I need a dollar,
dollar is what i need,
and if I share with you my story
would you share you dollar with me
Sono queste le parole del recente successo di Aloe Black ” I Need a Dollar“, una canzone dal sond veramente esagerato, accompagnato da una voce soul in stile Motown anni ’70.
Appena ascoltata, la prima volta, sono rimasto immediatamente colpito. La black music mi è sempre piaciuta tanto e, in particolare, la motown ’70 ’80.
Di sicuro l’avrai ascoltata anche tu I need a dollar ! Le radio la danno in continuazione.
Ma indovina un po di cosa parla questa canzone? Parla di un tipo che perde il lavoro, e finisce per fare il barbone. Questa canzone parla di CRISI o meglio della CRISI.
Se non te ne sei accorto c’è la crisi ! Anche la soul music ce lo dice ! E sembra che il nostro paese, l’Italia stia facendo davvero tanta fatica a venirne fuori, nonostante la ripartenza dell’economia americana, i trend di crescita positivi delle economie nord-europee, le rassicurazioni delle istituzioni finanziarie internazionali, e del governo. Per di più, i media riportano solo cattive notizie e rappresentano un malcontento crescente generale nel paese, dimostrato anche dalle recenti manifestazioni dei lavoratori e dei cosiddetti giovani precari.
In questo contesto, fatto di difficoltà oggettive ed informazione costantemente negativa, è facile per tanti, perdere la speranza, abbandonarsi al vittimismo e al fatalismo. Ma è arrivato il momento di dire : “Basta!”. E’ arrivato il tempo di guardare in faccia alla realtà e provare a fare le scelte giuste per attraversare questi tempi da protagonisti e non più da vittime.
Capire la crisi
Come ho scritto anche da altre parti, la crisi viene da lontano, non certo da quest’ultima bolla speculativa dei mutui americani. Certo la crisi dei mutui americani ha dato una notevole spallata alla nostra fragile economia nazionale ma, c’è da dire che tutto il modello di sviluppo economico italiano, incentrato sul ruolo trainante dell’Operatore Pubblico è entrato in crisi ben più di 15 anni fa. In questi tempi possiamo dire che stiamo vivendo un vero e proprio periodo di transizione.
Le riforme strutturali degli anni 90 (l’apertura dei mercati internazionali che ha esposto le aziende nazionali alla globalizzazione e alla conseguente concorrenza di gruppi industriali stranieri a maggiore capitalizzazione, le riforme giuslavoristiche che hanno introdotto anche in Italia la flessibilità, le privatizzazioni delle aziende pubbliche e la liberalizzazione dei mercati calmierati e monopolistici), e le recenti crisi finanziare stanno rendendo il mercato del lavoro un posto davvero molto competitivo. Oggi è davvero difficile scegliere un’area di attività, o un business nel quale investire. Se fino a ieri una laurea in ingegneria garantiva una luminosa carriera in una grande azienda e una laurea in giurisprudenza consentiva l’accesso alle migliori professioni liberali e a livelli di reddito di eccellenza, oggi tutto questo non è più vero, anzi semmai è vero proprio il contrario. L’unica cosa certa sembra essere il cambiamento! Oggi non c’è nulla che garantisca un posto fisso! E nulla garantisce nemmeno una carriera!
Evitando di approfondire in questo articolo tutti gli aspetti che caratterizzano la crisi economica e il cambiamento epocale che la nostra economia sta vivendo, c’è da dire che, per tutti i lavoratori esclusi i dipendenti del pubblico impiego, esiste realmente a tutt’oggi la possibilità di rimanere di rimanere senza lavoro, anche in nel breve periodo. Anche se quello che dico, a molti potrà sembrare un presagio di sventura da esorcizzare con qualche esotico spergiuro, oggi non c’è realtà aziendale capace di garantire una carriera professionale nel lungo periodo a chiunque. I tempi che viviamo sono tempi di cambiamento e incertezza.
Quindi, a mio giudizio c’è solo un a cosa da fare : prendere atto del fatto che solo il cambiamento è l’unica certezza, e almeno per quanto possibile, iniziare a proteggersi contro una eventuale tragedia futura. In questo articolo ho individuato 3 aree nelle quali sarebbe opportuno, per ognuno di noi, investire in questo tempo di incertezza, per abbattere il rischio di rimanere senza lavoro e senza prospettive.
1. Acquisire una educazione finanziaria
A scuola e all’università non ci viene insegnato come gestire il danaro, così dobbiamo imparare a farlo da soli. Provando, riprovando e alle volte anche sbagliando. Di sicuro chi ha frequentato la ragioneria o la facoltà di economia e commercio avrà appreso alcune basi in materia competenza finanziaria, come la nozione di bilancio, di conto corrente, libretto degli assegni, cambiali e operazioni di credito al consumo ma, comunque sia, nessuno di noi è stato preparato ad affrontare il gioco del denaro, ne tanto meno ad affrontare una crisi di liquidità e solo pochissime persone hanno una conoscenza pratica della gestione dei “flussi di cassa.”
Capiamoci, dal mio punto di vista, avere una educazione finanziaria non significa avere conoscenza nozionistica delle operazioni e dei mezzi di pagamento e delle principali operazioni sui mercati . Quando parlo di educazione finanziaria intendo riferirmi ad una competenza a carattere gestionale in materia di “danaro”. Quando parlo di competenza gestionale intendo che bisogna saper utilizzare il danaro in modo tale che questa risorsa frutti qualcosa. Quando parlo di competenza in materia finanziaria, in altre parole, intendo che bisogna sapere come fare a far lavorare il danaro per noi al nostro posto. Non intendo certo sapere come fare a spenderlo.
Recentemente ho cominciato a leggere il nuovo libro di Robert Kiyosaki , la “Cospirazione dei ricchi.”
Il volume traccia il quadro che Robert Kiyosaki ha dell’economia globale ed esplora il motivo per cui la gente stia attraversando questi tempi turbolenti. L’autore offre le sue soluzioni ai problemi finanziari e spiega cosa abbia portato al caos economico di oggi e come superarlo.
La cosa più interessante di tutto il volume è che l’autore dimostra che quello che può sembrare il peggiore dei momenti che l’economia globale stia attraversando, sia in realtà un’opportunità senza precedenti. Lo ripeto per kiyosaki stiamo incontrando un’opportunità senza precedenti.
Per Robert, (che ha anche scritto anche il bestseller “Padre Ricco Padre Povero” del quale ti consiglio vivamente la lettura) capire la nostra storia economica, così come sviluppare la capacità di saper leggere le nuove tendenze (prima fra tutti il fenomeno internet), saranno di grandissimo beneficio a tutti noi durante questo periodo di tempo ricco di incertezze.
C’è da aggiungere inoltre che, sono realmente poche le persone che hanno una reale competenza nella gestione del danaro. Pertanto raccomando non solo a tutti la lettura di questo libro ma, (come suggerisce lo stesso Kiyosaki) anche trovare qualcuno che sia ricco (che riesca a guadagnare soldi anche quando smette di lavorare) e imparare da lui a gestire il danaro.
Dando uno sguardo a tutti i migliori autori internazionali in materia di danaro e ricchezza, una competenza sembra essere fondamentale per tutti loro: La capacità di far lavorare il danaro per proprio conto e generare rendite. E questa capacità nasce solo da una corretta educazione finanziaria.
Sviluppare una buona competenza gestionale del danaro ha almeno 2 effetti positivi: Il primo è che imparando, prima a risparmiare e poi a far fruttare i nostri risparmi attraverso investimenti oculati svilupperemo la possibilità di generare piccole rendite.
Il secondo sarebbe il fatto che di fronte ad una nuova crisi di qualunque natura avremmo comunque un paracadute. Infatti, potendo sostenere il nostro reddito da lavoro con delle entrate a carattere passivo (delle rendite per l’appunto) potremmo affrontare più facilmente i periodi di cambiamento.
2. Il tuo personal branding
Mamma mia che parolone Americano ! Che significa personal brand ? in parole semplici significa avere un proprio marchio. Come trovi scritto anche su wikipedia :
“Il personal branding è l’arte di vendere se stessi con modalità simili a quanto avviene con altri prodotti commerciali. A differenza di altre discipline di miglioramento personale, il personal branding suggerisce di concentrarsi oltre che sul valore espresso anche sulle modalità di promozione.”
La competenza di investire nel proprio personal brand sta diventando una vera e propria competenza critica per la nostra stessa sopravvivenza professionale. Come ho scritto oltre un anno fa in “Quanto hai a cuore la tua immagine on line“, internet ormai è diventato così tanto pervasivo che non abbiamo più privacy e la distinzione tra vita pubblica e vita privata si è assottigliata tantissimo.
Pensaci ! Fino a qualche tempo fa solo poche persone dovevano curare la propria immagine pubblica. Solo i politici, i capitani d’azienda , i calciatori e le star del cinema, erano esposte al giudizio pubblico dai mezzi di informazione tradizionali ( radio, televisione e giornali) ma, oggi con internet siamo tutti esposti al giudizio della gente come in una gigantesca vetrina.
Ci sono due cose che dovresti sapere : proteggere la tua immagine, il tuo personal brand, è un qualcosa che non puoi trascurare perchè Internet e i social network hanno reso possibile a chiunque condividere fotografie immagini racconti che ti riguardano. Il comportamento on line, tuo e delle persone che frequenti, potrebbe un giorno pregiudicare le tue opportunità di carriera.
Ti faccio un esempio: vai ad una festa bevi un po’ di più del dovuto. Il tuo comportamento esce fuori dal seminato e c’è qualcuno che ti fa delle foto mentre ubriaco balli sui tavoli. Quelle foto nei prossimi giorni finiranno su facebook ed influenzeranno non solo la tua immagine pubblica di oggi ma anche quella di domani (su internet tutto viene conservato). Sai una cosa è sempre più diffusa la pratica di cercare informazioni personali su internet. Quando invii un curriculum dove pensi che i selezionatori che recuperino informazioni?
Secondo i risultati du una indagine pubblicata sul quotidiano “La repubblica” ad aprile 2011 ben 7 direttori del personale su 10 cercano informazioni in internet sui candidati prima di assumerli. E di cosa vanno alla ricerca? In primis il profilo di facebook, ma anche gli interventi sui forum, sui blog e qualunque altra traccia lasciata su Internet!
C’ è da aggiungere inoltre che oggi è facilissimo per chiunque acquistare un dominio internet con il tuo nome e e cognome oppure iscriversi ad un social spacciandosi per te. Un tuo concorrente potrebbe creare un profilo facebook con il tuo nome o con il nome della tua attività semplicemente per rendere difficile farti trovare su internet.
In secondo luogo, promuovere il tuo brand è una attività che dovrebbe diventare parte integrante delle azioni di ricerca di lavoro in questi tempi difficili, in quanto crea opportunità di visibilità di consenso e approvazione da altre persone, al fine di assicurarsi un nuovo lavoro senza sforzo. Considera che oggi siamo tutti sul mercato. Cambiare lavoro è qualcosa che oggi fa parte della nostra realtà. Prima o poi tutti ci confrontiamo (che per un motivo chi per un altro) con la ricerca di nuove opportunità di lavoro e dobbiamo essere preparati per farlo al meglio.
Ottenere le risorse digitali a proprio nome, (come il tuo nome di dominio e profili sui social network), è fondamentale, in quanto ci permette di controllare e decidere l’immagine che sarà legata al nostro nome oltre a consentirci di creare un gruppo di persone che in qualche modo ci segue e riconosce la nostra professionalità.
3. Costruire relazioni forti
Conosci la teoria dei 6 gradi di separazione? In base a questa teoria ogni persona che abita sulla Terra può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze personali con non più di 5 intermediari. In altre parole tu sei collegato a chiunque (compreso Obama e Madonna) da una catena di soli 5 max 6 persone (amici conoscenti parenti).
Nel mio eBook “Lavoro Trovarlo e cambiarlo anche con questa Crisi” parlo tanto di questa teoria ed in particolare delle tecniche per creare e gestire reti di relazioni utili a carattere professionale.
In quest’articolo tuttavia, non mi soffermerò sulla disamina della teoria dei 6 gradi di separazione ma, voglio parlarti dell’importanza dei legami deboli e di come questi andranno a cambiare in questo periodo di crisi.
Un concetto importante quando si parla di “Reti dei relazioni” e quando si progetta un sistema di promozione della propria professionalità è quello dei “legami deboli”. Mark Granovetter negli anni ’70 ha pubblicato due articoli sulle modalità con cui le persone cercano e trovano lavoro ed ha avanzato l’ipotesi che i risultati maggiori nelle azioni di ricerca provengono dai cosiddetti legami deboli.
Secondo Granovetter la società è strutturata in cluster (grappoli, gruppi) altamente connessi, o cerchie molto ristrette di amici dove tutti conoscono tutti (il gruppo di amici della palestra, il gruppo degli ex colleghi di scuola, gli amici del circolo del golf, etc etc ) . Pochi legami con l’esterno mettono in contatto i differenti gruppi di aggregazione con il resto del mondo (coloro che frequentano gruppi differenti mettono in relazioni persone che altrimenti non avrebbero un legame). Questi legami svolgono una funzione critica nella intermediazione, sono detti “legami deboli” in contrapposizione ai legami forti. Nella ricerca di nuove opportunità di lavoro ad esempio può essere utile uscire fuori dalla cerchia di amicizie note per affidarsi a legami deboli in grado di aprire la comunicazione verso altri cluster o gruppi di individui. Nella ricerca di nuove opportunità di lavoro dunque è fondamentale uscire fuori dalla cerchia di amicizie note per affidarsi a legami deboli in grado di aprire la comunicazione verso altri cluster o gruppi di individui.
Secondo questa teoria sono i legami deboli, gli amici degli amici degli amici, che ci mettono in condizione di trovare quello che cerchiamo.
Orbene, i legami deboli funzionano benissimo in fasi di espansione economica (quando ce n’è per tutti per intenderci) ma, nei periodi di recessione perdono la loro forza espansiva. Tornando all’esempio della ricerca del lavoro: un persona che nella raffigurazione della propria rete professionale rappresenta un legame debole molto probabilmente favorirà per un’occasione di impiego qualcuno che gli è più vicino (legame forte) piuttosto di una persona che conosce appena.
Durante questa crisi economica, i legami forti stanno acquisendo sempre più valore. Del resto è sempre così, nei periodi di difficoltà le persone tendono a creare gruppi omogenei (si stringono tra di loro) .
La competenza chiave nella quale è opportuno investire in questo periodo di crisi è per l’appunto la costruzione di nuovi legami forti. Quindi occorre capire, innanzituto chi, tra il gruppo di legami deboli, si vuole avere vicino e quali sono le persone che si ritiene possano effettivamente prendersi cura di noi e diventare il vostro “rifugio sicuro”, nel prossimo futuro.
I tuoi familiari e gli amici di sempre, ci si augura che siano presenti al momento opportuno ma, a questi, occorre aggiungere anche altre persone: nuovi amici, clienti, fornitori, colleghi etc etc.
Le relazioni hanno un valore molto più grande del denarconsentono consentono di costruire un nostro brand personale e con il passaparola ci aiutano a raggiungere nuovi clienti e nuove opportunità di lavoro e carriera.
Oltre a investire nella tua formazione finanziaria e il tuo personal brand , un consiglio che posso darti è quello di trascorrere almeno 10 ore alla settimana per trasformare le parte dei tuoi legami deboli in legami forti e farti nuovi amici.
Tengo a precisare che lauree per formatori esistevano, vedi all’Università degli Studi di Padova.
Nello specifico, presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione esisteva una laurea triennale in Formatore nelle Organizzazioni.
Dott. M. Agostini
Ciao Marco
Innanzitutto grazie per il commento ….
Nel mio articolo ho scritto “non esiste un percorso universitario “organico” per acquisire le competenze utili a esercitare con “successo” la professione del formatore”. Laurearsi in formazione degli adulti non vuol dire maturare una professionalità.
Il FORMATORE diversamente dagli insegnanti lavora in un contesto di “Informale” o “Aziendale” per facilitare (aiutare) lo sviluppo di ABILITA’ (saper fare) e Attitudini (saper essere).
Va da se che il formatore deve essere titolare di un saper fare e questo si acquisisce con percorsi a carattere “Pratico” in un sistema di formazione “informale” per il quale l’università italiana non mi risulta sia già del tutto pronta
Ciao Luciano,
immagino non volessi spiegare a me chi è un formatore ma a chi ci legge.
Posso assicurare che un percorso universitario per laurearsi com’è stato in Formatore nelle Organizzazioni non è stata mera teoria, ma si fondava in quel Sapere – Saper Fare – Saper Essere di cui hai citato parte.
Capisco comunque in generale sul tuo attacco all’Università italiana, visto che senza altri formatori in campo lavori (e probabilmente lavoro anche io) di più. Tranquilli formatori, quel corso è stato cancellato prima del 2010.
Poi, se parliamo di saper fare come anni d’attività questa è una puntualizzazione vuota. Non parliamo di età anagrafiche, per rispetto di tutti.
Ciao Marco
Mi fa piacere sentire che anche il mondo universitario cominci ad allinearsi sul saper fare. Quindi posso solo ringraziarti per questa testimonianza.
Una sola precisazione il mio “attacco” (come lo hai definito) all’Università non proviene dalla paura della concorrenza. La formazione oggi come non mai vive un periodo particolarmente florido per chi ha idee da proporre al mercato e c’è spazio per tantissime persone molto più spazio di quello che l’offerta riesce a riempire.
La mia è una questione di Metodo. Quando le competenze e il sapere viene codificato e divulgato perde parte del valore a causa dei tempi indotti dal processo di codifica adottato dagli enti istituzionali. Ma è una idea di cui parlerò in qualche altro articolo.
Scusa Luciano, ce ne è almeno un’altra: O.P.P.I. (Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti) che lo scorso anno ha fondato OPPIForma per istituire i registri professionali ex lege 4/2013. Con la formazione prevista.
Ciao Glauco ,
Innanzitutto grazie per i commento e per la risorsa segnalata!
Il tuo commento mi offre lo spunto per un articolo che pubblicherò la settimana prossima.
Nell’articolo faccio riferimento alla professione di “Formatore” e non quella di insegnante. Anche se apparentemente simili le due professioni sono notevolmente differenti.
Se si fa riferimento al modello delle competenze adottato dall’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori – ente tecnico del ministero del lavoro) una competenza è formata da almeno tre elementi : Una unità di Conoscenza (cioè un sapere), Una unità di Abilità (saper fare), e una attitudine / competenze personali (saper essere).
L’INSEGNANTE lavora in un contesto di “Educazione Formale” e lavora per “TRASFERIRE CONOSCENZE cioè “informazioni” (quando parlo di educazione formale intendo scuola e università – l’aggettivo formale fa riferimento al fatto che il percorso è formalizzato).
Il FORMATORE invece lavora in un contesto di “Informale” o “Aziendale” e lavora non per “trasferire conoscenze” ma per facilitare (aiutare) lo sviluppo di ABILITA’ (saper fare) e Attitudini (saper essere).
Mentre le conoscenze possono essere “trasferite” è sufficiente che l’insegnante ripeta più volte le informazioni per far si che gli allievi apprendano, le Abilità e le attitudini non possono essere trasferite e devono essere SVILUPPATE dall’allievo stesso . Quindi un formatore è un facilitatore e un motivatore rende semplice lo sviluppo delle competenze e motiva l’allievo a impegnarsi a migliorare le proprie performance.
D’accordo Luciano.
Dal tuo scritto è evidente un aspetto essenziale saper formare (insegnare in senso lato): ciò che l’Università tradizionale non propone ancora – a parte qualche eccezione e comunque non nei corsi formali.
Gli insegnanti-formatori, la forma evoluta dei maestri che io recluto in OPPIForma sanno:
– progettare un corso,
– proporre un contratto formativo con i corsisti,
– gestiscono i gruppi di lavoro all’interno dell’aula,
– valutano e fanno valutare ai corsisti i risultati di ciò che hanno appreso,
– riflettono,
– mediano i conflitti facilitando i confronti,
– orientano verso gli obiettivi dell’apprendimento.
Un caro saluto.
Glauco
Ciao,io sono già un formatore,ho seguito un corso in “Laboratorio Formazione” come formatore,oltre ad essere tutor regionale e provinciale per la L.I.M.(lavagna interattiva multimediale) nella scuola,seguo il percorso “Orientamento” nella mia scuola ed essendo RLS mi sono formata con un corso obbligatorio di 32 ore,per cui adesso potrei anche formare sulla sicurezza.
Quei corsi a cui fai cenno tu mi sembra che vendono un pò di fumo e non garantiscono certo una professione.
Saluti Rosa
Buon giorno,
sono un ragazzo che ha iniziato un percorso di formazione e che non si reputa un formatore e lo vorrebbe diventare.
Io credo che il fulcro dell’articolo è che la figura di Formatore in quanto Coach, Maestro, Ispiratore è la figura di cui si parla.
Ho parlato di Per-corso perché vivere e frequentare uno o più corsi non comporta l’essere coerente con gli insegnamenti ricevuti e ci vuole pratica e pratica prima di poter formare su un argomento.
Personaggi come Antony Robbins sono dei formatori a livello mondiale che contribuiscono alla felicità delle persone perché le rendono capaci di esserlo da sole e di renderne altre felici.
Questo va al di la delle conoscenze tecniche che un insegnante può acquisire facendo un corso di aggiornamento o dei corsi mirati, non perché non siano all’altezza solo perché sono cose diverse.
Io parlo di CREDENZE POTENZIANTI, CAMBIARE SIGNIFICATO AGLI EVENTI, VALORI, VISUALIZZAZIONE, MOTIVAZIONE.
Il formatore, per come è considerato in ambito di Crescita Personale, può essere tale se è coerente con questi e/o altri argomenti in ogni aspetto della sua vita.
Quindi la mia risposta è che stiamo parlando di due concetti diversi.
Buona luce
Ciao Antonio Grazie per il tuo contributo che arricchisce notevolmente la discussione!
Il concetto l’hai espresso molto chiaramente citando Robbins
Formare significa aiutare le persone a trovare dentro di se le risorse per sviluppare nuove competenze
Ciao Luciano.
mi fa’ piacere a vedere che ci sono comenti anche forti su questo tema. io volevo precisare che come dici te non si puo avere la posibilita di una laura per formatori, datto che come profesione e’ piu ampio di una semplice formazione su unita specifica.
ne sono completamente cosciente dato che facio il Formatore o anzi il capo Formatore per un grande call center al l’estero con tante campagne e anche formatori. il problema piu importante non e’trovare un laurea per formatori ma crescerli profesionalmete a formare li altri con tecniche adeguate su learning, persuasione, motivanti ecc ecc…
Ciao Luciano mi chiamo Michael sono un ragazzo di 23 anni, faccio mlm, ho seguito dei piccolo corsi di PNL, ma ho un sogno..diventare formatore, mi puoi aiutare?? Sono di Venezia, ho letto già una decina di libri, seguo formazioni, ho voglia e passione da vendere.. Ma mi rivolgo a te che sei in alto x imparare la strada… Grazie
Ciao Michael …. Che dire?
Se pensi di voler fare il formatore e lo chiedi a me non posso dirti che : “benvenuto nel lavoro più bello del mondo”
Innanzitutto ti faccio i complimenti perché la PNL è il posto migliore da cui partire per diventare formatore. E mi sembra che tu stia partendo proprio da li BRAVO!
Rispetto a quello che mi scrivi….
Come ho scritto anche nell’articolo Non ci sono albi per fare il formatore Ma solo esperienza solo campo
Come si diventa formatori allo stato attuale delle cose ? In parte Si improvvisa ! o meglio…..
La maggior parte dei formatori proviene dal mondo del lavoro.
I formatori tecnici sono Gente esperta in un qualche settore es. Informatica (esperti cisco, Microsoft) con certificazioni rilasciate direttamente dalle aziende di fornitura.
Poi ci sono tutti coloro che hanno scoperto il mondo della comunicazione e della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e ne hanno fatto una professione.
Altri sono Docenti che sono Passati alla formazione aziendale Es. Professori di diritto economia aziendale etc etc
C’è poi tutto il settore di esperti di vendita Che dopo anni nelle vendite passano alla formazione dei nuovi venditori
Infine ci sono gli psicologi .
Nella maggior parte dei casi si approda alla formazione dopo anni di esperienza in azienda in differenti ruoli. In azienda di solito funziona così : maturi un po di esperienza, dimostri di saper fare qualcosa e ti assegnano le nuove reclute. Se ti piace ne fai una professione!
Recentemente Molti si sono messi sul mercato a seguito della perdita del posto di lavoro (dopo anni di esperienza).
CONSIGLI
1. LANCIATI buttati sul mercato ….
2. Identifica un settore di attività nel quale specializzarti ! (PNL per la vendita, PNL per infermieri …. Comunicazione, MKT, vendite, Orientamento etc etc)
2. Comincia anche da ruoli molto bassi (tutor assistente d’aula)
3. Specializzati sempre di più con corsi di PNL e Comunicazione
4. Progetta un corso … Progetta un corso che sviluppi competenze specifiche (es. PNL per il WEB, PNL per vendita)
5. Prova a vendere questo corso ai privati (prendi una saletta e prova a iscrivere 10/15 partecipanti)
6. Prova a vendere alle aziende (contatta le aziende della zona e proponigli di comprare 1 giornata di corso da te)
Ciao e a presto
PS ISCRIVITI AL SITO
Ciao,
vorrei una precisazione, non sono giovne, anzi, da circa 30 anni mi occupo di volontariato con gli animali.
Ho seguito un master triennale di Performat Pisa per counselor pon specializzazione in pet – therapy e quindi specializzazione in psicosociale e attualmente sono iscritta all’albo dei counselor profesionisti dl CNCP.
Ho frequentato divers corsi sul comportamento animale di cui ho i relativi attestati.
Ho lasciato il lavoro perchè vorrei fare formazione sul comportamento animale in generale e sul rapporto uomo – animale.
Ho visitto siti e conosciuto persone molto meno qualificate di me che lavorano in questo campo e dicono di fare “alta formazione”.
A me non pace vendermi per quella che non sono e quindi vorrei sapere se anche io posso dire di essere idonea a fare “alta formazione” o come posso diventare idonea. Mille grazie per la risposta
Ciao Patrizia
Innanzitutto congratulazioni per le tue esperienze personali . E’ una bellissima cosa la per terapy!
Considerando che hai già una buona esperienza tecnica specifica per diventare fornatore ti può essere utile sviluppare competenze di Public speaking, andragogia (formazione degli adulti), Progettazione formativa, e soft skill in generale.
Ciao e a presto
Per quanto riguarda infine la tua perplessità sulla definizione “ALTA FORMAZIONE”..posso comprenderla e faccio una piccola precisazione .
Il termine Alta Fromazione indica il livello del titolo che si consegue nella classifica nazionale. Mi spiego …
In Italia esistono diversi titoli di studio suddivisi a seconda del ciclo d’istruzione a cui appartengono.
Quando si parla di alta formazione si fa riferimento ai corsi ai quali si accede solo se in possesse di laurea di secondo livello (laurea specialistica) o diploma di accademia di secondo livello…
In altre parole l’alta formazione sono i Master o i corsi di specializzazione
Volendo diventare formatore nel campo dei barman (sono barman e bartender da alcuni anni) e sviluppatore di bar, locali e similia quali percorsi è consigliato fare?
Grazie per la cortese risposta
Ciao Daniel,
Innanzitutto congratulazioni per l’interesse nella professione di formatore.
Come suggerito nell’articolo, avendo già sviluppato competenze tecniche sul “cosa insegnare”, ti potrebbe essere utili concentrare i tuoi sforzi sull’imparare le competenze sul “come insegnarlo”.
In questo link trovi informazioni su uno dei migiori corsi i assoluto di public speaking per formatori
https://www.maxformisano.it/formazioneformatori/pf/
a presto e Benvenuto in questa professione
Salve Luciano, la mia età è ultra quarantenne, sono stata insegnante negli ’80 per un anno, appena diplomata; poi la vita mi ha introdotta nel settore pubblicitario come ripiego.
Ho seguito corsi di PNL di 1° e 2° livello insieme a seminari su elementi di grfafologia ed enneatipi. Due anni fa ho organizzato un convegno e successivamente sono stata la relatrice per ben 4 volte.
Mi sono scoperta brava ad INFORMARE.. Difatti sto programmando un workshop sperimentale orientato alla creatività femmininile con l’aiuto del componente di una associazione di categoria.
Poichè mi piace molto anche MOTIVARE e ORIENTARE le persone è mia intenzione diventare a tutti gli effetti un Formatore ma non ho idea dove “formarmi” e conseguire il titolo (puglia). Inoltre non ho la più pallida idea di quanto costa e quanto dura il corso.
Mi daresti delle dritte? In quali settori posso propormi per continuare in questo senso? E quanto dovrei chiedere, (o come funziona) dato che ho sempre fatto tutto Gratis fino ad oggi?.. Grazie
Ciao Lena …
Non hai bisogno di conseguire “l’attestato” . Almeno per il momento la figura professionale del formatore e quella dell’Orientatore non sono riconosciute e la normativa in merito è molto carente. Se cerchi un attestato che supporti una tua candidatura per i corsi Regionali (puglia) puoi utilizzare già il tuo Master in PNL (da quello che mi scrivi mi sembra di aver capito che hai un master in PNL). Io, fossi in te, considerando l’andamento del mercato della formazione mi muoverei in altre direzioni. Investirei il mio tempo e il mio denaro per “Creare CORSI” e imparare a Venderli al Mercato!
Crea Persorsi tuoi ORIGINALI e proponili al pubblico!
Se ti può interessare … Sto organizzando un corso su come realizzare un “seminario vendita” si terrà a Gennaio a breve pubblicherò un po di informazioni su questo sito ! Il seminario vendita come penso tu sappia bene è la metorologia principale per vendere corsi di formazione.
Anche a me piacerebbe diventare un formatore.
Ho gestito un’attività commerciale per 20 anni e una società immobiliare per 10. Ho molte competenze pratiche nei due settori, ma trovo una certa difficoltà a trasformarle nella teoria da insegnare. Ma non credo sia impossibile, sto preparando quindi dei corsi da presentare alle agenzie di formazione della mia zona (provincia di Pistoia).
Avete qualche consiglio da darmi?
Grazie e complimenti per come trattate gli argomenti.
Fiorella Romani
Ciao Luciano,
mi piace molto quello che scrivi e come lo scrivi. Complimenti!
Avrei bisogno di capire meglio alcuni aspetti della professione formatore, che vorrei iniziare a fare.
Aver lavorato per molti anni in un settore specifico, avere quindi molte competenze in un settore professionale è sufficiente per diventare formatore?
In pratica sto chiedendo se conoscendo bene la pratica la si può trasformare in teoria.
Sto preparando dei corsi da presentare alle agenzie di formazione della mia zona….può essere questo un inizio per la professione? Oppure?
Sarei molto lieta di ricevere tue dritte.
Grazie e complimenti ancora.
Fiorella
Ciao!! Sn nel campo della vendita da tanto….ho partecipato a vari corsi….ma il mio sogno più grande è quelli d diventare formatrice ma nn so nemmeno da dove si parte……
Ciao Stella
Piacere di conoscerti e benvenuta nel club dei formatori!
Nonostante questa professione esista da oltre 30 anni in Italia , ancora oggi non esiste un percorso organico per acquisire le competenze utili a esercitare con SUCCESSO la professione del formatore. In questa pagina web troverai un articolo che ho scritto qualche tempo fa su come diventare FORMATORI
https://www.professioneformatore.it/come-si-diventa-formatore/
Ciao e a presto
ciao sono laureata in comunicazione ho un attestato di pnl basic durato un anno e lavoro in uno studio medico sia in italia che all estero da ormai 30 anni mi sento brava e capace soprattutto con pazienti clienti o con le persone in particolare penso oltre ai corsi sia un qualcosa di innato o ce l hai o no.
vorrei frequentare un corso per creare corsi a me interessa ambiente medico o infermieristico abito a como e quindi il posto più vicino è milano mi sai dire qualcosa? grazie clarice
Ciao Clarice
Prova qui
https://www.maxformisano.it/formazioneformatori/pf/
Salve, mi chiamo Maddalena, ho 32 anni e vi scrivo poichè sono interessata alla professione del “Formatore”. Complimenti a Luciano Cassese, grazie ai suoi saggi consigli, ho trovato risposta a molti miei quesiti. Brevemente, voglio indicarvi un percorso che sto cercando di intraprendere da sola, attraverso ricerche e grazie al mio lavoro. Ho conseguito la laurea triennale in Scienze Dei Beni Culturali, e la magistrale in Storia dell’Arte, ho una qualifica di Operatore Elaboratore ed altre certificazione informatiche!! lavoro da 4 anni ,presso un Ente di Formazione Professionale privato, mi occupo di tutoraggio, monitoraggio delle attività svolte in aula, della parte amministrativa e burocratica ( documentazione esami, avvii corsi, compilazioni registri, stipula contratti con i corsisti interessati ai nostri corsi, promozione del servizio). Ritengo esatto investire in qualità e promozione, solo in questo modo si potrà sviluppare quella rete fondamentale di contatti che consentiranno di farti lavorare sempre. Attenzione, non erogo personalmente la formazione, ma mi sento tassello fondamentale, che sicuramente contribuisce ad ottenere riscontri positivi in questo campo. Ho iniziato da poco ad interessarmi di PNL (Programmazione Neurolinguistica), attraverso il web, scarico materiale informativo, audiocorso, etc…. credo di essere sulla buona strada….Gentile dott.re Cassese, fatta tale premessa, volevo chiederLe, a questo punto è necessario iscrivermi presso un associazione AIF oppure ICF, per approfondire le mie conoscenze?? lei sicuramente saprà indicarmi l’iter più consono. In attesa di un vostro riscontro. Porgo cordiali saluti.
Ciao Maddalena
Innanzitutto Grazie per il commento e per il feedback in merito ai contenuti di questo blog!
Mi dici che vuoi diventare una formatrice ed è proprio per questo che non posso fare a meno di farti le congratulazioni per la scelta! Il formatore è il mestiere più bello del mondo.
Il suggerimento che posso darti, considerando che sei in una fase di startup è di lasciar perdere le associazioni per il momento. Io sono 15 anni che faccio questo lavoro e non mi ci sono mai iscritto.
Ti suggerisco invece di iscriverti quanto prima ad un corso per prendere la certificazione Master in PNL. E’ in assoluto la competenza più richiesta in ambito aziendale e ti consente di poter praticare tariffe interessanti per le tue prestazioni. La PNL è la competenza BASE di chi fa formazione!
E’ sempre valido il consiglio che ho dato nell’articolo : crea un prodotto, un pacchetto chiuso, un corso che ha un valore concreto e soffio a mercato. Appena avrai conseguito la certificazione crea un corso (non di PNL) in linea con le tue competenze (quello che ti pare: informatica, grafica, design, motivazione, vendita) e prova a venderlo a mercato.. Fermati solo quando avrai raccolto almeno 10 iscrizioni paganti. Anche se raccogli 1000 “NO”, fermati solo dopo che hai completato un’aula.
Salve Luciano, grazie per il consiglio. Mi son data da fare, ed ho ho conosciuto un consulente membro di CFI, grandioso!!! nn mi sono iscritta ancora a nessun master, mi ha dato la possibilità di organizzare in base alle mie competenze, un’aula come diceva Lei, ho raccolto 10 adesioni, x me è un piccolo traguardo raggiunto non conoscendo ancora questo fantastico mondo 😉 buona giornata 😉
Salve. Sono una docente di scuola primaria da 20 anni non laureata. Ho speso tempo e denaro personali per formarmi in un ambito a me caro e dove ritengo vi siano le mie risorse. Sono Practitioner di PNL (100 ore), formata alla mediazione e gestione dei conflitti (200 ore), formata all’applicazione dell’intelligenza emotiva in contesti socio-educativi (140 ore), formata in facilitazione gruppi auto mutuo aiuto. Ho inoltre esperienza nel campo della scrittura creativa. In una scuola dove ho insegnato ho progettato e condotto laboratori per bambini di educazione alle emozioni, laboratori di comunicazione efficace, incontri di formazione per genitori e insegnanti sul tema della gestione dei conflitti, ho svolto un incontri sul tema del conflitto per volontari di un’associazione, ho facilitato un gruppo di auto mutuo aiuto di famigliari di pazienti con disturbi psichici, ho condotto presentazioni sui temi di cui sopra presso erboristerie. Il tutto spesso gratuitamente. Ho sempre avuto ottimi riscontri, ma lavorare nel mondo della scuola come insegnante e formatore sembra impossibile. Sono ormai parecchi anni che non riesco a fare più nulla. Mi sono proposta altrove ma con scarsi risultati, ho utilizzato internet e ogni altra forma ma non sono riuscita a fare ciò che amo fare, cioè coinvolgere i partecipanti, valorizzare le risorse, condividere esperienze e competenze oltre che il proprio modo di essere. Mi scuso per la lunghezza, ma proprio non riesco a capire cosa io debba cambiare. Mi sento parecchio frustrata! Grazie
Sono un Restaurant e Bar Manager enogastronomico ed esercito la professione nel settore della ristorazione da circa 32 anni con relativi contratti aziendali del settore diplomato alberghiero e master dell’ospitalità manageriale UP LEVEL riconosciuto nell’ambito nazionale. Di cosa avrei bisogno per diventare formatore riconosciuto GRAZIE.
Buonasera Luciano, mi piacerebbe diventare un coach nel settore immobiliare. Ho 39 anni, laureato in scienze della comunicazione con tesi di laurea in gestione e formazione del personale. Ho un’ esperienza di oltre 10 anni nel campo come titolare d’agenzia. Mi piacerebbe fare delle aule in varie città italiane con corsi suddivisi per argomento, ruolo e obbiettivo dei partecipanti. Non saprei da dove iniziare. Grazie.
Buongiorno Luciano Cassese, sono Jelisse e da sempre ho il desiderio di diventare formatore motivazionale e coach life soprattutto nel neurolinguistico (pensiero positivo e legge di attrazione) sono da sempre predisposta al pensare positivo e dare dei buoni consigli ma quello che mi caratterizza e che mi fanno notare gli altri e la energia positiva che trasmetto…. non ho un percorso universitario ma sogno da sempre di vivere creando dei seminari motivazionali… come posso formarmi e da dove posso partire? Ho scritto un libro “forse c’è bisogno dei sogni ” e ogni tanto mi contattano ancora in varie organizzazione dove mi chiedono di presemtare alcuni temi del libro… ho vinto una bellissima targetta alla giornata mondiale della filosofia del 2016… mi piacerebbe continuare anche in questo campo di scrittura e presentazione… ho tante idee nella testa ma mi manca il modo giusto per trasmetterle nel migliore dei modi…Vorrei chiederti inoltre se c’è un percorso universitario che può dare un valore aggiuntivo al formatore motivazionale? Oppure se gia con qualche semplice corso posso buttarmi a lavorare… non mi reputo molto brava nel parlare in publico e penso anbia bisogno di organizzare per bene il modo giusto di comunicare.. hai qualche suggerimento da darmi?mi ritengo brava nel create campagna di marketing per attiare gente ai seminari ma devo imparare a saper cominicare al meglio e sopratutto saper arrivare al cuore delle persone… attendo tutti i tuoi ottimi suggerimenti… Grazie di cuore e buona giornata.
Comincia da un corso specifico per formatori tipo quello di Max Formisano e poi prova a organizzarne uno tuo
Salve! Vorrei sapere se per ‘vendere’ un corso ad aziende è necessario avere la partita Iva… Come è inquadrato a livello finanziario un formatore? Grazie e complimenti!