il “darsi da fare” funzionano alla grande almeno per me.
Ti rinnovo la mia stima per quello che porti avanti utile a tutti noi
Buon Business
Riccarda
E’ piaciuto anche a me l’articolo, aggiungerei anche magari di coltivare un qualche interesse per poter rendersi conto che in un contesto diverso si è più considerati e quindi capire meglio come uscire da un’eventuale situazione difficile.
Ottimi spunti su cui lavorare! Credo che il nostro linguaggio interno sia fondamentale per accrescere la nostra autostima: all’inizio, come hai detto tu, non è semplice ma poi piano piano diventa automatico. Io per esempio cerco sempre di eliminare le affermazioni negative che mi faccio (tipo “non riesco”) e le sostituisco con domande potenzianti (tipo “Cosa posso fare per fare questa cosa al meglio?”) e devo dire che fin’ora ho sempre ottenuto ottimi risultati.
Altra cosa importantissima, come hai detto tu, sperimentare sensazioni di trionfo: io, nel mio piccolo, ad ogni minimo (minimo minimo) risultato positivo che ottengo esulto di gioia. Esagerata? Può essere, ma ciò mi fa stare bene quindi perché non farlo?!?
Grazie per questo bellissimo articolo!
Ciao Luisa grazie per questo feedback !
Non sei per niente esagerata anzi ! Esultare per ognipiccolo successo crea una mentalità da Vincente.
Io spesso mi ritrovo a pensare che la vita dovrebbe essere presa con uno spirito sportivo. Ci si diverte in quello che si fa e si compete “per vincere” . Quando si vince si esulta, se non si vince si è soddisfatti lo stesso perché si è giocata una bella partita e dalla sconfitta si possono apprendere sempre noe cose che prima non si erano prese in considerazione!
Ciao e grazie di nuovo
grazie, un articolo davvero interessante che condivido in toto.
nella nostra professione di Operatori Tecnici Subacquei siamo costantemente chiamati a confrontarci con i nostri limiti e a cercare il modo migliore di superarli. gioire dei successi, anche minimi, infonde la necessaria positività per affrontare, un passo alla volta, le sfide più dure. nell’attività di formazione lavoriamo molto sull’autostima e sulla preparazione emozionale, ma non basta la scuola, è necessario l’esercizio quotidiano.
nella subacquea professionale le difficoltà sono multiple e quotidiane e si annidano ovunque…sfuggire ai meccanismi automatici dei nostri pensieri, capaci di generare stati di agitazione è una necessità, oltre che un dovere nei confronti della squadra che si fida di noi. molto del nostro lavoro è improntato sulla fiducia reciproca, che si realizza e si mantiene con la quotidianità delle risposte agli stimoli esterni. se un elemento della squadra perde il controllo, gli altri lo affiancano e lo riportano alla condizione dei sicurezza e lo aiutano a superare il blocco, ritrovando la giusta autostima per continuare il proprio lavoro.
seguirò con attenzione gli sviluppi di questa interessante discussione.
Cristina