Se qualcuno mi chiedesse quali sono le competenze che portano al successo in cima alla lista sicuramente inserirei la capacità di comunicare e vendere le proprie idee agli altri in altere parole la Persuasione. Saper vendere le proprie idee quando si tratta di sviluppare rapporti a carattere professionale vuol dire, avere più clienti, coinvolgere più facilmente gli altri a collaborare con noi , avere meno grane nei rapporti con i fornitori, sviluppare relazioni più soddisfacenti in un gruppo di lavoro, guidare e coinvolgere le persone con maggior efficacia ed entusiasmo etc etc.
Molti professionisti in tutte le fasi della carriera si ritrovano, per un qualche motivo a chiedersi cosa possono fare per “vendere” al meglio una nuova idea, sia a un cliente esterno che ad un gruppo di lavoro all’interno di un’organizzazione.
In molti casi sarebbe davvero bello avere una formula standard che funziona sempre, ma il successo in realtà dipende sempre dalle caratteristiche specifiche della tua situazione personale e professionale. Ogni realtà è differente da un’altra!le persone sono per definizione differenti l’una dalle altre ecosì anche le loro relazioni sono differenti caso per caso.
Vi sono, tuttavia, una serie di strategie comuni che si possono prendere in considerazione. In generale la tua migliore linea di azione dovrebbe essere quella di sviluppare la capacità di usare una varietà di approcci differenti per rendere le tue idee più potenti e irresistibili.
Queste 7 strategie che elenco in questo articolo, tutte mutuate dalla migliore letteratura in tema di comunicazione e persuasione, possono essere un ottimo strumento da includere nella tua “cassetta degli attrezzi”, un elemento iniziale per cominciare a migliorare la tua capacità di persuasione in ogni occasione professionale in cui hai bisogno di vendere al meglio le tue idee :
7 Regole di Persuasione per vendere le proprie idee
1. Fai in modo che la tua idea sia basata su dati di fatto
Prima di esporre le tue idee e i tuoi progetti assicurati di basarti sui fatti, con un valido supporto logico. Se i fatti non sono facilmente disponibili, cerca fonti di informazione nuove o non tradizionali. Assembla bene le informazioni necessarie per sviluppare un’idea che fornirà proprio i risultati di cui hai bisogno.
2.Collega EMOZIONI ai fatti a sostegno della tua idea
Le emozioni sono alla base delle decisioni. Anzi posso dirti senza timore di sbagliarmi che ogni scelta è una cosa emotiva. Come abbondantemente dimostrato dalle ricerche della scuola di Paolo Alto e riportato in gran parte della letteratura piscologica le aree del cervello che gestiscono e archiviano le emozioni sono le stesse destinate ad operare scelte dalle più semplici alle più complesse! Se fai leva sulle EMOZIONI induci le persone a schierarsi dalla tua parte!
Pensa inoltre alle grandi storie raccontate nel mondo. Pochissime sono costituite esclusivamente da fatti. Tutte sono fortemente radicate nei caratteri e nelle emozioni dei personaggi che le animano. Quando provi a vendere le tue idee, quindi, sviluppa la trama più avvincente che puoi riguardo alla tua idea e soprattutto crea connessioni emozionali ad essa tra i potenziali sostenitori.
3. Raffigura la tua idea
La mente pensa per immagini! Non pensa per concetti. Crea immagini che visualizzino ciò che stai cercando di realizzare, basandoti su tutto ciò che è opportuno. Potrebbe essere una slide, uno storyboard, un video o un prototipo reale, tra le altre cose. Aiuta gli altri a familiarizzare con la tua idea, grazie a un’anteprima del risultato finale che stai tentando di offrire.
4.Crea una tabella di marcia per l’attuazione della tua idea
Se presenti un progetto è buona norma presentarne anche i tempi di realizzazione. Considera che le persone, quando gli presenti una idea pensano sempre “quanto mi costerà? “ o “che impegno devo metterci?”
Se nella tua presentazione non ci sono passi precisi che evidenzino come un’idea possa diventare realtà, il progetto rischia di morire sul nascere. Con una chiara tabella di marcia i clienti e i tuoi collaboratori possono rendersi conto facilmente dell’impegno e degli investimenti necessari per portare a compimento un’idea.
Rimuovi tutti gli ostacoli possibili. Rifletti su come suddividere la tua idea in pezzi più facili da digerire (per esempio sostenere, finanziare, realizzare). Spingi con forza la grande visione, ma punta anche a valorizzare i singoli passi intermedi.
5. Sii pronto per il momento giusto
Alle volte capita che alcune idee sono in anticipo sui tempi. Quando lavori su un progetto ti po’ capitare di essere in anticipo rispetto agli alti. Le intuizione del resa arrivano anche a chi è concentrato su un determinato affare. Bene !non abbandonare la tua idea ma continua a andare avanti. Effettua tutta la preparazione, lascia che le tue idee siano sfidate da altri, e apporta miglioramenti. Poi individua le tendenze di mercato nel miglior modo possibile, in modo da essere pronto a lanciare l’idea quando è davvero il momento giusto.
6.Assicurati di avere persone autorevoli che convalidino il tuo progetto
Aiuta sempre avere un portavoce influente che appoggia la tua idea. Robert Cialdini ne parla nel suo “ i pilastri della persuasione” (volume recensito nel mio articolo 101 libri di formazione e che a mio giudizio non dovrebbe mancare in nessuna libreria) attribuisce all’AUTOREVOLEZZA della referenza una grandissima importanza. La gente si fida delle persone autorevoli, per il semplice motivo che non è umanamente possibile diventare esperto in ogni campo. Identifica quindi, le persone chiave che abbiano la massima influenza positiva e inizia a costruire un loro interesse a sostegno della tua idea.
7. Quando puoi scegli un venditore più efficace di te
Se pensi che sia il caso, prendi in considerazione anche la possibilità di reclutare una persona che sappia vendere la tua idea meglio di te. Vedere l’idea promossa e realizzata da qualcun altro dovrebbe essere più importante che mantenere la proprietà di una grande idea, che però non vedrà mai la luce del giorno.
Queste strategie sono solo un punto di partenza. Adattale al tuo caso specifico, in modo che esse possano essere più efficaci per sfruttare appieno tutte le nuove idee di successo.
Partecipa !
Hai qualche buon consiglio da aggiungere? Faccelo sapere nei commenti! 🙂
Pensi che questa lista di suggerimenti possa essere utile a te e agli altri lettori di Porfessioneformatore.it?
In tutta sincerità quale consiglio ti sentiresti di aggiungere a questa lista ?
Sentiti libero di aggiungere un tuo consigli inviando un commento a questo Post qui sotto !
Risorse Persuasive?
Definizione di Wikipedia di Persuasione
La soluzione alla crisi Investire per apprendere la Persuasione
I migliori libri sulla Persuasione
il carattere e l essenziale di una pers.
verità sacrosante ma molte, troppe volte non ci rendiamo conto di errori anche elementari che con un attimo di riflessione potremmo eliminare 🙂 complimenti per l’articolo! M Elena
Sono sempre le cose più ovvie che vengono disattese e che permetterebbero di evitare “errori” nelle relazioni….di qualsiasi tipo!
Grazie dell’articolo…….anche se sono affermazioni e concetti magari già noti non è mai banale ri-leggerli e “ripassare” la lezione.
Giò
Negli anni ho imparato che più di qualsiasi tecnica (di memoria o lettura veloce) è importantissimo dedicare qualche istante alla preparazione del nostro stato mentale e coltivare la concentrazione che piu ci permette di essere efficienti ed efficaci. Diversamente è come mettere dell’acqua in un vaso bucato e poi sorprendersi che non si riempia.
In bocca al lupo con i vostri studi!!
Floriana
Si, ma…sbaglio o l’italiano in questo articolo si è dato un pò latitante? Considerando luogo e firma dell’articolo, c’è di che rimanere allibiti.
Quanto ai “contenuti”…in estrema sintesi, la chiave per essere più performanti nei propri rapporti lavorativi sarebbe….essere più sensibili? Accidenti che notizia.
E vi ci profondete persino in complimenti, ad una tale ovvietà!
Per caso mi sono imbattuto su questo sito, altrettanto casualmente passo oltre.
Ciao Michele Grazie per la critica !
Per renderla eventualmente più costruttiva
Non mi sembra di aver scritto che bisogna “essere più sensibili” – Parliamo dello stesso articolo ?
ad ogni modo se ti sembra che sono stato Ovvio (come del resto potrebbe essere)
Vorresti proporre qualche Idea che possa aggiungere valore alla discussione?
Tante volte sono proprio le cose più ovvie e banali che fanno la vera differenza nella vita. La semplicità alle volte può essere una scelta! E nel mio caso lo è. Essere ovvi vuol dire tornare ai fondamentali.
Ciao a tutti,
questi elementi sono fondamentali ricordarli ma più che altro applicarli quotidianamente. Ed è spesso che distratti, dalle nostre non buone abitudini che non facciamo caso anche ai piccoli particolari quando una persona (moglie/marito,cliente,amico/a) ci sta comunicando qualcosa. Basta esercitarsi, e la formazione è importante per questo,io personalmente ne ho visto la differenza con i rapporti.
Per Michele, la grammatica ha il suo valore hai ragione, diamo semplicemente un occhiata ai contenuti.
Secondo te la tua critica è costruttiva???
Ottimo articolo Michele, il compito è informare,ognuno riceve a suo modo:
L’IMPORTANTE E’ CONSAPEVOLIZZARE.
Allora:
1) Non capisco perchè, ma le vostre repliche mi vengono comunicate dal mail server del sito come inerenti un altro post, a firma dello stesso autore e relativo al carattere…mentre io ho commentato quello relativo agli atteggiamenti da interrompere nei propri rapporti. Spero così di aver chiarito l’arcano e di aver ricondotto la discussione nei binari giusti, visto che mi si chiede di che articolo stia parlando.
2) Mi piacerebbe capire la vostra definizione di CRITICA COSTRUTTIVA.
Personalmente, non era mia intenzione essere “costruttivo” criticando la superficialità adottata nello scrivere l’articolo. Sono uno di quelli per i quali la lingua italiana ha ancora importanza, sapete. Magari, potrebbe essere costruttivo l’approccio alla mia critica da parte dell’autore dell’articolo, così la prossima volta forma e contenuti saranno entrambi corretti. Visto che non parliamo del primo fesso, ma del Presidente dell’AFP.
2) Sono uno studente master; TEORICAMENTE quelli come voi vengono a far lezione, tra gli altri, a quelli come me. Credo sia quindi quantomeno legittimo da parte mia pretendere che chi TEORICAMENTE dovrebbe formarmi, o addirittura chi li rappresenti, si curi della forma nella quale espone. Come spesso ci viene detto dai vostri colleghi, in qualunque disciplina, “la forma per un manager è importante”. Ed invece qua mi si chiede di soprassedere e di badare ai contenuti. Ma di che stiamo parlando allora, scusate?
3) I contenuti? Va benissimo…ripeto, per me sono ovvi, e da un professionista di livello avanzato come il dottor Cassese, credo sia lecito aspettarsi tutt’altro approccio alla questione, altro che “tornare ai fondamentali”.
Io cercherei di approfondire magari non ciò che E’ OVVIO che vada evitato a livello comportamentale, ma COME farlo. CONSIGLI sul come EVENTUALMENTE farlo. Ecco, QUESTO mi piacerebbe leggere, in un sito nel quale si parla di formazione. E non è che “concentrarsi su questo e quello” sia una risposta eh! FATTI CONCRETI, non intenzioni. Altrimenti tutto il “contenuto” si riduce alla stregua di rubrica da settimanale femminile alla “Donna Moderna”: banalità spacciate per grandi scoperte.
4) CONSAPEVOLIZZARE? Ma la smetiamo con questa terminologia da motivazionalismo americano degli anni ’80 (e parlo del periodo della sua più becera attuazione e travisazione, non agli scritti di Maslow del’54)? Sono finiti quei tempi, la gente è fin troppo consapevole. Mi dispiace, ma io non condivido assolutamente questo approccio, pertanto non riesco ad essere costruttivo nei suoi confronti. Anche perchè non sono in presenza nè di neofiti dell’argomento, per cui andar giù pesante significherebbe in qualche modo eccedere in zelo, nè tantomeno di personaggi prestati alla disciplina, per cui sarebbe relativa ogni forma di critica. Chi scrive, e la maggior parte di chi legge, credo, il formatore lo fa di professione, quindi alibi=zero. Onori ed oneri, signori miei. CONSAPEVOLIZZATEVENE anche voi.
Evidentemente non ha letto, ma più che altro compreso il punto 1!!!!
E certo.
Bè, se non indorare la pillola e cercare di scardinare la patina di buonismo e di reverenza che circonda articolo e commenti correlati può essere offensivo, sia pure.
Dimentichi poi un piccolo particolare: stando al vostro amato punto 1, dovrei chiedermi se certi toni e/o parole potrebbero darmi fastidio se fossero usati con me. Ebbene, pur sposando per l’occasione questo assunto (assolutamente parziale ed egoistico, se vogliamo), direi proprio di no. Mille volte meglio una critica aspra ma sincera, che tante superficiali pacche sulle spalle.
Ciao Michele,
Con piacere noto che commentare il mio articolo ti sta appassionando sempre di più. Benissimo! Rispondo allora alle tue considerazioni proponendoti nuovi elementi riflessione.
Pensavo una cosa : in parte è vero quello che dici ! Forse sei capitato nel posto sbagliato! forse questo sito non è esattamente quello che cercavi.
Vedi… Un blog è un luogo di scambio, confronto e conversazione, nel quale l’ autore propone un tema che poi viene discusso dai lettori attraverso l’utilizzo del form di risposta. Un blog non è un manuale e non è nemmeno una piattaforma di formazione a distanza! Tutti i blog funzionano più o meno in questo modo. L’autore propone di solito un tema e sviluppa un articolo parlando di “cosa fare” (secondo il proprio parere), in merito ad un determinato argomento. Per sapere “come farlo” ci sono poi i corsi e i manuali. L’articolo di un blog ha la finalità di stimolare una riflessione e proporre un argomento di discussione ma, non ha la pretesa di costituire un saggio e neppure un manuale.
Secondo, se i contenuti di questo articolo ti sembrano banali , buon per te! 😉
Questo vorrà dire che sei già ad un livello “evolutivo più alto del mio”. Io invece sento ancora il bisogno di confrontarmi con questi temi e, nella gestine dei miei rapporti con gli altri, cerco di tenere bene a mente questo piccolo gruppo di consigli.
Ultima considerazione: un albero si giudica sempre dalla qualità dei suoi frutti. Una teoria, una idea e un comportamento si giudicano tutti, sempre dai risultati che producono nella vita di tutti i giorni. allo stesso modo anche le persone. Si può sostenere che una cosa funziona (è giusta, corretta, utile etc etc) solo se produce i risultati sperati. Vorrei chiederti : in che misura ti senti soddisfatto dei tuoi rapporti umani? Il tuo modo di intragire con gli altri produce il livello di qualità di rapporti umani che desideri? Le tue relazioni producono il livello di soddisfazione personale che desideri?
Infine ti rinnovo l’invito : Ti andrebbe di lasciarci un contributo? Tu cosa vorresti aggiungere su questa tema ?
Dottor Cassese (mi perdoni se non mi viene spontaneo darle del tu),
scansando l’ironia discutibile di un paio di punti del suo commento, le rispondo che:
– il livello delle mie relazioni personali non è affare di alcuno, qui dentro, nè tantomeno rileva ai fini della discussione. Le userò fin troppa cortesia dicendole che, nonostante la mia distanza dalle sue posizioni, essa è assai soddisfacente, ma ovviamente perfettibile, come ogni evento umano.
– Se dobbiamo aver bisogno dell’esperto di turno per farci ricordare cose che dovrebbero essere nel nostro DNA comportamentale, siamo davvero pronti a lasciar campo libero alle altre specie del pianeta. Se vogliamo essere fieri di tutto ciò, sia pure.
Questo, in sintesi, il senso della mia critica al suo articolo.
Oltre alla sintassi.
– Questo non è un blog ma un portale, se non erro. Specialistico, per giunta. Con materiale scaricabile, per di più.
Un blog informa, un sito/portale offre anche risorse. E’ ben diverso, credo.
– Continua a chiedermi “contributi”. Ne devo dedurre che quanto ci stiamo dicendo per lei ha il valore di una lattina di Coca Cola sgasata?
Io sono solo uno studente. Lei è il professionista della formazione. Li scriva lei i contenuti. Ed invece di invitarmi a leggere manuali e saggi (cosa peraltro già in atto da tempo, stia tranquillo) si adoperi maggiormente ad offrire contenuti più specifici ai suoi utenti, anche a quelli più rognosi. Non c’è bisogno di scrivere saggi, manuali o videocorsi per dire cose utili e “nuove”. Si possono dire fesserie anche lì. La qualità prescinde dal supporto, immagino lei lo sappia.
Altrimenti mi perdoni se l’ho presa troppo sul serio, a lei ed al suo “blog”. Correrò in tal caso in libreria evitando di perdere altro tempo qui.
Ciao Michele ,
Professioneformatore.it è un blog credimi … l’ho inventato io! Saprò pure cosa ho fatto e con quale software l’ho sviluppato!
Se pensi, come hai scritto, che queste siano “ovvie fesserie” va bene così!
Ma, vedi, dal mio punto di vista nelle cose “semplici” ci sono sempre tutte le risposte! Spesso bisogna ricordarsi anche le cose più ovvie !
Tuttavia questo è solo il mio punto di vista ! Nessuno ti obbliga a leggere queste fesserie! o tantomeno a pensarla come me!
PS. La critica è costruttiva quando propone alternative. Dire “In questo modo è sbagliato” è facile. Molto più impegnativo è dire “In questo modo è verificato che è meglio”
Alla prossima
Solitamente quando gli argomenti nei confronti dell’interlocutore iniziano a scarseggiare, ci si rifugia nell’attribuirgli parole offensive. Voglio però credere nella sua buonafede, e le dico che ha preso un granchio, decisamente. A me non pare di aver utilizzato da nessuna parte l’espressione “ovvia fesseria”, e me ne guarderei bene. “Ovvietà” c’è, ma “fesseria” è tutt’altro paio di maniche, ed ovviamente non l’ho utilizzato. Sono in disaccordo sul contenuto del suo articolo, l’ho criticata per una certa superficialità nel curarne la forma sintattica, ma MAI mi permetterei di offenderla dicendo che scrive “fesserie”.
Quanto al fatto che questo sia/non sia un bog, onestamente è questione di lana caprina, rispetto al resto. D’accordo, è un blog. Ottimo software, articolato come un sito.
Infine, riguardo la concezione di “costruttività”…lei ha ragione, ma se sapessi dirle “così è verificato che è meglio”, sarei IO il formatore. Sarebbe un dialogo inter pares. Così però non è, l’ho messo in chiaro dal primo momento, così come pure chiaro è stato il motivo per il quale ho attaccato l’articolo nei suoi contenuti. Se fossi stato di fronte ad un articolo “tecnico” sulla formazione, avrei bellamente taciuto. Ma siamo di fronte ad una tematica di ampio respiro, ed ognuno ha pane da portare a tavola, sull’argomento.
Quanto l’essere o meo costruttivi…COSTRUTTIVO è anche l’atteggiamento auspicabile da chi riceve la critica. Lei, dall’alto della sua esperienza professionale, secondo me poteva poteva sicuramente fare di meglio. In quanto lei=formatore ed io=studente.
E poi, come lei stesso ha detto….sul COME ci sono libri e conferenze. Qua ci si scambia punti di vista.
Ecco, io il mio credo a questo punto di averlo chiarito abbastanza. Se serve, bene, altrimenti, bene lo stsso.
Devi essere una persona davvero pesante… e non intendo fisicamente..
Molto interessante l’articolo, potrebbero sembrare ovvietà ma vi assicuro che non è assolutamente semplice metterle in pratica quotidianamente!
Molto simpatica l’espressione “vampiri energetici” 😀
Aproposito dei commenti di Michele che in seguito finirò di leggere,vorrei ricordare che la cosa piu importante per tutti sarebbe applicare le “regole”.Mi spiego:visto che la semplicità cosi importante,e non citerò dato che si ricorda di cio che scrive;sapere chi si è! I formatori a mio avviso non si occupano di signore bloccate con figlo che fuma le canne,se non invadendo i campi altrui,magari anchè competenti.!