La produttività personale è uno di quei temi che interessa tutti noi sempre di più, visti i tempi che corrono.
Ognuno di noi indipendentemente dagli obiettivi che si è dato, dal lavoro che svolge e dal suo livello di professionalità personale, è presumibilmente interessato ad apprendere nuove tecniche che aiutino ed implementino costantemente un proprio sistema di gestione del tempo e di produttività personale.
Il tempo è la risorsa più importante che ognuno di noi ha a disposizione e saperlo gestire ed ottimizzarne l’allocazione sembra essere una priorità nel momento storico in cui viviamo. A tutti noi oggi viene chiesto di fare di più con minore risorse e in tempi brevi. Ma cosa c’entra la meditazione con la gestione del tempo?
Tante delle cose che si leggono in giro sul tema produttività personale e sulla gestione del tempo fanno riferimento al modo di organizzare le giornate, a come organizzare il nostro spazio di lavoro, modi innovativi per gestire la nostra casella di posta elettronica, scrivere e fare liste , ordinare le cartelle, e molto altro. Tutte azioni concrete, che ci spingono in qualche modo a creare routine ed automatismi che ci permettano di destinare tempo ed attenzione a compiti di maggiore importanza.
Tutte queste tecniche possono essere davvero molto utili, tuttavia, a mio giudizio, non sono del tutto sufficienti da sole a raggiungere l’obiettivo dell’aumento della produttività individuale, perché non si occupano di uno dei più grandi ostacoli che a volte ci impedisce di svolgere il nostro lavoro nei migliori dei modi: la nostra mente.
In molti trascurano l’importanza della mente nella gestione personale.
Sono sicuro che anche tu hai fatto l’esperienza di costavate che, se la tua attenzione è discontinua, se stai attraversando un momento “no” e ti senti pigro e demotivato, oppure sei ansioso perché preoccupato su quello che penseranno gli altri sul tuo lavoro, ti sarà molto difficile migliorare le tue performance, e non importa quanto sia ben organizzata la tua lista di cose da fare. Se non sei concentrato e presente a te stesso, difficilmente impiegherai in modo produttivo il tuo tempo. Le ore passeranno, le giornate passeranno e tu sarai sempre al punto di partenza.
A dispetto di quello che pensa la maggior parte delle persone la meditazione non è qualcosa che serve solo ai santoni indiani ma è una tecnica che offre risultati concreti sopratutto in termini di produttività personale. Anche e sopratutto a chi vuole diventare una persona di successo.
La meditazione è lo strumento più potente che io abbia trovato per disciplinare la mia mente.
Si dice che per ottenere buoni risultati con la meditazione occorra esercitare la pratica almeno 15 minuti al giorno ogni giorno. Io a dir la verità non sono così assiduo. Devo essere sincero con te ! Non sono mai stato molto disciplinato con la pratica ma, per quanto poco e male mi ci dedichi ottengo comunque un grande risultato.
La meditazione è una pratica finalizzata a disciplinare la propria mente!
Praticare la meditazione da seduto e sforzandomi di focalizzare l’attenzione su qualcosa (sia il mio respiro, un oggetto che sto guardando, sulla ripetizione di una sillaba, o su qualunque altra cosa) ha avuto potenti effetti sulla mi attenzione, la mia capacità di concentrazione e la motivazione al lavoro .
Inoltre ciò che ho scoperto sulle idée e le tecniche usate in meditazione può essere applicato anche alla vita di tutti i giorni quando sto seduto alla mia scrivania per lavorare ad un progetto. Ogni volta che mi sento frustato, posso usare uno degli strumenti che descriverò in questo articolo per reimpostare la mia concentrazione e la pace mentale.
Essere presenti nel qui e ora
Quando si fa meditazione per un po di tempo si impara a concentrarsi sul proprio respiro, e si cerca il più possibile di non farsi prendere da ricordi del passato o da preoccupazioni per il futuro. Ho scoperto che questa tecnica non è solo utile durante la meditazione ma anche quando stiamo al lavoro.
Se non hai mai praticato questa tecnica provala anche tu! Trova uno spazio tranquillo nella tua casa o nel tuo ufficio. Sudditi comodamente, assicurati di non essere disturbato per almeno 15 minuti, chiudi gli occhi e dopo aver contato da 10 ad 1 focalizza l’attenzione sul tuo respiro. Ascolta il tuo respiro le ispirazioni e le espirazioni. Non contrastare gli altri pensieri che ti si manifestano! Lasciali andare e concentrati solo sul respiro e sul movimento dei polmoni. Fatta spesso vedrai che in breve tempo diventerà una vera e propria “competenza”.
Quando sarai a lavoro e ti troverai nella condizione in cui devi concentrare le tue energie mentali su un determinato compito questa competenza ti tornerà davvero utile.
Quando ci accorgiamo di essere distratti, o notiamo un calo di produttività, Possiamo focalizzarci sul nostro respiro per far ritornare la nostra attenzione a questo determinato momento. Quasi magicamente la nostra attenzione ritornerà su quello che stiamo facendo.
Alcuni insegnati di meditazione spiegano il motivo per il quale questo esercizio funziona, affermando che ogni qual volta focalizziamo la nostra attenzione su ciò che succede nel nostro corpo, la nostra consapevolezza ritorna al momento presente.
Se ti chiedessi di prestare attenzione al tuo respiro, probabilmente inizieresti a farlo nel modo in cui respiravi cinque anni fa ma, ti focalizzerai sull’atto e sull’esperienza del respiro di questo preciso momento . Quando la tua attenzione ritorna al presente i ricordi e le preoccupazioni che avrebbero potuto importunarla, sbiadiscono, e puoi facilmente ritornare al tuo lavoro.
Lasciare andare le emozioni
Quando si esercita la pratica della meditazione abbiamo modo di osservare dall’esterno i nostri stessi pensieri.
Durante la meditazione, come in generale nella nostra vita normale, alle volte, emergono pensieri ed emozioni scomode come l’ ansia, il rancore, la noia, etc. etc. .
Gli insegnanti di meditazione, a tal proposito, ci invitano a non cercare di combattere e contrastare queste emozioni quando si manifestano. Contrastarle le rende semplicemente più forti e ci distoglie dalla pratica.
Occorre invece lasciarci andare a queste sensazioni, piuttosto che respingerle via per pensare a qualcosa di piacevole.
Questo metodo una volta padroneggiato, è utile non solo nella pratica della meditazione ma, può risultare utile anche quando abbiamo difficoltà nel portare avanti il nostro lavoro, come accade quasi a tutti di tanto in tanto.
Quando ci sentiamo annoiati o frustrati sul lavoro, la maggior parte di noi ha l’abitudine di mettersi a fare qualunque altra attività che gli permetta di distrarsi – come ad esempio controllare le e-mail, mettersi a giocare a solitario, chattare su facebok, o altro ancora. Il problema è che, quando ci distraiamo dalle emozioni che non ci piacciono, tendiamo a distogliere ancor di più la nostra attenzione dal nostro lavoro.
Facendo così, inevitabilmente, i pensieri e le sensazioni difficili ritorneranno appena siamo di nuovo operativi sul lavoro. Invece di cercare di “scappare” da queste sensazioni difficili, respira con calma, rilassati e lascia che queste sensazioni passino da sé.
Come penso noterai anche tu, queste emozioni spiacevoli passeranno rapidamente, e potrai ritornare facilmente al tuo lavoro. Più ci si esercita a farlo più risulterà naturale.
Migliorare la capacità di attenzione
La meditazione aiuta notevolmente a incrementare le nostre capacità di attenzione. Chi medita spesso sviluppa una maggiore capacita di focalizzare l’attenzione su oggetti specifici.
Per farlo ci si serve di una esercitazione molto semplice, basata su tecniche di meditazione proposta dai professionisti zen.
Scegli un oggetto nella stanza, non importa cosa, per esempio, un punto fisso sulla parete, o su di un pezzo di carta sulla tua scrivania. Ora, per cinque minuti, tieni semplicemente il tuo sguardo fisso su quell’oggetto. Durante questo esercizio molto probabilmente la tua attenzione non riuscirà a mantenersi costante sull’oggetto, forse inizierai a pensare a determinati avvenimenti passati o a cose che riguardano il futuro, o, ancora, inizierai a guardarti intorno, alla ricerca di qualcosa di più interessante; in tal caso, cerca di ritornare di nuovo all’oggetto di partenza. Con un po’ di esercitazione vedrai riuscirai molto meno a distrarti ovvero comincerai a sviluppare una curva dell’attenzione più lunga. Come puoi bene immaginare, una volta esercitata questa competenza ti ritornerà molto utile per aumentare la tua produttività.
Se sei interessato a scoprire le meraviglie della meditazione:
Andy Puddicombe
Libera la Mente – Libro
DeAgostini
Jon Kabat-Zinn
Dovunque Tu Vada, Ci Sei Già
Tea libri
Ciao, studio web marketing per poter avviare un’attività sul web, presto aprirò un altro blog, ed è mia intenzione presentarlo a video, certo registrare un video non è come comunicare in pubblico, ma l’obiettivo che mi pongo è proprio questo, fare corsi di marketing in pubblico sia online che dal vivo e non ho nessuna esperienza a riguardo, quindi sono molto interessato a seguire i tuoi post.
Ciao Massimo
Benvenuto tra noi
Sera, dopo l’esperienza presso studi professionali, data la passione per il mondo della formazione, ho deciso di dedicarmi a tempo pieno alla professione di formatore che, almeno per quanto mi riguarda, riesce a trasmettermi un entusiasmo in continua crescita. Devo complimentarmi con Luciano per le osservazioni davvero realistiche che ho avuto modo di sperimentare “dal vivo” sulla mia pelle. Sto prendendo così coscienza degli errori più comuni che non si dovrebbero commettere. Io ad esempio mi colloco tra quelli propensi a riempire troppo una slide. Luciano ti ringrazio ancora e spero di poter contare ancora sul tuo supporto. Simone
Sono un formatore in ambito assicurativo ed ho sempre usato le slides, a meno che non contengano contenuti tecnici particolari, come sfondo e non come principio attivo. Uso spesso abbinare ad argomenti che ritengo basilari , degli esempi pratici divertenti che attirano l’attenzione sul punto che voglio evidenziare….filmati strani, foto strane, articoli di giornale ….e l’aula apprezza molto
Posso chiederti se sei parente del Prof Sabino Cassese?
La domanda è perchè è un amico di famiglia da lunghissimo tempo che dopo la morte di mio padre non ho avuto piu il paicere di vedere.
In ogni caso è sempre un piacere conoscerti il tuo blog è molto interessante
Paolo Orlando
Ciao Paolo
No mi spiace non sono parente del professore Sabino Cassese!
L’ho anche scritto in alcuni articoli ironizzando sull’omonimia 😉
Anche se ad essere sincero una volta ho approfittato dell’equivoco : 16 anni fa quando ero ancora all’università dovendo sostenere l’esame di diritto Amministrativo ho finto di essere parente del professore Cassese e mi è andata anche molto bene 😉 considerando la stima di cui gode il professore mi è bastato lasciare intendere che ero lontanamente parente per ottenere un buon voto!
Ottimi consigli. Grazie!