Che cos’è il carattere di una persona ?

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Carattere di una persona,
Che cos’è il carattere …. il carattere di una persona ?
Spesso quando sono in aula (nella maggior parte dei casi adulti) mi viene fatta una domanda … o meglio mi si propone quasi un teorema … “se uno è fatto in un certo modo mica può cambiare“… “Questo è il mio carattere sono fatto così….”
Mi viene spesso da chiedermi che: “cosa è veramente il carattere di una persona?

L’espressione “carattere di una persona” è intesa come quell’insieme di comportamenti e atteggiamenti di una persona al quale la gente comune fa riferimento quando giudica le persone (in negativo : “madò che brutto carattere che tiene quello non mi piace proprio sai che ti dico non ci uscirò mai insieme ! “, oppure in positivo “non solo è proprio carina quella ma… c’ha pure un carattere d’oro pensa un po che che non si è arrabbiata che ho fatto tardi!” )
Tutti i libri di crescita personale insegnano in un modo o in un altro che il carattere di una persona può cambiare può diventare migliore possiamo imparare ad acquisire comportamenti che ci piacciono di più e così via. Ma in realtà cos’è questo carattere?.
Perché pensiamo che ognuno di noi abbia degli schemi di comportamento acquisiti che vengono innescati in maniera automatica ?
Quasi come quei “Big Gim” che ci compravamo da piccoli negli anni ’80 dove premevi un pulsante dietro la schiena e scappava il pugnetto (tra l’altro orribile perchè il movimento era tutto storto).
Io mi sono fatto un po un’idea del tutto personale (attingendo anche a differenti teorie dell’apprendimento) che questa: Il carattere di una persona è :l’insieme delle strategie di sopravvivenza che ogni individuo apprende con l’esperienza dal momento della nascita“.
In altre parole ognuno di noi attua dei comportamenti. Se questi ci danno l’impressione di farci raggiungere gli obiettivi desiderati o di superarli tendiamo a ripeterli . Viceversa se un comportamento non ci da il risultato sperato non lo apprendiamo .
Il carattere così inteso diventa un insieme di piccole scelte attuate in modo inconsapevole. Più comportamenti apprendiamo e ripetiamo in maniera iconsapevole più ci sembra che la vita sia comoda (con poco sforzo perché non dobbiamo apprendere di volta in volta nuovi comportamenti).
Così costruiamo un “carattere” e tendiamo un po per pigrizia un po perché ne siamo convinti (“sono una persona vera quindi te lo dico in faccia che mi stai veramente antipatico“) che quella sia la strada più veloce per ottenere quel determinato risultato…. se non lo otteniamo allora : “sono loro che sono proprio dei pazzi” oppure “la gente è tutta cattiva” oppure “non capiscono quanto io sia profondo e giusto”…. “Sono fatto così chi mi ama mi segue e chi non mi segue chi se ne frega” etc . etc, etc.
Il carattere in questo modo può essere considerato frutto di una SCELTA o più scelte più o meno consapevoli. Queste scelte diventano vere e proprie strategie di sopravvivenza …. “sopravvivenza sociale” Il carattere è un po un muro che cresce in altezza fatto di tanti mattoni … ogni mattone è un piccolo comportamento che immagino mi dia quel determinato risultato al costo più basso (cioè senza sforzo o con il minimo sforzo) ma questo muro cresce in altezza e ci separa dagli altri.
Certo! non possiamo vivere senza costruirci un Carattere che è una identificazione della personalità (che tra l’altro appartiene ad una fase ben precisa dello sviluppo) ma non posso sostenere : “io sono il mio comportamento“. Io sono ben altro! Io sono colui che sceglie come costruire il proprio carattere!
Ma in questo muro ci dovrebbe sempre essere anche una porta (flessibilità nel proprio comportamento) in modo da aprirci sempre agli altri …. Comunque la proposta di discussione è questa : Secondo te il carattere cos’è ? Indipendentemente da quello che abbiamo letto sui libri?
Possiamo identificare il carattere di una persona come l’insieme di (più o meno consapevole) delle scelte sui propri comportamenti?
 
Il carattere può essere identificato come il risultato di scelte?
Possiamo dire che è un insieme di strategie di “sopravvivenza sociale“?

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Autore: Luciano Cassese

Luciano Cassese CEO Fosforo24 Fondatore ed editore di Professioneformatore.it Trainer, Speaker, Self Marketing Coach, Imprenditore On Line Appassionato Marketing, Sviluppo Personale, Meditazione https://www.lucianocassese.it

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Comments on Che cos’è il carattere di una persona ?

  1. Maria Elena abbate

    verità sacrosante ma molte, troppe volte non ci rendiamo conto di errori anche elementari che con un attimo di riflessione potremmo eliminare 🙂 complimenti per l’articolo! M Elena

  2. Giovanna

    Sono sempre le cose più ovvie che vengono disattese e che permetterebbero di evitare “errori” nelle relazioni….di qualsiasi tipo!
    Grazie dell’articolo…….anche se sono affermazioni e concetti magari già noti non è mai banale ri-leggerli e “ripassare” la lezione.
    Giò

    1. Negli anni ho imparato che più di qualsiasi tecnica (di memoria o lettura veloce) è importantissimo dedicare qualche istante alla preparazione del nostro stato mentale e coltivare la concentrazione che piu ci permette di essere efficienti ed efficaci. Diversamente è come mettere dell’acqua in un vaso bucato e poi sorprendersi che non si riempia.
      In bocca al lupo con i vostri studi!!

      Floriana

  3. Michele

    Si, ma…sbaglio o l’italiano in questo articolo si è dato un pò latitante? Considerando luogo e firma dell’articolo, c’è di che rimanere allibiti.

    Quanto ai “contenuti”…in estrema sintesi, la chiave per essere più performanti nei propri rapporti lavorativi sarebbe….essere più sensibili? Accidenti che notizia.
    E vi ci profondete persino in complimenti, ad una tale ovvietà!
    Per caso mi sono imbattuto su questo sito, altrettanto casualmente passo oltre.

    1. Ciao Michele Grazie per la critica !
      Per renderla eventualmente più costruttiva
      Non mi sembra di aver scritto che bisogna “essere più sensibili” – Parliamo dello stesso articolo ?
      ad ogni modo se ti sembra che sono stato Ovvio (come del resto potrebbe essere)
      Vorresti proporre qualche Idea che possa aggiungere valore alla discussione?

      Tante volte sono proprio le cose più ovvie e banali che fanno la vera differenza nella vita. La semplicità alle volte può essere una scelta! E nel mio caso lo è. Essere ovvi vuol dire tornare ai fondamentali.

  4. Ciao a tutti,
    questi elementi sono fondamentali ricordarli ma più che altro applicarli quotidianamente. Ed è spesso che distratti, dalle nostre non buone abitudini che non facciamo caso anche ai piccoli particolari quando una persona (moglie/marito,cliente,amico/a) ci sta comunicando qualcosa. Basta esercitarsi, e la formazione è importante per questo,io personalmente ne ho visto la differenza con i rapporti.
    Per Michele, la grammatica ha il suo valore hai ragione, diamo semplicemente un occhiata ai contenuti.
    Secondo te la tua critica è costruttiva???

    Ottimo articolo Michele, il compito è informare,ognuno riceve a suo modo:
    L’IMPORTANTE E’ CONSAPEVOLIZZARE.

  5. Michele

    Allora:

    1) Non capisco perchè, ma le vostre repliche mi vengono comunicate dal mail server del sito come inerenti un altro post, a firma dello stesso autore e relativo al carattere…mentre io ho commentato quello relativo agli atteggiamenti da interrompere nei propri rapporti. Spero così di aver chiarito l’arcano e di aver ricondotto la discussione nei binari giusti, visto che mi si chiede di che articolo stia parlando.

    2) Mi piacerebbe capire la vostra definizione di CRITICA COSTRUTTIVA.
    Personalmente, non era mia intenzione essere “costruttivo” criticando la superficialità adottata nello scrivere l’articolo. Sono uno di quelli per i quali la lingua italiana ha ancora importanza, sapete. Magari, potrebbe essere costruttivo l’approccio alla mia critica da parte dell’autore dell’articolo, così la prossima volta forma e contenuti saranno entrambi corretti. Visto che non parliamo del primo fesso, ma del Presidente dell’AFP.

    2) Sono uno studente master; TEORICAMENTE quelli come voi vengono a far lezione, tra gli altri, a quelli come me. Credo sia quindi quantomeno legittimo da parte mia pretendere che chi TEORICAMENTE dovrebbe formarmi, o addirittura chi li rappresenti, si curi della forma nella quale espone. Come spesso ci viene detto dai vostri colleghi, in qualunque disciplina, “la forma per un manager è importante”. Ed invece qua mi si chiede di soprassedere e di badare ai contenuti. Ma di che stiamo parlando allora, scusate?

    3) I contenuti? Va benissimo…ripeto, per me sono ovvi, e da un professionista di livello avanzato come il dottor Cassese, credo sia lecito aspettarsi tutt’altro approccio alla questione, altro che “tornare ai fondamentali”.
    Io cercherei di approfondire magari non ciò che E’ OVVIO che vada evitato a livello comportamentale, ma COME farlo. CONSIGLI sul come EVENTUALMENTE farlo. Ecco, QUESTO mi piacerebbe leggere, in un sito nel quale si parla di formazione. E non è che “concentrarsi su questo e quello” sia una risposta eh! FATTI CONCRETI, non intenzioni. Altrimenti tutto il “contenuto” si riduce alla stregua di rubrica da settimanale femminile alla “Donna Moderna”: banalità spacciate per grandi scoperte.

    4) CONSAPEVOLIZZARE? Ma la smetiamo con questa terminologia da motivazionalismo americano degli anni ’80 (e parlo del periodo della sua più becera attuazione e travisazione, non agli scritti di Maslow del’54)? Sono finiti quei tempi, la gente è fin troppo consapevole. Mi dispiace, ma io non condivido assolutamente questo approccio, pertanto non riesco ad essere costruttivo nei suoi confronti. Anche perchè non sono in presenza nè di neofiti dell’argomento, per cui andar giù pesante significherebbe in qualche modo eccedere in zelo, nè tantomeno di personaggi prestati alla disciplina, per cui sarebbe relativa ogni forma di critica. Chi scrive, e la maggior parte di chi legge, credo, il formatore lo fa di professione, quindi alibi=zero. Onori ed oneri, signori miei. CONSAPEVOLIZZATEVENE anche voi.

  6. Michele

    E certo.
    Bè, se non indorare la pillola e cercare di scardinare la patina di buonismo e di reverenza che circonda articolo e commenti correlati può essere offensivo, sia pure.
    Dimentichi poi un piccolo particolare: stando al vostro amato punto 1, dovrei chiedermi se certi toni e/o parole potrebbero darmi fastidio se fossero usati con me. Ebbene, pur sposando per l’occasione questo assunto (assolutamente parziale ed egoistico, se vogliamo), direi proprio di no. Mille volte meglio una critica aspra ma sincera, che tante superficiali pacche sulle spalle.

  7. Ciao Michele,
    Con piacere noto che commentare il mio articolo ti sta appassionando sempre di più. Benissimo! Rispondo allora alle tue considerazioni proponendoti nuovi elementi riflessione.
    Pensavo una cosa : in parte è vero quello che dici ! Forse sei capitato nel posto sbagliato! forse questo sito non è esattamente quello che cercavi.
    Vedi… Un blog è un luogo di scambio, confronto e conversazione, nel quale l’ autore propone un tema che poi viene discusso dai lettori attraverso l’utilizzo del form di risposta. Un blog non è un manuale e non è nemmeno una piattaforma di formazione a distanza! Tutti i blog funzionano più o meno in questo modo. L’autore propone di solito un tema e sviluppa un articolo parlando di “cosa fare” (secondo il proprio parere), in merito ad un determinato argomento. Per sapere “come farlo” ci sono poi i corsi e i manuali. L’articolo di un blog ha la finalità di stimolare una riflessione e proporre un argomento di discussione ma, non ha la pretesa di costituire un saggio e neppure un manuale.

    Secondo, se i contenuti di questo articolo ti sembrano banali , buon per te! 😉
    Questo vorrà dire che sei già ad un livello “evolutivo più alto del mio”. Io invece sento ancora il bisogno di confrontarmi con questi temi e, nella gestine dei miei rapporti con gli altri, cerco di tenere bene a mente questo piccolo gruppo di consigli.

    Ultima considerazione: un albero si giudica sempre dalla qualità dei suoi frutti. Una teoria, una idea e un comportamento si giudicano tutti, sempre dai risultati che producono nella vita di tutti i giorni. allo stesso modo anche le persone. Si può sostenere che una cosa funziona (è giusta, corretta, utile etc etc) solo se produce i risultati sperati. Vorrei chiederti : in che misura ti senti soddisfatto dei tuoi rapporti umani? Il tuo modo di intragire con gli altri produce il livello di qualità di rapporti umani che desideri? Le tue relazioni producono il livello di soddisfazione personale che desideri?

    Infine ti rinnovo l’invito : Ti andrebbe di lasciarci un contributo? Tu cosa vorresti aggiungere su questa tema ?

  8. Michele

    Dottor Cassese (mi perdoni se non mi viene spontaneo darle del tu),
    scansando l’ironia discutibile di un paio di punti del suo commento, le rispondo che:

    – il livello delle mie relazioni personali non è affare di alcuno, qui dentro, nè tantomeno rileva ai fini della discussione. Le userò fin troppa cortesia dicendole che, nonostante la mia distanza dalle sue posizioni, essa è assai soddisfacente, ma ovviamente perfettibile, come ogni evento umano.

    – Se dobbiamo aver bisogno dell’esperto di turno per farci ricordare cose che dovrebbero essere nel nostro DNA comportamentale, siamo davvero pronti a lasciar campo libero alle altre specie del pianeta. Se vogliamo essere fieri di tutto ciò, sia pure.
    Questo, in sintesi, il senso della mia critica al suo articolo.
    Oltre alla sintassi.

    – Questo non è un blog ma un portale, se non erro. Specialistico, per giunta. Con materiale scaricabile, per di più.
    Un blog informa, un sito/portale offre anche risorse. E’ ben diverso, credo.

    – Continua a chiedermi “contributi”. Ne devo dedurre che quanto ci stiamo dicendo per lei ha il valore di una lattina di Coca Cola sgasata?
    Io sono solo uno studente. Lei è il professionista della formazione. Li scriva lei i contenuti. Ed invece di invitarmi a leggere manuali e saggi (cosa peraltro già in atto da tempo, stia tranquillo) si adoperi maggiormente ad offrire contenuti più specifici ai suoi utenti, anche a quelli più rognosi. Non c’è bisogno di scrivere saggi, manuali o videocorsi per dire cose utili e “nuove”. Si possono dire fesserie anche lì. La qualità prescinde dal supporto, immagino lei lo sappia.
    Altrimenti mi perdoni se l’ho presa troppo sul serio, a lei ed al suo “blog”. Correrò in tal caso in libreria evitando di perdere altro tempo qui.

    1. Ciao Michele ,
      Professioneformatore.it è un blog credimi … l’ho inventato io! Saprò pure cosa ho fatto e con quale software l’ho sviluppato!

      Se pensi, come hai scritto, che queste siano “ovvie fesserie” va bene così!

      Ma, vedi, dal mio punto di vista nelle cose “semplici” ci sono sempre tutte le risposte! Spesso bisogna ricordarsi anche le cose più ovvie !
      Tuttavia questo è solo il mio punto di vista ! Nessuno ti obbliga a leggere queste fesserie! o tantomeno a pensarla come me!

      PS. La critica è costruttiva quando propone alternative. Dire “In questo modo è sbagliato” è facile. Molto più impegnativo è dire “In questo modo è verificato che è meglio
      Alla prossima

  9. Michele

    Solitamente quando gli argomenti nei confronti dell’interlocutore iniziano a scarseggiare, ci si rifugia nell’attribuirgli parole offensive. Voglio però credere nella sua buonafede, e le dico che ha preso un granchio, decisamente. A me non pare di aver utilizzato da nessuna parte l’espressione “ovvia fesseria”, e me ne guarderei bene. “Ovvietà” c’è, ma “fesseria” è tutt’altro paio di maniche, ed ovviamente non l’ho utilizzato. Sono in disaccordo sul contenuto del suo articolo, l’ho criticata per una certa superficialità nel curarne la forma sintattica, ma MAI mi permetterei di offenderla dicendo che scrive “fesserie”.

    Quanto al fatto che questo sia/non sia un bog, onestamente è questione di lana caprina, rispetto al resto. D’accordo, è un blog. Ottimo software, articolato come un sito.

    Infine, riguardo la concezione di “costruttività”…lei ha ragione, ma se sapessi dirle “così è verificato che è meglio”, sarei IO il formatore. Sarebbe un dialogo inter pares. Così però non è, l’ho messo in chiaro dal primo momento, così come pure chiaro è stato il motivo per il quale ho attaccato l’articolo nei suoi contenuti. Se fossi stato di fronte ad un articolo “tecnico” sulla formazione, avrei bellamente taciuto. Ma siamo di fronte ad una tematica di ampio respiro, ed ognuno ha pane da portare a tavola, sull’argomento.

    Quanto l’essere o meo costruttivi…COSTRUTTIVO è anche l’atteggiamento auspicabile da chi riceve la critica. Lei, dall’alto della sua esperienza professionale, secondo me poteva poteva sicuramente fare di meglio. In quanto lei=formatore ed io=studente.
    E poi, come lei stesso ha detto….sul COME ci sono libri e conferenze. Qua ci si scambia punti di vista.
    Ecco, io il mio credo a questo punto di averlo chiarito abbastanza. Se serve, bene, altrimenti, bene lo stsso.

  10. Maria

    Molto interessante l’articolo, potrebbero sembrare ovvietà ma vi assicuro che non è assolutamente semplice metterle in pratica quotidianamente!

    Molto simpatica l’espressione “vampiri energetici” 😀

  11. Kiss Judit

    Aproposito dei commenti di Michele che in seguito finirò di leggere,vorrei ricordare che la cosa piu importante per tutti sarebbe applicare le “regole”.Mi spiego:visto che la semplicità cosi importante,e non citerò dato che si ricorda di cio che scrive;sapere chi si è! I formatori a mio avviso non si occupano di signore bloccate con figlo che fuma le canne,se non invadendo i campi altrui,magari anchè competenti.!

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