Se sei una persona dotata di intelligenza emotiva questo articolo ti aprirà gli occhi su quanto possa essere, questo carattere, vantaggioso sul lavoro.

Se l’emotività è sempre stato per te un problema in ambiti come quello scolastico o tipicamente relazionale, vedrai come invece sul lavoro ti può garantire addirittura una marcia in più.

È risaputo che le persone non particolarmente emotive riescono a sfruttare questo vantaggio per i propri risultati accademici, o almeno fino anche ad un colloquio di lavoro.

Da quel momento in poi dovranno ritrovarsi a lavorare in team e la scarsa emotività potrebbe non permettere loro di avere buon feeling con il gruppo.

Mentre l’imbarazzo dell’esporti ha convinto a fatica il tuo capo ad assumerti, il tuo parlare solamente al momento giusto lo conquisterà in modo più stabile e duraturo nell’arco di tempo giusto che comprende sei “situazioni” plausibili ed oggettive che si presenteranno nel primo mese successivo alla tua assunzione.

Ti interessa conoscere le sei tipiche situazioni lavorative in cui puoi reputare un vantaggio essere una persona con intelligenza emotiva?

Ecco a te di seguito riportate le sei tipiche situazioni lavorative di vantaggio per una persona dotata di intelligenza emotiva.

Intelligenza emotiva: 6 situazioni tipiche di vantaggio sul lavoro:

1) Affrontare autonomamente un problema

Risolvere un problema potrebbe sembrarti impossibile per poca esperienza, poca abitudine e magari ancora troppe poche direttive che ti sono state date ed hai assimilato.

La persona non emotiva sarà probabilmente sfacciata a tal punto da “chiedere cosa fare dinnanzi ad un problema” sia a colleghi sia a dirigenti. È poco preoccupata di disturbare dato che la sua intelligenza gli suggerisce che chiedere aiuto è un diritto condivisibile e comprensibile.

Ciò potrebbe provocare un senso di legittimazione esagerata rischiando di:

  • Dover sempre dipendere dall’aiuto degli altri, e quindi impigrirsi.
  • Infastidire parte dell’organico non disposto, per giusta causa, ad accollarsi le sue problematiche.

Tu invece, dovrai fare sicuramente i conti all’inizio con il panico del non sapere come risolvere il problema, ma l’ansia di non voler disturbare gli altri farà si che il tuo cervello si attivi maggiormente nella ricerca della risoluzione autonoma.

Il primo vero soccorso quindi ti verrà dato dalla tua stessa mente dato che la tua logica si azionerà come stimolo al fastidio di dover chiedere aiuto.

Il secondo soccorso sarà la buona memoria nel ricordare ed assimilare la direttiva, o che non è stata immediata ed ha avuto bisogno dell’esperienza pratica e del ragionamento per far si che poi si configuri nella tua mente, o quella aggiunta dopo da qualcuno che si è accorto per sua empatia della tua difficoltà.

Quindi l’intelligenza della tua emotività sta proprio nell’essere “un disastro celato e non ingombrante”. Una volta risolto il problema avrai imparato e soprattutto avrai fatto più attenzione degli altri, dato che ti impaurisce il pensiero che possa riaccadere.

2) Rispettare i momenti di break dei colleghi

Durante le pause in genere la persona tendenzialmente meno emotiva di te cercherà in ogni modo di approfittare di questi momenti per socializzare con il personale del colleghi.

Tu invece per discrezione cercherai, nei primi tempi, di non condividere con gli altri questi momenti di break, sia per rintanarti in te e tirare sospiri di libertà da una situazione ancora non leggera e spensierata per il tuo stato emotivo, sia perché per te mangiare è considerata una cosa quasi intima, privata, che può metterti a soggezione.

Inoltre anche la persona più espansiva, dotata comunque però di sensibilità emotiva, avrà nuovamente il timore di invadere lo spazio ed il tempo di relax dei propri colleghi e capi.

In effetti la sua intuizione sta nel fatto che le persone già abitudinarie di un settore vivono lo svago come tale e non sopportano, per la maggiore, di dover “sprecare” tempo con te che sei nuovo di quello spazio.

Sicuramente una buona percentuale di loro è comunque ben disposta a socializzare, ma infima nella propria forza ha comunque la debolezza di un, se pur minuscolo, sano egoismo.

3) Ricevere una gratificazione con umiltà

La parte bella del cominciare ad entrare in un determinato meccanismo sociale e lavorativo, è osservare i propri progressi e le reazioni suscitate negli altri. Dal momento in cui l’impegno verrà ripagato con una gratificazione dai “piani alti” le persone, entrambe ormai competenti, posso assumere un diverso atteggiamento.

Mentre la persona dell’intelligenza pratica osserverà i suoi progressi come un’inevitabile conseguenza del suo duro (o meno) lavoro, pensando che gli sia ovviamente dovuto il riconoscimento del merito, tu ti sorprenderai al punto forse di minimizzare la cosa, classificandola magari come fortuna.

L’intelligenza emotiva dentro di te ha fatto si che la tua umiltà non si trasformi in compatimento costante: sai di aver fatto un buon lavoro, semplicemente sei cosciente che il contesto ha favorito il conseguimento dell’obiettivo ed insieme ad esso altri fattori come il tuo adattamento graduale alla pratica sostenuta.

Il maggiore lavoro che hai fatto è stato metabolizzare e rilassarti anche in un contesto under pressure, e tra comunque perenni pensieri ed emozioni contrastanti hai già fatto il resoconto di quanto male e quanto bene puoi sentirti in quella situazione.

Detto ciò, la reazione ad una gratificazione sarà in ogni caso contenuta ed autocritica, e il tuo capo apprezzerà il relativo peso “apparente” che sembra avere su di te.

4) Superare un litigio

Implicita nei difetti dell’essere umano c’è l’incomprensione. Nessun luogo di lavoro sarà mai restio ad inevitabili dinamiche di litigi o fraintendimenti.

Inevitabilmente prima o poi ti ritroverai a dover gestire una delle seguenti situazioni.

1. Sei protagonista di una diatriba:

Che sia lavorativa, o solo sociale, nel contesto lavorativo entrambe tendono a condizionarsi e ad assumere forma similare. La tua emotività farà sicuramente si che ciò si ripercuota sul tuo rendimento, ma non è un problema.

Quando il litigio è solo celato e intenzionale ci si può poltrire in questo stato per un tempo incommensurabile, portando la persona a seminare rancore e fastidio.

  • Spesso a questi sentimenti, superate certe possibilità, non avranno più modo di essere esposti e rimarranno il quel contesto per sempre pronti a far marcire il rendimento lavorativo. Questo non è il tuo caso dato che le tue emozioni sono amplificate sin dalla fase embrionale del disguido.
  • Il “dramma” è inevitabile ma nel suo compiersi troverà sfogo e si consumerà in breve tempo, tempo sufficiente per superare l’ostacolo.

2. sei spettatore di un litigio tra terze parti:

Il tuo coinvolgimento emotivo si limiterà al rapporto instaurato in precedenza con queste persone, ma, le persone dall’intelligenza emotiva come la tua, sono soggette ad essere restie allo schieramento

In questo contesto la coerenza è un obbligo morale, ed è per questo che sei fuori da ogni presa di posizione netta e definita, ciò ti permetterà di non essere soggetto a gratuite antipatie e al non dover scontare litigi che non ti riguardano.

5) Accettare un rimprovero

Il vero dramma avverrà nel momento esatto in cui inevitabilmente sbaglierai. Tuttavia anche questo, analizzandone gli effetti, si rivelerà poi per te un’arma vincente. Subire un rimprovero è un grandissimo colpo alla tua emotività e ti porterà a metterti in discussione più del normale.

Così come vedrai gonfiare questa bolla di ansia e sospetto pronta a soffocarti, così la vedrai scoppiare da un momento all’altro senza aspettartelo. La persona che ti ha rimproverato tornerà ad assumere lo stesso identico comportamento che aveva prima che commettessi un umanissimo errore.

Il tuo esserti “preoccupata inutilmente” farà sia che, ovviamente, tu non commetta più quell’errore, e questo è ormai scontato, ma soprattutto sarà in quel momento che troverai l’equilibrio stabile tra il cosa “puoi o non puoi” aspettarti, rasserenando la tua anima rispetto a coloro che vivranno il rimprovero come una cosa negativa, che non deve succedere, e se succede non è colpa loro.

6) Prestare aiuto

La parte sicuramente più emozionante e gratificante del tuo carattere è senza ogni dubbio il fatto che sarai nella stima di tutti una persona affidabile.

Contro chi credere che essere gentili e solidali sul luogo di lavoro è una debolezza, affermiamo che è invece un enorme vantaggio. Fregare l’altro, o non essergli di soccorso per una qualsiasi evenienza, non farà altro che dare parvenza di una forza interiore e di un’ambizione grande.

In realtà l’unica cosa grande è l’ego pronto ad esplodere quando la solitudine si farà palese intorno all’individuo che accentua questa caratteristica. Tu, empaticamente ed emozionalmente vicino, anche a tuo discapito, alle persone che ti circondano, diverrai a lungo termine un pilastro portante di questa micro-società.

Morale della favola: generalmente si crede erroneamente che le persone caratterizzate da un’intelligenza emozionale debbano superare maggiori ostacoli da quelli delle persone più sfrontate.

Ciò non toglie che la stragrande maggioranza delle persone emotive come te riesca ad emergere, e così anche tu con grande fiducia, sentimento, devozione e soprattutto consapevolezza fiera di quello che a differenza degli altri riesci a provare, riuscirai a sviluppare sicuramente il tuo angolo di mondo speciale.

 

Ma ti dirò di più: l’intelligenza emotiva è il requisito fondamentale per poter trasmettere agli altri il proprio sapere, le proprie passioni, e le proprie competenze.

L’intelligenza emotiva infatti è utile per qualunque lavoro, ma in particolare è fondamentale per chi vuole fare della propria passione/competenza il proprio lavoro, attraverso la professione di coach o formatore. Dai un’occhiata qui se ti interessa approfondire:

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