Quante volte hai sentito dire che se sorridi la vita ti sorriderà?
Quante volte hai sentito dire che, per avere successo, bisogna essere positivi e sorridere alla vita?
Suppongo veramente tante ! Già solo se leggi professioneformatore.it l’avrai sentito un sacco di volte! Quasi fino alla noia !
Ma …. È vero? Funziona davvero così?
Un po’ dappertutto, sia sui libri di self Help, che periodicamente arrivano da oltre oceano, sia dai tanti formatori come me, che cercano di aiutare la persone a esprimere tutto il loro pieno potenziale, si sente dire che per avere successo nella vita, ed ottenere ciò che si vuole bisogna necessariamente sorridere e mostrare positività.
Ma è proprio così? Ma non si può essere semplicemente se stessi?
Giorni addietro, mi trovavo a passeggiare per via Chiaja con Sergio, un mio caro amico dei tempi del liceo che mi sollevava proprio questa obiezione dicendo: “ma perchè diamine non me ne posso stare in grazia di Dio e manifestare tranquillamente il mio stato d’animo. Sono stanco di questa diffusa cultura all’ottimismo. Ci sono un sacco di cose che non vanno per il verso giusto: i rifiuti, l’inquinamento, la cultura consumistica, perché dovrei fare la parte dell’americano positivone, che non si rende conto dei problemi seri dell’umanità e sorride sempre”.
Ti sembra familiare?
Anche alcuni miei lettori in passato mi hanno sollevato obiezioni simili. Ecco perché ho deciso di scrivere due righe sull’importanza del sorridere per ottenere quello che si vuole dalla vita.
Prima di parlartene però vorrei fare una premessa ed invitarti ad avere un atteggiamento critico. Non credere a nulla di quello che leggi in questo post ma, con metodo scientifico appena puoi verifica tu stesso quello che ti dico.
Adesso mettiti comodo e leggi con calma.
Una piccola premessa : è tutta Questione di comunicazione
Indiscutibilmente, la vita ci pone, ogni giorno, innanzi a delle sfide. Grandi o piccole che siano, la vita ci pone delle sempre delle sfide.
Una commissione nuova, il traffico, arrivare puntuali in ufficio, incontrare un nuovo cliente, passare negli uffici di una pubblica amministrazione per ottenere dei certificati, sono tutte piccole sfide che quotidianamente affrontiamo.
È mia personale convinzione, (e non solo mia, c’è una vastissima letteratura in merito) che, gli esseri umani affrontano e vincono le loro sfide attraverso la comunicazione.
Pensaci bene! Questo è valido sia nella vita privata che nel lavoro.
Quando abbiamo un problema nella nostra vita privata in famiglia o con la fidanzata riusciamo a superarlo veramente e a riportare l’armonia solo parlando, confrontandoci e cercando una soluzione basata sull’amore e la stima reciproca.
Quando abbiamo un problema al lavoro (una sfida per l’appunto), e non riusciamo ad interagire con un cliente difficile, o con il nostro capo, nella maggior parte dei casi questo è un problema di comunicazione. Non riusciamo a comunicare efficacemente il nostro valore e le nostre capacità, le nostre idee oppure non riusciamo a comprendere le esigenze di chi ci sta di fronte.
La nostra principale attività al mondo è la comunicazione. La comunicazione scritta ed orale ha cambiato il corso della storia, ha liberato gli schiavi, ha fatto scoppiare guerre, ha creato nuove nazioni, ha reso possibile il progresso scientifico e tecnologico, ha portato pace dove c’erano le guerre, ha causato il successo e il fallimento di tanti.
L’uomo è un animale che comunica, continuamente!
Il primo assioma della comunicazione del resto recita in questo modo: “non possiamo non comunicare” e questo è molto vero! Anche quando sei in silenzio stai comunicando, comunichi una volontà chiara di non parlare, di non esprimerti o, un distacco. Una delle cose che ho imparato quando ho cominciato questo mestiere più di 10 anni fa è che la comunicazione non è fatta solo di contenuto ma anche e sopratutto di contenitore. Cioè quando comunichiamo con qualcuno non è tanto importante quello che diciamo (il contenuto per l’appunto), quanto il modo in cui lo diciamo, (il contenitore).
Ti faccio un esempio: se vedi una scena una ragazza dice ad uomo “ti stai comportando proprio male sai!” che significa questa frase ? Dipende dal modo in cui viene formulata!
Se ci pensi un attimo questa frase può avere almeno due significati completamente opposti a seconda del tono e dell’espressione del viso con le quali viene pronunciata.
Se la ragazza in questione ha un tono nervoso, parla a scatti, con voce alta, e il viso è aggrottato in una smorfia di rigida tensione, vuol dire che sta seriamente rimproverando il suo interlocutore, ed è in atto una situazione di conflitto.
Viceversa, se la stessa frase è accompagnata da un’espressione del viso ammiccante, con la testa leggermente piegata verso il basso, lo sguardo che punta verso gli occhi del suo interlocutore, un tono di voce caldo e un volume basso, può voler significare tutt’altro, Come ad esempio la presenza di un rapporto intimo tra i due e semmai l’approvazione di di una asserzione o l’accettazione di un invito precedente formulato dal ragazzo.
La stessa frase come vedi può significare rifiuto/conflittualità oppure accettazione/complicità. Due significati completamente opposti!
Allo stesso modo se senti un uomo pronunciare una fare del genere : “mio fratello è proprio un gran figlio di ….“puoi attribuire un significato positivo o negativo solo interpretando il tono e l’espressione facciale di chi pronuncia questa frase.
Nel trattare le abilità comunicative è necessario dare il dovuto risalto a tutti gli elementi che contribuiscono a rendere efficace la comunicazione. Quando si sente parlare di comunicazione, la nostra mente pensa al linguaggio tradizionale, alle parole, come lo strumento comunicativo per eccellenza. In genere tendiamo a sottovalutare tutti gli altri elementi che utilizziamo per trasmettere il nostro messaggio con più forza.
Questi strumenti sono: le parole, i toni di voce, il linguaggio non verbale (rappresentato dalla gestualità, dalla posizione del corpo, dalla mimica facciale, dal sorriso, dal contatto visivo ecc.).
Una immagine vale molto di più 1000 parole !
Se andiamo a valutare l’efficacia comunicativa degli strumenti indicati scopriremo delle belle sorprese.
Già negli anni sessanta un grande scienziato Albert Mehrabian si pose il problema di capire quale fosse il livello di efficacia comunicativa dei tre strumenti che avevano a disposiIone le persone : parole, toni della voce, gestualità ed espressioni.
Nei suoi studi egli osservò come, in una normale comunicazione, la ricezione del messaggio (ma sarebbe più corretto parlare di efficacia comunicativa) sia data solo per il 7% dalle parole, per il 38% dai toni di voce e per il 55% dal linguaggio non verbale cioè i movimenti del corpo e le espressioni del viso.
Cosa vuol dire questo ? Che nella comunicazione non è importante quello che diciamo ma come lo diciamo. E, se vogliamo avere relazioni positive dobbiamo curare bene il modo come ci rapportiamo agli altri.
Come mai si dice che le emozioni sono contagiose?
Una cosa che mi sono sempre chiesto è : “come mai la comunicazione non verbale ha così tanto peso nell’economia complessiva della comunicazione ? ”
La risposta mi è venuta qualche anno dopo i miei primi studi di comunicazione quando ho scoperto il lavoro di Goleman sull’intelligenza emotiva (in questa pagina trovi anche una interessante recensione di uno dei suoi libri più famosi), che per me è stato non solo illuminante ma, una vera e propria fonte di ispirazione.
Per Goleman alcuni comportamenti dell’uomo compresa la comunicazione non verbale sono il frutto di qualcosa di istintivo e inconsapevole. Appartengono alla parte emotiva dell’intelligenza umana, che è anche la parte predominante e più primordiale.
La comunicazione non verbale è così qualcosa che nasce con l’evoluzione della specie umana. La nostra mente razionale è gestita dalla parte più giovane (in termini evolutivi) del nostro cervello. Le cellule del nostro cervello deputate a produrre e gestire pensieri razionali (del tipo se a =b e b=c anche a=c) sono localizzate nei lobi pre-frontali apparteneti a quella parte di cervello, la neocorteccia, che solo gli uomini hanno sviluppato. Gli animali, i rettili, i mammiferi e persino i primati non ce l’anno. Diversamente la parte più antica del cervello l’archeocorteccia, quella parte di cervello che l’uomo condivide con i rettili e i mammiferi è deputata a gestire informazioni a carattere emotivo. E quali sono le informazioni a carattere emotivo?
Sono tutte quelle informazioni legate alla sopravvivenza, dell’individuo o della specie.
Ad esempio quando tocco il fuoco e mi scotto la mano, quella sensazione di dolore mi fa ricordare per tutta la vita che il fuoco è una cosa pericolosa, viceversa il sapore del delle cose un po grasse e dolci ci piace un po a tutti perchè il latte materno (nutrimento e sopravvivenza)che era dolce e grasso.
Goleman si spinge anche oltre e spiega come mai le reazioni emotive (quando ci incazziamo di brutto) sono difficili da gestire e esplodono senza darci la possibilità di controllarle.
Diversamente dalla mente razionale che è il prodotto della parte più giovane del cervello e è molto lenta, la parte del cervello che gestisce le informazioni a carattere emotivo è veloce è reattiva perché è deputata alla funzione più importante del corpo : la sopravvivenza. Del resto le cellule del cervello deputate alla gestine di queste informazioni emotive l’amigdala è localizzata nella archicorteccia in continuità con le cellule del cervello che gestiscono il movimento.
Quando siamo bambini e ci scottiamo con il fuoco apprendiamo una informazione a carattere emotivo(fuoco=dolore=rischio di sopravvivenza). La prossima volta che avvicinano la mano ad una sorgente di calore immediatamente e istintivamente staccano velocemente la mano dalla fonte di calore.
Cosa succede ? La mano tocca la fonte di calore, l’amigdala percepisce un pericolo e immediatamente manda il segnale di movimento alle cellule che gestiscono il movimento. Il tutto senza elaborare l’informazione. Questo tipo di meccanismo è un meccanismo reattivo basato sul modello stimolo -risposta. Ad uno stimolo corrisponde una risposta immediata e istintintiva.
Le emozioni sono il nostro pilota automatico per la sopravvivenza.
L’uomo si è evoluto fino ad arrivare in cima alla catena alimentare grazie alla sua capacità di comunicare.
Facci caso! L’uomo non ha artigli, non ha zanne, non é veloce nella corsa. Fisicamente è una schiappa. È il più debole degli animali della savana.
Tuttavia grazie alla sua capacità di comunicare ė diventato il padrone del pianeta (con tutti gli effetti negativi del caso). Grazie alla capacità di comunicazione l’uomo ha potuto cacciare in gruppo, costruire utensili scambiando elementi di informazione, scappare ai grandi predatori.
Ma questo è stato reso possibile non dalla comunicazione verbale ma, piuttosto dalla mimica facciale. Recenti studi hanno dimostrato che gli uomini, prima di parlare già utilizzavano da millenni le espressioni del viso.
Solo gli uomini hanno una gamma di espressioni ed una mimica facciale tanto ricca. Anche gli animali hanno una comunicazione non verbale, hanno una gestualità con la quale comunicano ma, non hanno la ricchezza delle espressioni facciali unica degli uomini.
E questa capacità di comporre espressioni con il viso ha permesso agli uomini di sopravvivere. Infatti, se pensi che gli uomini primitivi che vivevano nella savana, quando percepivano un pericolo, come la presenza di un grande predatore disegnavano sul loro volto l’espressione della paura. Chiunque si trovava nei pressi, immediatamente capiva che stava per succedere qualcosa di sgradevole e cominciava ad agitarsi, pronto a scappare.
La comunicazione non verbale è un tipo di comunicazione molto veloce in quanto comunica emozioni attraverso una immagine. Non c’è bisogno di spiegare. Pensa a quegli uomini primitivi se quando dovevano dare l’allarme (in silenzio per non indispettire l’animale feroce ) iniziavano a dire aiuto aiuto sta arrivano una bestia che mi sembra un leone. È molto più lento e goffo dell’immagine di un volto impaurito.
La comunicazione ed in particolare la mimica facciale è un modo immediato di trasmettere emozioni. Fa tu stesso la prova . Fai la faccia della paura e pronuncia un suono senza senso “ah” con tono tremolante in un luogo affollato. Tutti si gireranno nella tua direzione con un’espressione almeno preoccupata, qualcuno dirà anche “che succede”.
Ecco perchè le emozioni sono contagiose ! Perchè fanno parte del programma di sopravvivenza del genere umano.
Allo stesso modo si trasmettono anche le emozioni positive. Se ascolti delle persone ridere di gusto dopo un po’ ti verrà da ridere anche a te. Se non mi credi prova a vedere questo video del dottor Madan Kataria un medico indiano che ha inventato lo yoga della risata. Ti assicuro che se guardi i suoi esercizi finalizzati a ridere senza motivo, ti verrà da ridere anche a te.
Ecco perché sorridere ti porta al successo!
E così siamo arrivati alla fine di questo lungo articolo, a formulare una risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio: perchè sorridere ci porta al successo?
Semplice perché ci aiuta a comunicare emozioni positive.
E così se quando ti rechi presso un ufficio del Comune sorridi, trasmetti all’impiegato una emozione positiva che lo fa predisporre in uno stato d’animo sereno.
Viceversa se ci vai con un’espressione crucciata, trasmetti una emozione negativa che nella sua mente si trasforma in un messaggio di pericolo.
Se l’impiegato è sereno sarà felice di aiutarti ma se percepisce un pericolo istintivamente farà di tutto per ostacolarti. E la cattiva notizia è che il suo comportamento è inconscio, inconsapevole. Lui non sa che sta recependo una emozione negativa e non sa perché guardandoti percepisce una emozione negativa. Ma inconsciamente farà di tutto per combatterti o quantomeno allontanarti.
Allo stesso modo quando incontri un nuovo cliente se sorridi , predisporrai il tuo interlocutore in uno stato emotivo aperto all’accoglienza in quanto sta percependo una emozione positiva. Lui sarà più disposto ad ascoltarti e a darti credibilità. Semplice !
Nelle piccole sfide che la vita ogni giorno ci pone, abbiamo due scelte, contrapporci e combattere, ponendoci come un potenziale pericolo verso i nostri interlocutori di tutti i giorni oppure, provare a comunicare emozioni positive e trovare tanti piccoli alleati.
Se sorridi sarà più semplice chiudere un contratto con un nuovo cliente, sarà più semplice farsi aiutare da un impiegato di un ufficio pubblico a disbrigare una pratica amministrativa, sarà più facile ottenere tutti i piccoli risultati che messi insieme uno dopo l’altro disegnano la strada verso il raggiungimento dei tuoi tanti obiettivi.
Tengo a precisare che lauree per formatori esistevano, vedi all’Università degli Studi di Padova.
Nello specifico, presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione esisteva una laurea triennale in Formatore nelle Organizzazioni.
Dott. M. Agostini
Ciao Marco
Innanzitutto grazie per il commento ….
Nel mio articolo ho scritto “non esiste un percorso universitario “organico” per acquisire le competenze utili a esercitare con “successo” la professione del formatore”. Laurearsi in formazione degli adulti non vuol dire maturare una professionalità.
Il FORMATORE diversamente dagli insegnanti lavora in un contesto di “Informale” o “Aziendale” per facilitare (aiutare) lo sviluppo di ABILITA’ (saper fare) e Attitudini (saper essere).
Va da se che il formatore deve essere titolare di un saper fare e questo si acquisisce con percorsi a carattere “Pratico” in un sistema di formazione “informale” per il quale l’università italiana non mi risulta sia già del tutto pronta
Ciao Luciano,
immagino non volessi spiegare a me chi è un formatore ma a chi ci legge.
Posso assicurare che un percorso universitario per laurearsi com’è stato in Formatore nelle Organizzazioni non è stata mera teoria, ma si fondava in quel Sapere – Saper Fare – Saper Essere di cui hai citato parte.
Capisco comunque in generale sul tuo attacco all’Università italiana, visto che senza altri formatori in campo lavori (e probabilmente lavoro anche io) di più. Tranquilli formatori, quel corso è stato cancellato prima del 2010.
Poi, se parliamo di saper fare come anni d’attività questa è una puntualizzazione vuota. Non parliamo di età anagrafiche, per rispetto di tutti.
Ciao Marco
Mi fa piacere sentire che anche il mondo universitario cominci ad allinearsi sul saper fare. Quindi posso solo ringraziarti per questa testimonianza.
Una sola precisazione il mio “attacco” (come lo hai definito) all’Università non proviene dalla paura della concorrenza. La formazione oggi come non mai vive un periodo particolarmente florido per chi ha idee da proporre al mercato e c’è spazio per tantissime persone molto più spazio di quello che l’offerta riesce a riempire.
La mia è una questione di Metodo. Quando le competenze e il sapere viene codificato e divulgato perde parte del valore a causa dei tempi indotti dal processo di codifica adottato dagli enti istituzionali. Ma è una idea di cui parlerò in qualche altro articolo.
Scusa Luciano, ce ne è almeno un’altra: O.P.P.I. (Organizzazione per la Preparazione Professionale degli Insegnanti) che lo scorso anno ha fondato OPPIForma per istituire i registri professionali ex lege 4/2013. Con la formazione prevista.
Ciao Glauco ,
Innanzitutto grazie per i commento e per la risorsa segnalata!
Il tuo commento mi offre lo spunto per un articolo che pubblicherò la settimana prossima.
Nell’articolo faccio riferimento alla professione di “Formatore” e non quella di insegnante. Anche se apparentemente simili le due professioni sono notevolmente differenti.
Se si fa riferimento al modello delle competenze adottato dall’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori – ente tecnico del ministero del lavoro) una competenza è formata da almeno tre elementi : Una unità di Conoscenza (cioè un sapere), Una unità di Abilità (saper fare), e una attitudine / competenze personali (saper essere).
L’INSEGNANTE lavora in un contesto di “Educazione Formale” e lavora per “TRASFERIRE CONOSCENZE cioè “informazioni” (quando parlo di educazione formale intendo scuola e università – l’aggettivo formale fa riferimento al fatto che il percorso è formalizzato).
Il FORMATORE invece lavora in un contesto di “Informale” o “Aziendale” e lavora non per “trasferire conoscenze” ma per facilitare (aiutare) lo sviluppo di ABILITA’ (saper fare) e Attitudini (saper essere).
Mentre le conoscenze possono essere “trasferite” è sufficiente che l’insegnante ripeta più volte le informazioni per far si che gli allievi apprendano, le Abilità e le attitudini non possono essere trasferite e devono essere SVILUPPATE dall’allievo stesso . Quindi un formatore è un facilitatore e un motivatore rende semplice lo sviluppo delle competenze e motiva l’allievo a impegnarsi a migliorare le proprie performance.
D’accordo Luciano.
Dal tuo scritto è evidente un aspetto essenziale saper formare (insegnare in senso lato): ciò che l’Università tradizionale non propone ancora – a parte qualche eccezione e comunque non nei corsi formali.
Gli insegnanti-formatori, la forma evoluta dei maestri che io recluto in OPPIForma sanno:
– progettare un corso,
– proporre un contratto formativo con i corsisti,
– gestiscono i gruppi di lavoro all’interno dell’aula,
– valutano e fanno valutare ai corsisti i risultati di ciò che hanno appreso,
– riflettono,
– mediano i conflitti facilitando i confronti,
– orientano verso gli obiettivi dell’apprendimento.
Un caro saluto.
Glauco
Ciao,io sono già un formatore,ho seguito un corso in “Laboratorio Formazione” come formatore,oltre ad essere tutor regionale e provinciale per la L.I.M.(lavagna interattiva multimediale) nella scuola,seguo il percorso “Orientamento” nella mia scuola ed essendo RLS mi sono formata con un corso obbligatorio di 32 ore,per cui adesso potrei anche formare sulla sicurezza.
Quei corsi a cui fai cenno tu mi sembra che vendono un pò di fumo e non garantiscono certo una professione.
Saluti Rosa
Buon giorno,
sono un ragazzo che ha iniziato un percorso di formazione e che non si reputa un formatore e lo vorrebbe diventare.
Io credo che il fulcro dell’articolo è che la figura di Formatore in quanto Coach, Maestro, Ispiratore è la figura di cui si parla.
Ho parlato di Per-corso perché vivere e frequentare uno o più corsi non comporta l’essere coerente con gli insegnamenti ricevuti e ci vuole pratica e pratica prima di poter formare su un argomento.
Personaggi come Antony Robbins sono dei formatori a livello mondiale che contribuiscono alla felicità delle persone perché le rendono capaci di esserlo da sole e di renderne altre felici.
Questo va al di la delle conoscenze tecniche che un insegnante può acquisire facendo un corso di aggiornamento o dei corsi mirati, non perché non siano all’altezza solo perché sono cose diverse.
Io parlo di CREDENZE POTENZIANTI, CAMBIARE SIGNIFICATO AGLI EVENTI, VALORI, VISUALIZZAZIONE, MOTIVAZIONE.
Il formatore, per come è considerato in ambito di Crescita Personale, può essere tale se è coerente con questi e/o altri argomenti in ogni aspetto della sua vita.
Quindi la mia risposta è che stiamo parlando di due concetti diversi.
Buona luce
Ciao Antonio Grazie per il tuo contributo che arricchisce notevolmente la discussione!
Il concetto l’hai espresso molto chiaramente citando Robbins
Formare significa aiutare le persone a trovare dentro di se le risorse per sviluppare nuove competenze
Ciao Luciano.
mi fa’ piacere a vedere che ci sono comenti anche forti su questo tema. io volevo precisare che come dici te non si puo avere la posibilita di una laura per formatori, datto che come profesione e’ piu ampio di una semplice formazione su unita specifica.
ne sono completamente cosciente dato che facio il Formatore o anzi il capo Formatore per un grande call center al l’estero con tante campagne e anche formatori. il problema piu importante non e’trovare un laurea per formatori ma crescerli profesionalmete a formare li altri con tecniche adeguate su learning, persuasione, motivanti ecc ecc…
Ciao Luciano mi chiamo Michael sono un ragazzo di 23 anni, faccio mlm, ho seguito dei piccolo corsi di PNL, ma ho un sogno..diventare formatore, mi puoi aiutare?? Sono di Venezia, ho letto già una decina di libri, seguo formazioni, ho voglia e passione da vendere.. Ma mi rivolgo a te che sei in alto x imparare la strada… Grazie
Ciao Michael …. Che dire?
Se pensi di voler fare il formatore e lo chiedi a me non posso dirti che : “benvenuto nel lavoro più bello del mondo”
Innanzitutto ti faccio i complimenti perché la PNL è il posto migliore da cui partire per diventare formatore. E mi sembra che tu stia partendo proprio da li BRAVO!
Rispetto a quello che mi scrivi….
Come ho scritto anche nell’articolo Non ci sono albi per fare il formatore Ma solo esperienza solo campo
Come si diventa formatori allo stato attuale delle cose ? In parte Si improvvisa ! o meglio…..
La maggior parte dei formatori proviene dal mondo del lavoro.
I formatori tecnici sono Gente esperta in un qualche settore es. Informatica (esperti cisco, Microsoft) con certificazioni rilasciate direttamente dalle aziende di fornitura.
Poi ci sono tutti coloro che hanno scoperto il mondo della comunicazione e della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e ne hanno fatto una professione.
Altri sono Docenti che sono Passati alla formazione aziendale Es. Professori di diritto economia aziendale etc etc
C’è poi tutto il settore di esperti di vendita Che dopo anni nelle vendite passano alla formazione dei nuovi venditori
Infine ci sono gli psicologi .
Nella maggior parte dei casi si approda alla formazione dopo anni di esperienza in azienda in differenti ruoli. In azienda di solito funziona così : maturi un po di esperienza, dimostri di saper fare qualcosa e ti assegnano le nuove reclute. Se ti piace ne fai una professione!
Recentemente Molti si sono messi sul mercato a seguito della perdita del posto di lavoro (dopo anni di esperienza).
CONSIGLI
1. LANCIATI buttati sul mercato ….
2. Identifica un settore di attività nel quale specializzarti ! (PNL per la vendita, PNL per infermieri …. Comunicazione, MKT, vendite, Orientamento etc etc)
2. Comincia anche da ruoli molto bassi (tutor assistente d’aula)
3. Specializzati sempre di più con corsi di PNL e Comunicazione
4. Progetta un corso … Progetta un corso che sviluppi competenze specifiche (es. PNL per il WEB, PNL per vendita)
5. Prova a vendere questo corso ai privati (prendi una saletta e prova a iscrivere 10/15 partecipanti)
6. Prova a vendere alle aziende (contatta le aziende della zona e proponigli di comprare 1 giornata di corso da te)
Ciao e a presto
PS ISCRIVITI AL SITO
Ciao,
vorrei una precisazione, non sono giovne, anzi, da circa 30 anni mi occupo di volontariato con gli animali.
Ho seguito un master triennale di Performat Pisa per counselor pon specializzazione in pet – therapy e quindi specializzazione in psicosociale e attualmente sono iscritta all’albo dei counselor profesionisti dl CNCP.
Ho frequentato divers corsi sul comportamento animale di cui ho i relativi attestati.
Ho lasciato il lavoro perchè vorrei fare formazione sul comportamento animale in generale e sul rapporto uomo – animale.
Ho visitto siti e conosciuto persone molto meno qualificate di me che lavorano in questo campo e dicono di fare “alta formazione”.
A me non pace vendermi per quella che non sono e quindi vorrei sapere se anche io posso dire di essere idonea a fare “alta formazione” o come posso diventare idonea. Mille grazie per la risposta
Ciao Patrizia
Innanzitutto congratulazioni per le tue esperienze personali . E’ una bellissima cosa la per terapy!
Considerando che hai già una buona esperienza tecnica specifica per diventare fornatore ti può essere utile sviluppare competenze di Public speaking, andragogia (formazione degli adulti), Progettazione formativa, e soft skill in generale.
Ciao e a presto
Per quanto riguarda infine la tua perplessità sulla definizione “ALTA FORMAZIONE”..posso comprenderla e faccio una piccola precisazione .
Il termine Alta Fromazione indica il livello del titolo che si consegue nella classifica nazionale. Mi spiego …
In Italia esistono diversi titoli di studio suddivisi a seconda del ciclo d’istruzione a cui appartengono.
Quando si parla di alta formazione si fa riferimento ai corsi ai quali si accede solo se in possesse di laurea di secondo livello (laurea specialistica) o diploma di accademia di secondo livello…
In altre parole l’alta formazione sono i Master o i corsi di specializzazione
Volendo diventare formatore nel campo dei barman (sono barman e bartender da alcuni anni) e sviluppatore di bar, locali e similia quali percorsi è consigliato fare?
Grazie per la cortese risposta
Ciao Daniel,
Innanzitutto congratulazioni per l’interesse nella professione di formatore.
Come suggerito nell’articolo, avendo già sviluppato competenze tecniche sul “cosa insegnare”, ti potrebbe essere utili concentrare i tuoi sforzi sull’imparare le competenze sul “come insegnarlo”.
In questo link trovi informazioni su uno dei migiori corsi i assoluto di public speaking per formatori
https://www.maxformisano.it/formazioneformatori/pf/
a presto e Benvenuto in questa professione
Salve Luciano, la mia età è ultra quarantenne, sono stata insegnante negli ’80 per un anno, appena diplomata; poi la vita mi ha introdotta nel settore pubblicitario come ripiego.
Ho seguito corsi di PNL di 1° e 2° livello insieme a seminari su elementi di grfafologia ed enneatipi. Due anni fa ho organizzato un convegno e successivamente sono stata la relatrice per ben 4 volte.
Mi sono scoperta brava ad INFORMARE.. Difatti sto programmando un workshop sperimentale orientato alla creatività femmininile con l’aiuto del componente di una associazione di categoria.
Poichè mi piace molto anche MOTIVARE e ORIENTARE le persone è mia intenzione diventare a tutti gli effetti un Formatore ma non ho idea dove “formarmi” e conseguire il titolo (puglia). Inoltre non ho la più pallida idea di quanto costa e quanto dura il corso.
Mi daresti delle dritte? In quali settori posso propormi per continuare in questo senso? E quanto dovrei chiedere, (o come funziona) dato che ho sempre fatto tutto Gratis fino ad oggi?.. Grazie
Ciao Lena …
Non hai bisogno di conseguire “l’attestato” . Almeno per il momento la figura professionale del formatore e quella dell’Orientatore non sono riconosciute e la normativa in merito è molto carente. Se cerchi un attestato che supporti una tua candidatura per i corsi Regionali (puglia) puoi utilizzare già il tuo Master in PNL (da quello che mi scrivi mi sembra di aver capito che hai un master in PNL). Io, fossi in te, considerando l’andamento del mercato della formazione mi muoverei in altre direzioni. Investirei il mio tempo e il mio denaro per “Creare CORSI” e imparare a Venderli al Mercato!
Crea Persorsi tuoi ORIGINALI e proponili al pubblico!
Se ti può interessare … Sto organizzando un corso su come realizzare un “seminario vendita” si terrà a Gennaio a breve pubblicherò un po di informazioni su questo sito ! Il seminario vendita come penso tu sappia bene è la metorologia principale per vendere corsi di formazione.
Anche a me piacerebbe diventare un formatore.
Ho gestito un’attività commerciale per 20 anni e una società immobiliare per 10. Ho molte competenze pratiche nei due settori, ma trovo una certa difficoltà a trasformarle nella teoria da insegnare. Ma non credo sia impossibile, sto preparando quindi dei corsi da presentare alle agenzie di formazione della mia zona (provincia di Pistoia).
Avete qualche consiglio da darmi?
Grazie e complimenti per come trattate gli argomenti.
Fiorella Romani
Ciao Luciano,
mi piace molto quello che scrivi e come lo scrivi. Complimenti!
Avrei bisogno di capire meglio alcuni aspetti della professione formatore, che vorrei iniziare a fare.
Aver lavorato per molti anni in un settore specifico, avere quindi molte competenze in un settore professionale è sufficiente per diventare formatore?
In pratica sto chiedendo se conoscendo bene la pratica la si può trasformare in teoria.
Sto preparando dei corsi da presentare alle agenzie di formazione della mia zona….può essere questo un inizio per la professione? Oppure?
Sarei molto lieta di ricevere tue dritte.
Grazie e complimenti ancora.
Fiorella
Ciao!! Sn nel campo della vendita da tanto….ho partecipato a vari corsi….ma il mio sogno più grande è quelli d diventare formatrice ma nn so nemmeno da dove si parte……
Ciao Stella
Piacere di conoscerti e benvenuta nel club dei formatori!
Nonostante questa professione esista da oltre 30 anni in Italia , ancora oggi non esiste un percorso organico per acquisire le competenze utili a esercitare con SUCCESSO la professione del formatore. In questa pagina web troverai un articolo che ho scritto qualche tempo fa su come diventare FORMATORI
https://www.professioneformatore.it/come-si-diventa-formatore/
Ciao e a presto
ciao sono laureata in comunicazione ho un attestato di pnl basic durato un anno e lavoro in uno studio medico sia in italia che all estero da ormai 30 anni mi sento brava e capace soprattutto con pazienti clienti o con le persone in particolare penso oltre ai corsi sia un qualcosa di innato o ce l hai o no.
vorrei frequentare un corso per creare corsi a me interessa ambiente medico o infermieristico abito a como e quindi il posto più vicino è milano mi sai dire qualcosa? grazie clarice
Ciao Clarice
Prova qui
https://www.maxformisano.it/formazioneformatori/pf/
Salve, mi chiamo Maddalena, ho 32 anni e vi scrivo poichè sono interessata alla professione del “Formatore”. Complimenti a Luciano Cassese, grazie ai suoi saggi consigli, ho trovato risposta a molti miei quesiti. Brevemente, voglio indicarvi un percorso che sto cercando di intraprendere da sola, attraverso ricerche e grazie al mio lavoro. Ho conseguito la laurea triennale in Scienze Dei Beni Culturali, e la magistrale in Storia dell’Arte, ho una qualifica di Operatore Elaboratore ed altre certificazione informatiche!! lavoro da 4 anni ,presso un Ente di Formazione Professionale privato, mi occupo di tutoraggio, monitoraggio delle attività svolte in aula, della parte amministrativa e burocratica ( documentazione esami, avvii corsi, compilazioni registri, stipula contratti con i corsisti interessati ai nostri corsi, promozione del servizio). Ritengo esatto investire in qualità e promozione, solo in questo modo si potrà sviluppare quella rete fondamentale di contatti che consentiranno di farti lavorare sempre. Attenzione, non erogo personalmente la formazione, ma mi sento tassello fondamentale, che sicuramente contribuisce ad ottenere riscontri positivi in questo campo. Ho iniziato da poco ad interessarmi di PNL (Programmazione Neurolinguistica), attraverso il web, scarico materiale informativo, audiocorso, etc…. credo di essere sulla buona strada….Gentile dott.re Cassese, fatta tale premessa, volevo chiederLe, a questo punto è necessario iscrivermi presso un associazione AIF oppure ICF, per approfondire le mie conoscenze?? lei sicuramente saprà indicarmi l’iter più consono. In attesa di un vostro riscontro. Porgo cordiali saluti.
Ciao Maddalena
Innanzitutto Grazie per il commento e per il feedback in merito ai contenuti di questo blog!
Mi dici che vuoi diventare una formatrice ed è proprio per questo che non posso fare a meno di farti le congratulazioni per la scelta! Il formatore è il mestiere più bello del mondo.
Il suggerimento che posso darti, considerando che sei in una fase di startup è di lasciar perdere le associazioni per il momento. Io sono 15 anni che faccio questo lavoro e non mi ci sono mai iscritto.
Ti suggerisco invece di iscriverti quanto prima ad un corso per prendere la certificazione Master in PNL. E’ in assoluto la competenza più richiesta in ambito aziendale e ti consente di poter praticare tariffe interessanti per le tue prestazioni. La PNL è la competenza BASE di chi fa formazione!
E’ sempre valido il consiglio che ho dato nell’articolo : crea un prodotto, un pacchetto chiuso, un corso che ha un valore concreto e soffio a mercato. Appena avrai conseguito la certificazione crea un corso (non di PNL) in linea con le tue competenze (quello che ti pare: informatica, grafica, design, motivazione, vendita) e prova a venderlo a mercato.. Fermati solo quando avrai raccolto almeno 10 iscrizioni paganti. Anche se raccogli 1000 “NO”, fermati solo dopo che hai completato un’aula.
Salve Luciano, grazie per il consiglio. Mi son data da fare, ed ho ho conosciuto un consulente membro di CFI, grandioso!!! nn mi sono iscritta ancora a nessun master, mi ha dato la possibilità di organizzare in base alle mie competenze, un’aula come diceva Lei, ho raccolto 10 adesioni, x me è un piccolo traguardo raggiunto non conoscendo ancora questo fantastico mondo 😉 buona giornata 😉
Salve. Sono una docente di scuola primaria da 20 anni non laureata. Ho speso tempo e denaro personali per formarmi in un ambito a me caro e dove ritengo vi siano le mie risorse. Sono Practitioner di PNL (100 ore), formata alla mediazione e gestione dei conflitti (200 ore), formata all’applicazione dell’intelligenza emotiva in contesti socio-educativi (140 ore), formata in facilitazione gruppi auto mutuo aiuto. Ho inoltre esperienza nel campo della scrittura creativa. In una scuola dove ho insegnato ho progettato e condotto laboratori per bambini di educazione alle emozioni, laboratori di comunicazione efficace, incontri di formazione per genitori e insegnanti sul tema della gestione dei conflitti, ho svolto un incontri sul tema del conflitto per volontari di un’associazione, ho facilitato un gruppo di auto mutuo aiuto di famigliari di pazienti con disturbi psichici, ho condotto presentazioni sui temi di cui sopra presso erboristerie. Il tutto spesso gratuitamente. Ho sempre avuto ottimi riscontri, ma lavorare nel mondo della scuola come insegnante e formatore sembra impossibile. Sono ormai parecchi anni che non riesco a fare più nulla. Mi sono proposta altrove ma con scarsi risultati, ho utilizzato internet e ogni altra forma ma non sono riuscita a fare ciò che amo fare, cioè coinvolgere i partecipanti, valorizzare le risorse, condividere esperienze e competenze oltre che il proprio modo di essere. Mi scuso per la lunghezza, ma proprio non riesco a capire cosa io debba cambiare. Mi sento parecchio frustrata! Grazie
Sono un Restaurant e Bar Manager enogastronomico ed esercito la professione nel settore della ristorazione da circa 32 anni con relativi contratti aziendali del settore diplomato alberghiero e master dell’ospitalità manageriale UP LEVEL riconosciuto nell’ambito nazionale. Di cosa avrei bisogno per diventare formatore riconosciuto GRAZIE.
Buonasera Luciano, mi piacerebbe diventare un coach nel settore immobiliare. Ho 39 anni, laureato in scienze della comunicazione con tesi di laurea in gestione e formazione del personale. Ho un’ esperienza di oltre 10 anni nel campo come titolare d’agenzia. Mi piacerebbe fare delle aule in varie città italiane con corsi suddivisi per argomento, ruolo e obbiettivo dei partecipanti. Non saprei da dove iniziare. Grazie.
Buongiorno Luciano Cassese, sono Jelisse e da sempre ho il desiderio di diventare formatore motivazionale e coach life soprattutto nel neurolinguistico (pensiero positivo e legge di attrazione) sono da sempre predisposta al pensare positivo e dare dei buoni consigli ma quello che mi caratterizza e che mi fanno notare gli altri e la energia positiva che trasmetto…. non ho un percorso universitario ma sogno da sempre di vivere creando dei seminari motivazionali… come posso formarmi e da dove posso partire? Ho scritto un libro “forse c’è bisogno dei sogni ” e ogni tanto mi contattano ancora in varie organizzazione dove mi chiedono di presemtare alcuni temi del libro… ho vinto una bellissima targetta alla giornata mondiale della filosofia del 2016… mi piacerebbe continuare anche in questo campo di scrittura e presentazione… ho tante idee nella testa ma mi manca il modo giusto per trasmetterle nel migliore dei modi…Vorrei chiederti inoltre se c’è un percorso universitario che può dare un valore aggiuntivo al formatore motivazionale? Oppure se gia con qualche semplice corso posso buttarmi a lavorare… non mi reputo molto brava nel parlare in publico e penso anbia bisogno di organizzare per bene il modo giusto di comunicare.. hai qualche suggerimento da darmi?mi ritengo brava nel create campagna di marketing per attiare gente ai seminari ma devo imparare a saper cominicare al meglio e sopratutto saper arrivare al cuore delle persone… attendo tutti i tuoi ottimi suggerimenti… Grazie di cuore e buona giornata.
Comincia da un corso specifico per formatori tipo quello di Max Formisano e poi prova a organizzarne uno tuo
Salve! Vorrei sapere se per ‘vendere’ un corso ad aziende è necessario avere la partita Iva… Come è inquadrato a livello finanziario un formatore? Grazie e complimenti!